In questi giorni il dramma demolizioni è di drammatica attualità. Dalla manifestazione di protesta del 28 dicembre all’accorato appello della famiglia di Serrara Fontana con una bimba malata. La presidente di Adi e Croce Rosa Ischia Soccorso Rosa Iacono, in prima linea anche in questa battaglia, ha deciso di appellarsi al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La lettera aperta ha appunto ad oggetto: «Fermare gli abbattimenti per l’abusivismo di necessità».
Un appello rivolto anche a tutte le istituzioni competenti. Scrive Rosa Iacono: «Cara Giorgia, fin dal primo momento della tua nomina a Presidente del Consiglio dei Ministri sono stata contenta ed ho seguito tutte le fasi del tuo insediamento da quando al Quirinale hai suonato la campanella alla presenza di Sergio Mattarella, grande Presidente e padre di tutti noi italiani.
Mi chiamo Lucia Rosa Iacono e sono stata madre di un figlio cerebroleso, perché trascurata al momento del parto, che è venuto a mancare a 26 anni e 6 mesi vivendo come un vegetale, ma questa sfortunata circostanza non l’ho mai vissuta come una disgrazia; al contrario, mi ha dato la forza di combattere contro tutte le avversità della vita soprattutto nell’ambito della disabilità. Dal 1987 sono stata e sono tuttora Presidente dell’Associazione Disabili Ischia e fondatrice di un Servizio di Trasporti Infermi con un’Associazione alla quale gli altri volontari fondatori mi fecero l’onore di dare il mio nome “Croce Rosa Ischia Soccorso”. Con questa Associazione di Volontariato ho gestito fino a pochi mesi fa 3 postazioni del 118 regionale che poi, causa gelosie e cattiverie varie, non gestisco più. Ma ciò non mi sconforta né mi scoraggia, continuerò, come ho sempre fatto, a combattere per risolvere le problematiche dei disabili e di tutte le persone deboli bisognevoli di aiuto, alle quali ho dedicato gran parte della mia vita. Sono stata tre volte sulle reti nazionali della tv affrontando temi relativi alla malasanità ed altro.
Io ho 77 anni e la mia vita, oltre a combattere contro varie avversità, è stata anche piena di gioie e soddisfazioni, non ultima è stata quella di aver ricevuto lo scorso 2 giugno 2024 l’onorificenza da parte del Presidente della Repubblica, controfirmata anche da te, di “Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana”, un onore e una gioia che mi ha riempito il cuore.
Cara Giorgia, scusami se ti do del tu, ti parlo come una madre e come amica di una grande donna quale ti considero veramente. Non farti intimorire da nessuno. Stai andando forte e le critiche che ti muovono sono solo gelosie nei tuoi confronti, anch’io ne ho avuta tanta, però il Signore mi ha sempre guidata ed anche in questo momento mi suggerisce che solo tu, con la tua autorevolezza, puoi agire per frenare le ruspe con le quali si vuole buttare a terra le case della povera gente che ha fatto tanti sacrifici per avere un tetto sulla testa.
I “CAVOLFIORI”
«Sai bene che la casa è un diritto di tutti, anzi dovrebbe essere lo Stato a provvedere a tale necessità, ma da quanti anni non si costruiscono più case popolari? E’ vero, in ciò tu non hai alcuna responsabilità, ma è colpa delle istituzioni locali e regionali che in questi anni non hanno saputo gestire la cosa pubblica, i cui responsabili più volte sono stati definiti da me “cavolfiori”. Non si può e non si deve buttare a terra abitazioni dove vivono bambini, anziani e disabili. Così come si sta facendo al nord con il Decreto “Salva Milano”, si può e si deve trovare una soluzione per la nostra problematica isolana.
Sul territorio isolano, già afflitto da eventi catastrofici naturali quali frane e terremoti, non dovuti assolutamente all’abusivismo edilizio, si parla di circa 500 abitazioni che devono essere buttate giù, tutte abitate da famiglie di lavoratori che hanno costruito a forza di sacrifici, e non si tratta di ville o seconde e terze case.
Cara Giorgia, ti ammiro tanto, sei una donna con i dovuti attributi, si è visto anche da come hai gestito il rilascio della giornalista italiana da parte del governo dell’Iran, ti prego se ti è possibile di occuparti di questa ulteriore patata bollente. Solo un Decreto del Governo potrebbe fermare l’azione della Magistratura che purtroppo non può fare a meno di applicare le leggi vigenti e procedere alle demolizioni.
Carissima Presidente del Consiglio, so bene che sei presa da tanti impegni, come vorrei, un giorno, incontrarti e stringerti la mano, anche se so che non sarà mai possibile ma attendo con ansia e tanta speranza una risposta a questa mia richiesta. Che il Signore illumini e protegga sempre te e chi opera nel bene».