Incontriamo il consigliere comunale avv. Salvatore Serpico per provare a fare chiarezza su questo avvio dell’amministrazione di Stani Verde a Forio.
– Parliamo della gestione della delega più calda. Al gruppo Passione per Forio sono state affidate le deleghe che riguardano anche la viabilità. Partiamo subito dal caso più caldo, quest’ora in più di chiusura del Corso Francesco Regine. Diversi cittadini hanno criticato lo spostamento dalle 13 alle 14. Vito Iacono ha detto la sua, Stani Verde ha chiarito quale era la decisione dell’Amministrazione. Con te che l’hai suggerita proviamo a comprenderne la genesi…
«Diciamo che da un po’ di tempo, da quando è subentrata la nuova amministrazione targata Stani Verde, c’è un elemento positivo, che intendo sottolineare, che finalmente si incomincia a parlare tra la gente. Si inizia dai cittadini, che si sentono protagonisti di un determinato percorso attraverso interventi prevalentemente sui social. Ma anche attraverso diverse richieste che provengono presso la segreteria del Comune. Quindi c’è da parte della gente un farsi carico dell’amministrazione, un sentirsi parte integrante. Una critica e un confronto che era assolutamente mancato negli ultimi dieci anni. Quindi, per quanto mi riguarda, sono assolutamente aperto a ogni valutazione, a quelle che sono le critiche normali anche da una parte politica. Mi rivolgo alla minoranza, che cerca di mantenere vivo quello che è il proprio terreno, il criterio che si sta utilizzando è molto semplice: un criterio di equilibrio, di ragionevolezza e di razionalizzazione.
E’ lo stesso criterio che insieme a Verde, insieme a tutto il gruppo Passione per Forio si sta utilizzando in queste scelte. Tant’è che io sono stato chiamato ad intervenire ancor prima del conferimento della delega in tutta una serie di situazioni, nel caso specifico in relazione alla questione specifica della Ztl. Diciamo che è impossibile pensare che in qualsiasi centro storico o in qualsiasi parte centrale si possa aprire il traffico e i periodi di apertura siano più lunghi rispetto a quelli della chiusura. Abbiamo avuto diverse sollecitazioni da parte delle numerose strutture ristorative di bar e ricettive lungo il Corso, che fortunatamente sono sempre di più e che ci inviavano dei video. Ma anche noi vedevamo che nel momento in cui si apriva alle 13, si formava questo ingorgo di auto che cercavano di entrare che arrivava fino all’Hotel Nettuno e questo contestualmente faceva sì che i turisti e chiunque si trovasse seduto al bar o presso i ristoranti fosse costretto a mangiare respirando smog. Avevamo avuto una richiesta da parte di queste strutture, addirittura di protrarre la chiusura fino alle 16. Anche in questo caso un criterio di ragionevolezza ci ha consentito di stare in equilibrio, di posticipare in questa fase iniziale alle 14. Un orario nel quale comunque la gente ha terminato o sta per terminare il proprio pranzo o eventualmente l’aperitivo il caffè. Dunque un equilibrio tra l’interesse di chi vuole fruire della piazza rispetto a chi ha interesse a rientrare nelle proprie abitazioni».
EVITARE GLI INGORGHI
– Questo è il primo argomento. Altra decisione che non ha suscitato molte polemiche, soprattutto in vista della temporanea esecuzione che mi sembra una soluzione che meriti ancora molta attenzione, è lo spostamento delle due fermate del bus, quella alla foce del porto, dove si imbocca il più grande doppio senso, e quella un po’ più a sud, all’altezza della farmacia all’esterno di Monterone. Credo che manchi ancora qualche infrastruttura perché a vedere i turisti e i cittadini seduti sul marciapiede sotto il sole a Monticchio sembra che sia una soluzione sbagliata. Invece mi sembra di capire che ci saranno sviluppi. Allora anche lì c’era un problema di urgenza?
«E’ un problema un po’ più complesso. Nel lungo periodo l’urgenza è legata al traffico viario e alla viabilità. Sappiamo che nel periodo di punta di luglio-agosto si deve cercare di “sminare” quelli che sono i punti caldi. Uno dei punti caldi era Monterone. L’altro è il porto di Forio, nella parte bassa del paese. Lo spostamento è stato richiesto. Come tutti sanno, mio padre era autista dell’Eav e ho tantissimi parenti all’interno, quindi è un ambiente, un settore che assolutamente mi è familiare. Questa richiesta proveniva anche dagli stessi autisti dell’Eav, in quanto spesso verificavano che nel momento in cui si fermavano di fronte alla farmacia di Monterone o nella parte bassa del porto, prospiciente il bar Copacabana, si creava un imbuto.
Per quanto riguarda Monterone e il lato Monticchio è evidente che il bus, trovandosi in uno spazio sicuramente più laterale, consente il passaggio del traffico sul lato nel lato sinistro, tant’è che questo l’abbiamo monitorato spesso noi stessi. Da quando è stato attuato questo spostamento gli imbuti in via Cava delle Pezze e a Monterone non si creano più, per il semplice motivo che prima le auto che venivano all’interno di Monterone rimanevano imbottigliate. Ora le auto che eventualmente intendono girare e salire per ritornare a Panza, non si trovano più incolonnate. Così sicuramente si dimezza il traffico.
