sabato, Novembre 23, 2024

Sale la temperatura nel golfo di Napoli. Un grado in più rispetto alla media degli ultimi sette anni. La preoccupazione dei pescatori

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Il mare del golfo sale sempre di più di temperatura. Per l’esattezza  sale di un grado rispetto alla media degli ultimi 7 anni. I dati scioccanti sono stati rilevati dal progetto MedFever, che ha gettato luce sulla tragica realtà del Mar Mediterraneo.  L’inverno appena passato ha testimoniato un aumento spaventoso della temperatura media del golfo di Napoli, raggiungendo i terrificanti 15,5 gradi. Ma non è solo il golfo di Napoli ad essere colpito da questa crescente ondata di calore. In quasi tutti i mari italiani, le temperature stanno aumentando in modo preoccupante, soprattutto nell’Adriatico, con valori che superano di gran lunga la media del periodo 2020-2022.

I risultati allarmanti del progetto MedFever sono stati confermati dal sistema previsionale ENEA MITO, che monitora la circolazione marina nel Mediterraneo. Questo progetto, sviluppato da un team di scienziati coraggiosi e subacquei volontari, ha installato una rete di sensori-termometro in punti strategici lungo la costa italiana. Dai fondali dell’Isola del Giglio alla Sicilia, dai mari intorno alla Sardegna fino al Golfo di Cagliari, nessun luogo è esente dal calore distruttivo. Il coordinatore del progetto, Eleonora de Sabata, sottolinea l’importanza cruciale dei dati raccolti da MedFever. Queste informazioni vanno oltre la superficie del mare e ci rivelano ciò che accade sul fondo marino delle aree costiere. In questa situazione di emergenza, il contributo dei centri subacquei è fondamentale per il monitoraggio quotidiano della salute dell’ecosistema marino. Ogni individuo, dalla comunità scientifica ai cittadini appassionati, ha un ruolo fondamentale nel proteggere le nostre preziose risorse acquatiche.

Ma il quadro generale è ancora più allarmante. Il trend negativo delle temperature marittime nel golfo di Napoli continua a peggiorare. Negli ultimi quarant’anni, i fondali marini hanno registrato un aumento spaventoso di circa 1,5 gradi. I dati storici della stazione zoologica Anton Dohrn confermano l’aumento preoccupante e gli effetti devastanti del cambiamento climatico. Il modello di circolazione MITO dell’ENEA offre uno sguardo ancora più inquietante sul futuro dei mari italiani. Anomalie termiche di circa +0,5 gradi a 100 metri di profondità nel golfo di Napoli e picchi di +1 grado nel Tirreno, nello Ionio centrale e nel canale di Sicilia ne sono la prova tangibile. Ernesto Napolitano del laboratorio ENEA di modellistica climatica sottolinea l’allarme lanciato dal Servizio UE Copernicus: aprile 2024 è stato globalmente il mese più caldo mai registrato sulla terraferma. La temperatura superficiale media globale del mare è stata di 21,04 gradi, superando ogni record precedente.

Queste cifre non sono solo numeri astratti; indicano che siamo solo all’inizio di un processo distruttivo che si ripeterà sempre più spesso. Il nostro pianeta sta gridando aiuto mentre le nostre risorse marine si consumano sotto la fiamma infernale dell’aumento delle temperature. Di fronte ad una situazione simile non nascondono grandi preoccupazioni i pescatori locali. “Da tempo – ci dice Gerardo – stiamo lanciando l’allarme che risuona come un grido di disperazione nel golfo. Segnali inequivocabili di uno squilibrio ambientale si stanno manifestando sotto i nostri occhi, minacciando la sopravvivenza stessa dell’ecosistema marino. Le nostre reti  sono sempre più vuote, con una diminuzione drammatica delle specie ittiche che un tempo abbondavano. L’acqua è diventata torbida e inquinata, privando le creature marine della loro fonte di nutrimento e di un ambiente sano. Ogni giorno ci troviamo  a lottare per la loro stessa sopravvivenza, ma anche per preservare l’equilibrio fragile di questo prezioso mare. La situazione è critica e richiede azioni immediate e decise per invertire questa pericolosa tendenza”.

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