domenica, Dicembre 29, 2024

Rraspori marittimi, la rabbia di Vito Iacono

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Vito Iacono | Non mi hanno mai appassionato le vicende giudiziarie, riconoscendo, in punto di diritto, e non solo, per cultura, la presunzione di innocenza fino all’ultimo grado di giudizio. Ma questo mio pensiero ed orientamento non può assolvere dalla responsabilità etica, morale, politica lo schifo nella gestione delle concessioni demaniali e dei trasporti marittimi che hanno una diretta ripercussione nella vita di migliaia e migliaia di anziani, malati, giovani studenti e sportivi, lavoratori, di una comunità che merita ed ha bisogno di ben altro.

Spesso si dimentica che il mare è di tutti e così anche le aree demaniali, e nella gestione degli stessi bisogna salvaguardare prioritariamente i diritti ed i bisogni della collettività. Ricordo l’arroganza e la presunzione, ai limiti della violenza, di qualche ufficio regionale, quando nella qualità di consigliere comunale chiedevo conto in ordine all’imbroglio, il grande imbroglio, del porto di Forio e quando chiedevo di non rinnovare quella concessione perché il socio privato non aveva assolto agli obblighi derivanti dalla gara e, ancora peggio, il Comune e la pubblica amministrazione non traeva vantaggio alcuno da quella gestione e da quella concessione. E così per i trasporti marittimi.

Diciamo la verità è quanto meno strano, per non dire vergognoso, sospendere le corse sulla tratta Ischia – Napoli, perché “giustamente” non convenienti, e noleggiare ad un’altra compagnia, partecipata dalla stessa e che dispone ancora di un finanziamento pubblico, il traghetto destinato a quella tratta, come è incomprensibile la sospensione domenicale di una corsa strategica per Pozzuoli e tante, tante altre, troppe, distorsioni. Se non ci sono le condizioni per garantire il servizio per comprensibili valutazioni imprenditoriali è giusto che il problema venga affrontato dalla politica, chiusa nel suo solito, connivente e complice silenzio.

E però è giusto che la valutazione in ordine alla convenienza venga sviluppata nell’arco dell’intero anno solare. Non si può utilizzare il mare di tutti quando conviene e lasciare tutti a piedi quando non conviene. E lo STATO non lo può e non lo deve consentire! C’è un problema di sopravvivenza sulla nostra Isola in ordine al trasporto delle merci, alla cura degli ammalati, a poter, regolarmente, godere del dititto allo studio, al lavoro, allo sport, allo svago e se, come è evidente, le compagnie marittime, almeno di inverno (SIGH! SIGH!) ed i sindaci non se ne vogliono fare carico, mi sembra giusto che l’Isola esca dal torpore e si svegli e dica BASTA. Confido molto nei giovani e nelle donne in questa battaglia che è una battaglia di CIVILTA’ e per la VITA!

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