PENSILINE ALLE FERMATE
«Per quanto riguarda l’aspetto futuro della critica, ho sentito qualcuno che, anche se in maniera pretestuosa, sosteneva che chi attende il bus è più esposto al sole a Monticchio. Così non è, anzi c’è molta più all’ombra passando sotto Monticchio, perché per l’intera mattinata, e l’ho notato io personalmente, lì c’è l’ombra. Fermo restando che tutte le fermate, o almeno quelle più importanti, tra cui le due di cui stiamo discutendo, necessitano delle pensiline. Già abbiamo ricevuto, in tempi record di 25 giorni, l’autorizzazione della Sovrintendenza e dell’Eav. Siamo nella fase dell’affidamento e abbiamo già ricevuto tre preventivi da parte di ditte anche napoletane che si occupano di questi settori. Per adesso delle 16 fermate che ho verificato sul territorio, dieci già sono state autorizzate. Ovviamente siamo in tempi stretti, ci siamo insediati a metà giugno, sono tempi strettissimi e cercheremo in tutti i modi di fare presto. Io personalmente quotidianamente sto portando avanti l’iniziativa».
– Per capirci meglio, dieci pensiline sono già autorizzate o acquistate?
«Non sono acquistate perché siamo nella fase dei preventivi, ne abbiamo ricevuti tre. Preliminarmente abbiamo avuto tutte le autorizzazioni. Ora dobbiamo scegliere l’offerta più congrua. Ne abbiamo la possibilità, perché su tutto il territorio necessitano 15-16 pensiline. In estate o sicuramente subito dopo. Stiamo facendo i salti mortali per installarle in estate perché ci rendiamo conto che le temperature sono elevate. Dieci sono già sicure. Abbiamo avuto sollecitazioni da parte delle associazioni di categoria dei disabili e cercheremo anche di eliminare delle barriere architettoniche. Infatti tutte le pensiline verranno predisposte, nelle opere murarie e nelle opere strutturali, per dare la possibilità ai disabili di poter accedere facilmente e di ripararsi, sia d’estate che d’inverno».
L’AREA TAXI
– Questi sono i due argomenti più caldi. Altra iniziativa che vi ha visti protagonisti è che, come “custodi” della delega in qualche modo di interesse, è lo spostamento dei taxi e la trasformazione di quell’area che immagino Del Deo non avesse immaginato in questo modo, come parcheggio taxi. Però mi sembra che abbia garantito ordine.
«Siamo intervenuti sempre con lo stesso criterio cui accennavo prima. C’è un problema di emergenza collegato al fatto di organizzare un paese che sia meno caotico possibile e questa situazione creava sicuramente caos. A quella piazza di fatto, quando ci siamo insediati, accedevano taxi, taxi di fuori comune, Ncc, bus di alberghi, motorini. Senza contare la sosta di 15, 20, 30 minuti di chi si andava a prendere il caffè. Quindi era evidente che lì si creava un ingorgo. Poi, visto che all’uscita lo spazio era poco, anche lì spesso si creava lo stesso discorso che per i bus, un tappo che causava una fila fino alla Chiaia. Ora abbiamo monitorato anche questa situazione in via del tutto emergenziale. Abbiamo verificato se, attraverso una razionalizzazione delle strutture e dei posti e delle sistemazioni, si potesse evitare il problema del traffico. In particolare nelle ore di punta delle 11.00 e delle 13.00, quando attracca l’aliscafo, in tal modo l’ingorgo viene evitato. Non immaginiamo per sempre che quell’area sia riservata ai taxi.
Però voglio ricordare a chi mi critica, a chi critica questa amministrazione e che dimentica facilmente, che prima c’era una situazione nella quale i taxi sostavano comunque poco prima all’ingresso del paese, sotto Monticchio. Il che creava competizione e soprattutto un caos tra gli stessi tassisti. Quindi abbiamo cercato anche di limitare, posizionandoli in fila indiana, le possibili discussioni che potevano crearsi tra di loro. E per chi scende dall’aliscafo, la possibilità di trovare subito un taxi. Oltre all’esigenza di dividere le aree. Creare un’area per gli Ncc che abbiamo predisposto soltanto 30 minuti prima dell’imbarco e non oltre i 10 e in concomitanza con lo sbarco dall’aliscafo e muniti di voucher davanti alle tavernetta. Prevedendo il carico e scarico che prima non avveniva nello stesso momento. Su questo, in generale, ci sono state delle osservazioni da parte degli operatori, che sono abituati a scaricare un po’ dovunque, dove capita, in qualsiasi orario. Lì invece abbiamo stabilito delle aree dedicate e degli orari dedicati. Ci rendiamo conto del momento e abbiamo rispetto del lavoro. Capiamo che fanno dei carichi pesanti, ma non si può immaginare di poter caricare e scaricare in qualsiasi momento in qualsiasi zona».
