Martedì sera Fedegroup, l’azienda che da alcuni mesi gestisce il Punta Molino (hotel tra i più conosciuti e prestigiosi di Ischia) ha riaperto le porte del Rangio Fellone, storico ristorante e night club degli anni d’oro della nostra isola con un gala dinner che ha costituito anche l’occasione per presentarsi ufficialmente alle istituzioni ed al mondo associazionistico ed imprenditoriale isolano.
Dell’impegno ad Ischia di Fedegroup, del momento particolare che vive il nostro turismo e delle sue prospettive future abbiamo parlato con Roberto Imperatrice, già tra i fondatori del brand Rossopomodoro ed attualmente amministratore delegato di Nabucco, la holding di controllo di Fedegroup, azienda specializzata nei servizi della ristorazione alberghiera.
– A Roberto Imperatrice, che rappresenta la nuova gestione del Punto Mulino, asset importante nel cluster del lusso dell’Isola d’Ischia, chiediamo: questa sera riparte dunque anche “O’ Rangio Fellone”, il locale by night per eccellenza e storico dell’Isola d’Ischia?
«”O’ Rangio Fellone” è la storia dell’isola di Ischia. Amici che hanno una certa età mi raccontano sempre che negli anni 60-70 era il top dei locali con cantanti nazionali come Mina e Peppino di Capri. È una struttura unica e bellissima. Noi abbiamo messo questo piede a Ischia non con la presunzione d’insegnare qualcosa agli imprenditori ischitani del settore: vogliamo entrare a far parte del territorio, creare partnership e sinergie con tutti gli imprenditori ischitani dell’ospitalità per fare sì che questa isola abbia il giusto riconoscimento. Secondo me Ischia non ha nulla da invidiare a Capri, a Mykonos, a Ibiza anzi, per certi versi è anche più bella. Noi cerchiamo di fare squadra con tutti, anche con l’amministrazione, per alzare l’asticella della ricettività per un turismo di qualità da cui ne beneficerà tutta la popolazione e tutta l’isola».
LA SCUSA DEL METEO
– L’estate turistica 2023 è partita a rilento, sembra solo per l’isola di Ischia. Maggio, ma soprattutto giugno, hanno detto invece che stiamo recuperando, in termini di arrivi. Ci possiamo allora aspettare, ci auguriamo, una seconda parte di stagione molto forte. Quali sono le prospettive del Punto Molino?
«La stagione è partita lenta anche per questioni meteo, ma, secondo me, quando parliamo di questioni meteo ci diamo un alibi, perché non è vero: con la giusta comunicazione e con il giusto posizionamento, Ischia potrebbe essere bella anche quando piove. Noi siamo entrati a febbraio, ad aprile abbiamo aperto l’albergo e non c’è stato il tempo per posizionarci su canali internazionali adeguati.
Lo faremo sicuramente l’anno prossimo. Questo è un albergo che può stare aperto nove/dieci mesi all’anno con un 80-90% di occupazione. Esistono brutte strutture termali, in posti sperduti, dimenticati da Dio e dagli uomini, che fanno un milione di presenze e milioni e milioni di fatturato. Qui a Ischia c’è tutto e non vedo perché non si debba lavorare per periodi lunghi».
SCUOLA DI FORMAZIONE
– Una delle accuse che viene spesso rivolta agli imprenditori ischitani e in generale a noi ischitani, è quella di non riuscire mai a fare sistema, di andare ciascuno per la propria strada e di non essere capaci di concretizzare una parola molto alla moda: “sinergia”. Cosa può fare un imprenditore che ama Ischia, ma che non è ischitano, per invertire questa tendenza? Ha detto che è pronto a collaborare con tutti, ma in concreto come si può fare sistema in un settore dove c’è tantissima concorrenza come quello ricettivo?
«Questo è un limite non degli imprenditori isolani, ma di tutti quelli italiani che vedono chi fa lo stesso lavoro come concorrente. Io, invece, li vedo come colleghi e dico che se ci mettiamo insieme, uno più uno farà tre, non farà due. Noi possiamo portare l’esperienza, l’umiltà nel cercare di capire come funziona il territorio e provare a creare questa sinergia. Abbiamo una scuola di formazione dove formiamo figure per l’ospitalità e la ristorazione e sarei ben lieto se gli imprenditori dell’ospitalità isolani entrassero a fare parte della scuola di formazione. L’abbiamo creata aperta, non chiusa solo per noi e si potrebbero abbinare due aspetti importanti: prima di tutto risolvere il problema alle aziende che non trovano dipendenti formati, poi dare un’opportunità di lavoro e di crescita ai giovani locali che non devono lavorare solo stagionalmente. Noi abbiamo strutture anche all’estero e lavorano 12 mesi all’anno e potremmo far lavorare questi giovani all’estero e fargli fare un’esperienza di vita e culturale che gli servirà tantissimo».
SCELTE CONDIVISE
– L’abbiamo conosciuta imprenditorialmente al Punta Molino, ma Roberto Imperatrice è amministratore delegato di una grande realtà che a Ischia non conosciamo ancora e che si chiama “Fedegroup”. Se in due parole volessimo presentare agli ischitani cosa c’è attualmente dietro al Punto Mulino e cosa rappresenta, a livello nazionale, Fedegroup, cosa gli potremmo dire?
«Fedegroup è una public company. Si chiama così perché è partecipata da un fondo di private equity d’investimento, dove gli investitori sono istituzionali: casse di previdenza, banche, assicurazioni. Noi, essendo una multinazionale, abbiamo circa 1500 dipendenti e 70/80 strutture in Italia e possiamo portare qui la nostra esperienza.
L’azienda non è mia, io non sono il padre padrone. Io devo fare sì che funzioni, che gli investitori abbiano il giusto riconoscimento e che tutto sia fatto nel rispetto delle regole e dei territori dove abbiamo le strutture. Io non voglio trascurare il Sud per il Nord, anche se la società ha sede a Milano: vedo prospettive di sviluppo in Campania, Puglia e Sicilia, le regioni in cui, nei prossimi 3/4 anni, il turismo crescerà a due cifre più che in altre regioni. Noi diamo la disponibilità a farlo insieme, non vogliamo fare noi i capitani, ma vogliamo condividere le scelte con gli imprenditori e l’amministrazione, perché anche l’amministrazione deve fare la sua parte».
Solo chiacchiere
Manca di sicuro una nave di traghetaggio che trasporti mezzi e passeggeri a costo basso, ma soprattutto a richiesta. Un tempo si facevano delle corse “straordinaria “ per far si che passeggeri e auto potevano raggiungere Ischia o la terra ferma. Oggi uno trova un camera ma non il posto su un traghetto perché è tutto esaurito.