E’ dal 1998 che ci conosciamo con Rosaria e Salvatore. Dopo la mia prima campagna elettorale, con loro si creò un rapporto di silente ma intensa amicizia che li ha visti presenti in tutte le occasioni più intime della nostra vita pre-coniugale e matrimoniale. Pochi mesi dopo, Rosaria è diventata anche l’angelo custode della nostra casa e del nostro ufficio, al punto da definirla affettuosamente “architetto” per l’ordine quasi maniacale e la capacità di dare un verso giusto ad ogni cosa, oltre alla strabiliante abilità di ricordare alla perfezione e in qualsiasi momento il posto esatto in cui era stato riposto questo o quell’oggetto, anche a mesi e mesi di distanza.
Quando la mamma di Rosaria si ammalò, il nostro “architetto” si trovò nell’impossibilità materiale di assisterci, dovendo dedicarsi in modo diuturno alle sue esigenze sempre più incombenti. Fu allora che, grazie a lei, entrò nella nostra vita anche Patrizia: un fiume di energia, una carica di simpatia, una buongustaia come poche e, soprattutto, una donna in grado di stregarci sin da subito con il suo sapersi rendere persona di famiglia almeno quanto Rosaria.
Dopo la dipartita della mamma di Rosaria, questa decise di continuare a condividere con Patrizia l’impegno che aveva con noi, perché da donna di antichi principi riteneva fosse giusto così. E fino a ieri, Rosaria e Patrizia sono state le anime belle di casa nostra, quelle che sapevano averne cura quanto e più delle loro, ma soprattutto anticipando sistematicamente con il loro saper fare tutto quanto necessario portare a compimento. E qualche cornice sistematicamente spolverata e riposta capovolta piuttosto che l’ago della pesapersone stravolto, un soprammobile rotto o una maglia ristretta da lavaggio errato, di tanto in tanto, non sono mai riusciti a mitigare l’importanza di un’opera preziosa basata, essenzialmente, su affetto e fiducia reciproci.
Fino a ieri. Sì. Perché da oggi Rosy e Patty cominceranno a dedicarsi a tempo pieno alle loro splendide famiglie, fatte di figli, nipoti e mariti come “Francone”, che più di tutti, al momento, necessita essere assistito più costantemente di sempre. Un tuffo al cuore le lacrime di Catrin che hanno condito il loro abbraccio nel salutarsi; la conclusione di un’epoca, per me, nel ricevere indietro quelle chiavi di casa che ho sempre considerato in mani sicure come le mie. C’est la vie!
p.s. auguri, Mamma. Oggi ne avresti compiuti novanta!