L’ORDINANZA PER CARICO E SCARICO
– Legandola alla questione carico e scarico, c’è una nuova ordinanza che gestisce anche l’accesso a Monterone. Mi sembra di aver compreso che c’è stato qualche cambiamento.
«Anche lì siamo molto aperti alle sollecitazioni che provengono dalle persone del posto, perché siamo un’Amministrazione aperta, un’Amministrazione che assolutamente non lavora con i paraocchi. Siamo determinati su alcuni criteri. C’è appunto quello della razionalizzazione, di creare una linearità nelle scelte amministrative che non vengono calate dall’altro senza avere un quadro coerente. Lì abbiamo ricevuto sollecitazioni dalle persone del posto che ci segnalavano che un autoarticolato scaricava presso una struttura e presso un market presente nella zona di Santa Lucia, prevalentemente nell’orario dalle 12.00 alle 13.00, cioè all’ora di punta. Non potendo accedere sotto il cosiddetto ponte e per una questione di altezza da Monterone, aveva questa deroga che andava avanti dal 2015 o 2016 in senso inverso rispetto alla normale marcia. Era l’unica eccezione. E stato richiesto a me personalmente, poi successivamente dal comandante, se c’era la possibilità di scaricare dalle 14 alle 15. Anche su questo è stato trovato un accordo, perché dopo le 14 e le 15:00, quando sicuramente non ci sono le massaie che vanno a fare la spesa, nel periodo invernale non c’è nemmeno la concomitanza con l’uscita delle scuole di Monterone e quindi questo dovrebbe consentire, in un orario “morto”, la possibilità di adeguare il carico e scarico e contestualmente dare una linearità al traffico».
IL CASO POLITICO
– In conclusione di questa intervista, la questione politica nata a inizio settimana con l’ultimo Consiglio comunale mi sembra sia rientrata, tranquillizzando anche su questo punto. Il caso è chiuso?
«Non ho difficoltà a dirlo pubblicamente. Lo abbiamo appreso, devo dire la verità con sommo stupore, noi del gruppo in generale, ma anche altri consiglieri. Io non ero presente purtroppo per motivi familiari, non ho partecipato alla riunione di pre-consiglio né al Consiglio, ma sono stato informato della questione. È un problema che non c’è mai stato. Su questo intendo precisare una cosa: con il sindaco in particolare modo io e Michele Calise prima di altri abbiamo un rapporto di amicizia, di confronto leale. E lui sa benissimo che non siamo il genere di amici o di persone, prima ancora che di politici, che navigano nell’ombra. Tuttavia, il gesto politico del non voto ha un suo peso.
Avrebbe avuto un peso dirompente, in linea con quella che è stata l’enfasi che è stata data al fatto, qualora ci fosse stato un bilancio di esercizio finanziario targato Stani Verde. Non dobbiamo dimenticare una cosa, al di là di quelle che possano essere le forme, che assolutamente, se indagate, possono essere criticate ed essere segni distintivi di identificazione. Però io mi soffermo su quello che è il contenuto. Noi abbiamo avuto 4000 voti di scarto basandoci su quelle che sono state le lotte prima di tutto, che ha posto in essere Stani Verde con il suo gruppo di opposizione. Era un esercizio finanziario dell’Amministrazione precedente. Sappiamo benissimo che ci sono dei bilanci che, soprattutto quando vengono preparati in concomitanza di momenti elettorali, si fanno determinate forzature. E il braccio di ferro non era rivolto nei confronti di Stani, nei confronti dell’Amministrazione, anche perché non ce n’era assolutamente motivo. Era stata fatta una discussione. Il problema, il cortocircuito è nato semplicemente perché è piombato nella fase dell’approvazione in Giunta con il voto di Angela Albano e successivamente in Consiglio comunale. Un bilancio con una diffida da parte della Prefettura e quindi in 15 giorni dovevamo approvare un rendiconto che era riferito, preciso, ad un esercizio finanziario dell’Amministrazione del Deo. Questa era l’intenzione, non nei confronti, ripeto, della nuova Amministrazione, ma della vecchia Amministrazione. Un solco evidente».
– Ma a quel punto il bilancio diventa un atto obbligatorio e tecnico. Cioè, a prescindere dalle valutazioni politiche, l’approvazione. Fermo restando che, almeno da quello che mi è stato riferito, non voglio rispondere per altri, ma Michele ha preannunciato il voto favorevole. Poi successivamente non so quello che è successo. Non volevo ritornare sulla vicenda, ma chiederti soltanto se la storia era ormai chiusa.
«Semplice, la storia non è mai nata. C’è stato sicuramente un confronto, anche per capire se quello che si sentiva dall’esterno portasse qualche elemento. Noi siamo persone che sono abituate a cogliere ogni sfumatura proprio per essere più forti di prima. È stata una questione che è stata risolta da subito, da questo confronto del tutto pacifico e normale perché credo che in ogni Amministrazione, quando si passa dalla fase di fidanzamento a quella della condivisione giorno e notte e della convivenza, ci possono essere questi elementi. Però, ripeto, c’è piena fiducia nei confronti del sindaco per come sta lavorando e per l’abnegazione che sta mostrando. C’è tutto il sostegno da parte nostra a questa Amministrazione».