venerdì, Gennaio 17, 2025

Rizzoli, ospedale con le “barelle” alla gola

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IDA TROFA | Sono passate poco più di quattro settimane da quando abbiamo pubblicato lo stato di emergenza e di necessità in cui versa l’ospedale Anna Rizzoli di Lacco Ameno. Una situazione ormai invivibile nella struttura isolana. Su più fronti. Il sovraffollamento dei pazienti e la mancanza di personale sembrano problemi senza via d’uscita, e della famosa bozza del piano di riordino sanitario che vorrebbe il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, al momento non si sa nulla. Anzi appare sempre più come una presa per i fondelli. Perché, oltre ad avere a che fare con degenti ed i parenti costretti ad assistere notte e giorni i propri cari ricoverati con mezzi e metodi di fortuna, i medici e paramedici, gli infermieri, tutti devono fare i conti con spazi “ristretti”, esiguità di materiali, persino di letti e, spesso accade, come in queste ore che i pazienti, per mancanza di posti letto, vengano piazzati nei corridoi. Nelle stanze, invece, i letti rotti non vengono nè riparati nè sostituiti e lettini da trasporto, le barelle sostituiscono i letti stessi in camere dove sono minimo due i pazienti ricoverati in sovrannumero rispetto a quanto previsto in riferimento agli spazi.
Nelle immagini che vi mostriamo, infatti, al Reparto di Medicina Generale, al piano terra, ci sono stati ben cinque ricoverati nel piccolo corridoio d’ingresso ed altri due alla stanza uno ed alla stanza tre sempre in barelle messe tra un letto ed un altro per evitare che il degente si butti giù o caschi dal materassino. Da anni si riscontra questo sovraffollamento, peraltro nello stesso reparto, ma anche in ginecologia, ad esempio. Oggi la conferma di ciò che tutti sanno: non è cambiato nulla! Gente attaccata alle flebo mentre dipendenti e parenti vari scorrazzano per i corridoi. Flebo, trasfusioni e cateterizzazioni vengono fatte in spazi certo non consoni, alla merce di tutti, mentre addirittura l’ossigeno vien fornito ai pazienti più gravi con fili volanti e attaccature di fortuna, tra estintori e infissi, nelle pieghe delle porte per evitare incidenti. Tutto ciò con rischi gravissimi.
Non essendoci attaccapanni, le giacche vengono accatastate su ogni barella. Per non parlare del fatto di come la possa venire meno la dignità di un uomo che sta passando un brutto momento della propria vita. Senza un minimo di privacy, tra spifferi e schiamazzi. Sia chiaro, non è colpa ne di medici ne di infermieri che, al contrario, lavorano a ritmi infernali per compiere al meglio il proprio dovere. Allo stesso modo non è certo colpa dei pazienti.
È vero, la legge prevede che si possa ricoverare in barella il 10 per cento dei pazienti, ma la mancanza di strutture alternative dove “ospitare” quegli sfortunati cittadini già stabilizzati al Rizzoli , rende questo numero ben più alto.
Parliamo di un reparto la medicina generale dove non solo non c’è personale con turni di sole due unità sempre, ma a fronte di 17 ricoveri consentiti ve ne sono 15 in regime costante. Nelle camere sono minimo due i pazienti ricoverati in sovrannumero e spesso con barelle a sostituire i letti.
Quella del sovraffollamento è una storia che si ripete ciclicamente e noi, in passato, abbiamo denunciato più volte questa situazione, l’ASL e la Regione sono ben consapevoli dello stato drammatico in cui si lavora e si viene ricoverati al Rizzoli. È diventato un reparto di frontiera. Ma oltre questo, c’è anche un altro problema. Sempre ciclicamente si manifestano carenze di personale e i dipendenti sono costretti a subire forti situazioni di stress dovuto anche agli orari di lavoro straordinari. La nostra denuncia è perciò duplice: perché il sovraffollamento dei pazienti da un lato incide sulla qualità del servizio che la ASL offre ai cittadini; dall’altro crea disagi al personale dell’ospedale, costretto a lavorare in condizioni difficili. È un reparto di frontiera, sembra di stare in trincea.
Parte di questi problemi potrebbe risolverli il Piano di riordino sanitario, ma prima ci sarebbe da fare i conti con altri intoppi. È necessario risolvere la questione delle assunzioni, dei medici precari che girano negli ospedali. Altrimenti nessun piano funzionerà mai. Le unità dislocate o trasferite altrove, sia medici che infermieri non sono state sostituite mettendo letteralmente in ginocchio il presidio, un reparto di medicina che fa tutto anche le terapie intensive con un organico risicato e nel tentativo di salvare vite umane, con rischi e conseguenze serissime per tutti .
E’ ormai chiaro che si crea, a livello politico ed amministrativo, l’emergenza per risolverla! Di certo sono già pronti i concorsi e le assunzioni di comodo con le solite agenzie interinali per sistemare gli amici degli amici. Ma almeno risolvetela in fretta, l’emergenza. Ne va di vite umane e non parliamo solo dei pazienti

www.ildispari.it

2 COMMENTS

  1. Le barelle nei corridoi di medicina generale ci sono da almeno quattro anni al Rizzoli. E anche se dipendiamo dalla regione, i politici ischitani hanno il dovere di far risolvere questo scempio. Ma se guardiamo a quello che è successo con Villa Orizzonte, non c’è da essere ottimisti sull’impegno dei politicanti ischitani..

  2. Nel 2013 il mio papà colpito da ictus, portato subito al Rizzoli, viene però lasciato per una notte in barella nel corridoio del Rizzoli. Naturalmente intervenire tempestivamente in questi casi è fondamentale, naturalmente era agosto, naturalmente bisognava accettare che nell’ospedale regnava il caos e l’indifferenza, naturalmente il mio papà non ce l’ha fatta.

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