giovedì, Dicembre 26, 2024

“Salvare il tribunale”, tutta la strategia degli avvocati di Ischia

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Battaglia. Incontro decisivo con i vertici dell’Associazione Forense di Napoli e di quella nazionale

Paolo Mosè | Una riunione resasi necessaria proprio per mettere a fuoco le iniziative da intraprendere per convincere il Parlamento ad approvare questa “benedetta” proroga di due anni della sezione distaccata di Ischia. Un incontro che si è svolto alcuni giorni fa presso la sede del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli. Hanno partecipato i vertici della classe forense partenopea, di quella nazionale, nonché i vertici dell’Associazione Forense dell’isola d’Ischia con in testa il presidente Gianpaolo Buono. Si è deciso di predisporre una serie di iniziative che possono ricevere l’interessamento dei mass media, in modo tale che i parlamentari, i responsabili della giustizia dei partiti di maggioranza e non, possano conoscere quali sono i danni che si provocherebbero in caso di chiusura non solo della sezione distaccata di Ischia, ma anche di quelle di Lipari e d’Elba. Interventi mirati e soprattutto sollecitati dal Consiglio nazionale che governa l’avvocatura italiana.

Interventi per reclamizzare importanti iniziative che dovranno svolgersi sull’asse Napoli-Roma. Nel capoluogo campano è previsto un convegno su un tema specifico: la presenza degli uffici giudiziari nelle aree periferiche dei grandi centri urbani. E soprattutto nelle isole minori, che sono fortemente penalizzate nel ricevere costante attenzione per i servizi primari. Isole in qualche modo abbandonate al proprio destino con scarsa attenzione nella sanità, nel governo degli istituti scolastici, trasporti a volte gestiti senza quella attenzione che meritano delle località turistiche.

E per non parlare della presenza del palazzo di giustizia che è elemento di civiltà e garanzia per i cittadini. E’ su quest’ultimo tema il confronto che si vorrebbe sviluppare nella sede centrale della Camera di commercio di Napoli. All’incontro dovrebbe partecipare anche il commissario europeo per la giustizia. Il commissario è più volte intervenuto per richiamare gli Stati ad un’attenzione maggiore per quei territori disagiati. E la decisione del Ministero della Giustizia, di alcuni direttori generale dei dipartimenti dello stesso dicastero, nonché alcune forze politiche presenti nei due rami del Parlamento dicono sostanzialmente che sarebbe più utile chiudere queste tre realtà isolane. Perché innanzitutto costano troppo e dicono che non sono efficienti. Chiacchiere a buon mercato. Perché l’efficienza di un ufficio giudiziario come quello di Ischia non ricade sulle spalle degli Enti locali o sugli avvocati. Bensì sulla presidenza del tribunale e lo stesso Ministero che hanno l’obbligo e il dovere di inviare i magistrati necessari per far funzionare il settore civile, quello penale, nonché garantire la presenza di personale di cancelleria. E quando queste forze sono assenti, non vengono inviate sulle tre isole, è chiaro che l’ufficio ne risente e vi è un rallentamento della produzione di sentenze e di risposte alle richieste della cittadinanza. Hanno scaricato sulle comunità le colpe, per dire sostanzialmente che è giunto il momento di chiudere definitivamente le tre sezioni distaccate e mandare tutti a lavorare nelle sedi centrali dei tribunali.

MASS MEDIA DISTRATTI
Una teoria che appare strampalata. Non corretta e gli avvocati hanno cercato di controbattere in tutti i modi, non riuscendo però a far breccia su quella Commissione Giustizia che si è in qualche modo atterrita mettendo da parte il voto per dare il via libera alla proroga per altri due anni. Dopo che erano arrivate pressioni da parte del Ministero della Giustizia di non concedere nulla a queste realtà discriminate, che sono lontane dalla terraferma ed hanno problematiche diverse rispetto ad altre realtà territoriali.

Ma la battaglia non è finita ed è per questo che si è reso necessario questo incontro per mettere a punto le iniziative future da portare avanti nei prossimi mesi. Non è facile aprire delle brecce, delle attenzioni in un momento così delicato dove a prevalere sui mass media è la guerra in Ucraina. Speriamo che finisca presto per consentire di avere una maggiore attenzione degli organi d’informazione, che non sono particolarmente sensibili alle problematiche che provengono dal territorio ed in particolare dalle isole. Hanno più attenzione verso richiami che provengono dalla magistratura o dal pettegolezzo politico che non porta a nulla di significativo per la crescita dell’Italia. Siamo messi male.

