In vista del convegno su “Sviluppo e Tutela del Paesaggio” a Sant’Angelo ci siamo confrontati con l’ing. Rosario Caruso, vice sindaco del Comune di Serrara Fontana.
– Venerdì alla Sala Convegni dell’hotel Miramare Resort un importante appuntamento, un momento di confronto sul territorio e l’ambiente, ma soprattutto un momento di confronto tra realtà territoriale, la Soprintendenza e la Regione Campania.
«Mi permetta di fare una premessa: come isola stiamo vivendo un periodo con un po’ di sofferenza, nonostante abbiamo delle potenzialità enormi, viste le risorse naturali, paesistiche, storiche davvero impareggiabili. Eppure alcune di queste vengono sottovalutate, altre vengono svendute, altre sono inespresse. Quindi, per cercare di cambiare almeno un po’ la rotta all’economia dell’isola si devono intraprendere una serie di azioni, nello specifico di riqualificazione del territorio, di rivalorizzazione dell’immagine e delle risorse stesse. Dunque dobbiamo partire dal territorio per riqualificarlo ma nel rispetto del paesaggio. E’ questo uno dei temi che sarà affrontato venerdì all’hotel Miramare, e visto che in questo periodo sta entrando nel vivo il lavoro del nuovo Piano paesistico regionale, vogliamo appunto confrontarci con la Regione Campania, col vicepresidente regionale, col nuovo Soprintendente, ma anche con il consigliere del Ministro della Cultura, e con altri professionisti, per affrontare il tema della sicurezza strutturale dei nostri edifici, della riqualificazione degli immobili. In terraferma si parla di rigenerazione urbana: qui pensiamo a una rigenerazione del paesaggio per cercare di favorire uno sviluppo organico e compatibile con le risorse dell’isola d’Ischia».
IL NODO CONDONI
– Prospettive ovviamente auspicabili. Tuttavia questo ragionamento si blocca di fronte ai condoni.
«L’esame delle istanze di condono sta andando avanti. Purtroppo affrontiamo e scontiamo dei ritardi certamente lunghissimi, visto che la prima e la seconda legge condonistica risalgono al 1985 e al 1994. Questi ritardi sono dovuti anche ad aspetti burocratici, ad esempio piani di dettaglio approvati o ancora in itinere. Oggi fortunatamente questi nodi sono sciolti. Stiamo esaminando le istanze, stiamo rilasciando i condoni, e dunque anche questa problematica può essere finalmente risolta, ovviamente nei casi in cui è possibile rilasciare la sanatoria: non dobbiamo dimenticare che vi sono dei luoghi in cui i condoni purtroppo non posso essere rilasciati, e pertanto bisogna ragionare su se e come realizzare delle delocalizzazioni, ove sia possibile».
– La frana del 26 novembre ci pone un interrogativo nuovo e molto più pressante rispetto al passato, che è quello della sicurezza dei luoghi oltre che della bellezza.
«Esatto, e per questo bisogna superare l’attuale piano paesistico: questo è uno dei temi, se non il tema al centro del convegno. Oggi l’attuale piano paesistico prevede una serie di limitazioni, come la norma che prevede che non si possano fare ristrutturazioni su immobili realizzati prima del 1945, o demolizione e ricostruzione di tali immobili, e ciò cozza con quello che è lo spirito del “110”, cioè quello di voler rendere sicuri gli immobili con un miglioramento o adeguamento tramite demo-ricostruzione, oppure l’efficientamento energetico. Dunque, sicuramente questo tema va superato nell’interesse del territorio, ma anche per quanto riguarda la sicurezza dei cittadini. Altro tema è quello della immodificabilità dell’andamento naturale del suolo nelle zone a protezione integrale: spesso dopo il 26 novembre abbiamo sentito parlare della necessità dei terrazzamenti, tuttavia qualcuno si è dimenticato che l’attuale piano paesistico nelle zone a protezione integrale vieta appunto la realizzazione di nuovi terrazzamenti. Quindi, tutti questi temi vanno evidenziati a chi ha l’onere di redigere il nuovo piano paesistico per cercare di superare queste criticità».