sabato, Febbraio 1, 2025

Rizzoli, lavoratori della mensa contro l’ASL: ok all’accesso agli atti

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Il tribunale “apre” i faldoni dell’ASL sui lavori di ricostruzione. I lavoratori tra una richiesta ignorata e il timore per il futuro. Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania accoglie il ricorso di alcuni dipendenti della mensa dell’ospedale “A. Rizzoli” di Lacco Ameno, difesi dall’avv. Miriam Petrone: l’ASL Napoli 2 Nord dovrà fornire la documentazione richiesta sui lavori edilizi che potrebbero mettere a rischio il loro futuro lavorativo

Da oltre vent’anni lavorano nella mensa dell’ospedale “A. Rizzoli” di Lacco Ameno, una struttura che ha visto il passaggio di diverse società appaltatrici, ma che ha sempre garantito continuità lavorativa ai dipendenti grazie all’obbligo del cosiddetto “passaggio di cantiere”.
Tuttavia, le notizie riguardanti lavori di ristrutturazione e adeguamento sismico all’interno del nosocomio hanno alimentato dubbi e preoccupazioni tra gli operatori della mensa, che temono che la chiusura temporanea dei locali possa diventare definitiva, portando alla cessazione del servizio e, di conseguenza, alla perdita dei loro posti di lavoro.

Per chiarire la situazione, i lavoratori, assistiti dall’avvocato Maria Petrone, hanno presentato un’istanza di accesso agli atti all’ASL Napoli 2 Nord il 3 ottobre 2024, chiedendo copia dei titoli edilizi e del cronoprogramma dei lavori, con l’obiettivo di comprendere se la cucina sarebbe stata ripristinata al termine dell’intervento e per quanto tempo sarebbe rimasta chiusa. Nel ricorso si legge che l’istanza era finalizzata a ottenere “copia dei titoli abilitativi edilizi ottenuti dalla ASL Napoli 2 Nord per l’esecuzione dei lavori de quibus per capire se, all’esito degli stessi, verrà ripristinata la cucina ospedaliera, nonché copia del cronoprogramma dei lavori stessi per capire i tempi di chiusura previsti dalla impresa appaltatrice”.
Dopo il silenzio dell’azienda sanitaria, la richiesta è stata reiterata senza ottenere una risposta esaustiva. Il termine di trenta giorni per il riscontro era ormai trascorso senza che l’ASL Napoli 2 Nord avesse adottato alcuna determinazione.

Una risposta parziale che non convince
Soltanto il 4 novembre 2024, il Direttore Sanitario dell’ospedale ha inviato una nota contenente un numero di protocollo relativo alla SCIA edilizia e alcuni link per consultare il progetto esecutivo e il piano di fattibilità dei lavori. Tuttavia, i lavoratori hanno constatato che i documenti disponibili non includevano il cronoprogramma richiesto. Nel ricorso si evidenzia che, consultando i link segnalati dal Direttore Sanitario, i lavoratori hanno potuto acquisire solo il disciplinare di gara per l’appalto dei lavori, ma non il cronoprogramma dei lavori richiesto, fondamentale per comprendere la durata e l’impatto dell’intervento sulla loro attività lavorativa.

Ulteriore incertezza è stata generata dalla posizione della SAGIFI S.p.A., società che attualmente gestisce il servizio mensa, che ha negato di essere a conoscenza di dettagli relativi ai lavori. In una PEC del 27 novembre 2024, la società ha dichiarato: “I FATTI da Lei citati NON sono a conoscenza della SAGIFI SPA, datore di lavoro e affidatario del Contratto di appalto Quadro con So.Re.Sa. SPA per il P.O. Anna Rizzoli di Lacco Ameno. Il mandato a Lei conferito dai lavoratori fa riferimento, presumiamo, ad informazioni e notizie la cui fonte esclusiva è nella Direzione Strategica della A.S.L. Napoli 2 Nord che sino ad oggi NON avrà inteso divulgare né comunicare alla scrivente”.

Il ricorso al TAR e la sentenza a favore dei lavoratori
Di fronte alla mancata trasparenza da parte dell’ASL, i dipendenti della mensa, supportati dall’avvocato Maria Petrone, hanno deciso di rivolgersi al Tribunale Amministrativo Regionale della Campania. Nel ricorso si evidenzia come l’accesso agli atti sia stato richiesto non solo in base alla legge n. 241/90, ma anche come accesso civico generalizzato ai sensi del D.Lgs. n. 33/2013, per garantire la massima trasparenza sull’utilizzo delle risorse pubbliche.
Il TAR ha accolto il ricorso, riconoscendo la legittimità della richiesta dei lavoratori e stabilendo che l’ASL Napoli 2 Nord dovrà fornire entro 30 giorni tutta la documentazione richiesta. Nella sentenza si legge che “la parte ricorrente è titolare – per effetto del suddetto rapporto di lavoro subordinato – di un interesse diretto, concreto e attuale alla conoscenza dei suddetti atti”. Il tribunale ha inoltre condannato l’azienda sanitaria al pagamento delle spese legali, per un importo di 1.000 euro.

Un precedente importante per la tutela occupazionale
Questa sentenza rappresenta un’importante vittoria per tutti i lavoratori coinvolti in situazioni simili, in cui la mancanza di trasparenza da parte delle amministrazioni pubbliche può mettere a rischio l’occupazione senza un’adeguata comunicazione. Il TAR ha ribadito che “deve comunque essere garantito ai richiedenti l’accesso ai documenti amministrativi la cui conoscenza sia necessaria per curare o per difendere i propri interessi giuridici”.
La decisione del tribunale sottolinea l’importanza del diritto di accesso agli atti come strumento di tutela per i dipendenti, consentendo loro di conoscere le intenzioni delle istituzioni e di agire per difendere i propri diritti.
Ora resta da vedere se l’ASL rispetterà il termine imposto dal tribunale e quali saranno le prospettive per il servizio mensa dell’ospedale “A. Rizzoli”. I lavoratori, intanto, attendono con apprensione di sapere se potranno continuare a svolgere il loro lavoro o se saranno costretti a cercare soluzioni alternative.

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