Ma gli avvocati di Ischia non demordono e assicurano che da qui a qualche mese ci saranno iniziative che attireranno l’attenzione dell’intero Parlamento italiano. E’ in procinto di organizzarsi un altro incontro, questa volta a Roma. A pochi passi da Montecitorio, con un possibile sit-in all’ingresso principale del Parlamento. In modo che tutti i deputati che devono entrare, all’esterno si troveranno di fronte una schiera di avvocati proveniente da Ischia, Lipari ed Elba che chiedono un proprio sacrosanto diritto: la civiltà della giustizia delle proprie realtà. Non è una richiesta da poco, vista la burocrazia, il potere forte della magistratura che rema in senso inverso e gli avvocati hanno difficoltà a contrastare questo potere che è diventato il più importante nella nostra Repubblica.

LA DICHIARAZIONE DI CELLAMMARE
Per l’avvocato Francesco Cellammare, segretario dell’Assoforense ischitana, «non sarà facile chiudere il nostro ufficio giudiziario. Venderemo cara la pelle. Il nostro obiettivo è quello di portare più gente possibile fuori al palazzo del Parlamento. Il Consiglio dell’Ordine è disposto a venirci incontro economicamente per il fitto degli autobus per trasportare centinaia di giovani isolani che hanno già dato dimostrazione nel passato quando organizzammo quella famosa marcia che bloccò per un’intera mattinata i comuni dell’isola d’Ischia. Ora vogliamo andare oltre, far sentire la nostra voce più forte, più determinata alla classe politica che in alcuni momenti si è dimostrata succube della magistratura. Un atteggiamento sbagliato, che va corretto, perché prima di tutto vi sono gli interessi della comunità e poi vengono quelli che interessano le varie caste.

Vorremmo portare a Roma i giovani studenti, l’intera classe forense isolana e anche i cittadini che hanno a cuore che non vada di dispersa la presenza di un ufficio giudiziario che è presente ininterrottamente da diverse centinaia di anni. La soppressione sarebbe un colpo terribile per tutti noi. Questo non deve accadere assolutamente. Ne va della nostra dignità di cittadini isolani e di avvocati pronti a far sentire la nostra voce».

SMUOVERE LA POLITICA
La classe forense è determinata. Vuole arrivare nei primi mesi di autunno già con l’approvazione della proroga. Alla manifestazione, che dovrebbe tenersi subito dopo la fine di questi scontri da guerrafondai, le Associazioni forensi dell’Isola d’Elba e Lipari con la partecipazione anche in questo caso di studenti delle due realtà isolane. Si chiederà, inoltre, la partecipazione delle forze economiche ed imprenditoriali che sono presenti nelle realtà con il coordinamento dell’Associazione delle Isole Minori guidata da Francesco Del Deo. Si spera che qualcosa faranno, si faranno sentire, smuoveranno le coscienze dei propri colleghi di partito il senatore di Forza Italia Domenico De Siano e l’europarlamentare del Partito Democratico Giosi Ferrandino. Due personaggi politici che hanno un peso, una rilevanza a livello regionale e che hanno rapporti molto stretti con i leader dei rispettivi partiti.

C’è invece l’interessamento diretto del presidente della Giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca, e del sindaco metropolitano di Napoli, Gaetano Manfredi, che hanno già iniziato a tessere le fila per convincere gli esponenti di rilievo dei due rami del Parlamento per approvare in tempi rapidi la proroga di almeno due anni della sezione ischitana. Altrettanto faranno i presidenti delle Giunta regionale della Toscana e della Sicilia e numerosi parlamentari di queste realtà per spingere per ottenere quanto richiesto con maggiore forza rispetto a qualche mese fa. Dobbiamo soltanto aspettare gli eventi, sperando che vinca il buon senso e il rispetto delle realtà cosiddette minori del territorio nazionale.

1 COMMENT

  1. quando si tratta dei diritti degli studenti dell’isola d’Ischia….più classi, abolizione dei doppi turni, plessi inagibili,ecc…non si è fatto niente.
    Ora per i propri interessi si pretende di “portare gli studenti dell’isola d’Ischia” a montecitorio.

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