E’ di qualche giorno fa la notizia dell’assoluzione di Franco Monti e Salvatore Serpico dall’accusa di bancarotta fraudolenta della “Pegaso”. Con Salvatore Serpico commentiamo la conclusione di questa vicenda giudiziaria.
– Quali sono state le tue sensazioni alla lettura della sentenza?
«Devo confessare che sono state due le sensazioni che mi pervadevano. La prima era ovviamente di assoluta soddisfazione per un risultato giudiziario assolutamente importante che metteva fine definitivamente a quello strascico giudiziario che andava avanti da diversi anni e soprattutto era relativo a fatti, ricordiamolo bene, risalenti al 2007-2008. Quindi stiamo parlando di fatti di 15 anni or sono. Su questo sicuramente è stato un momento di grandissima soddisfazione. Devo dire la verità, non ho mai vissuto questa vicenda in termini di incubo, anche se eravamo in un limbo e sembrava non concludersi mai. Eravamo però assolutamente convinti della correttezza di tutta l’enorme attività svolta durante il periodo della società Pegaso e successivamente, per come era andato il giudizio, dell’ottima attività professionale svolta dal collega e amico fraterno avv. Michele Calise, a cui è doveroso fare un accenno. Un altro sentimento era sicuramente di rabbia.
Ma questo nasceva da molto lontano, all’indomani del fallimento della società. Era un fallimento che assolutamente ho cercato di evitare in tutti i modi e anche il pubblico ministero me ne ha dato atto. Però purtroppo noi svolgevamo un’attività che era sostanzialmente amministrativa esecutrice. L’attività decisionale di direzione non spettava a noi, ma era una decisione sostanzialmente politica del Comune di Forio. Di qui questo sentimento di rabbia che andava avanti da tempo. Quello era un fallimento che assolutamente non doveva avvenire, perché c’erano le condizioni per evitarlo. E io avevo creato quelle condizioni attraverso una strategia che era stata messa in campo anche in un ambito che possiamo definire particolarmente delicato. Perché c’erano tutta una serie di pressioni che ricevevamo dai fornitori, dall’Erario e quant’altro, ma in ogni caso si poteva evitare il fallimento. E il dispiacere era diventato ancora più grande nel momento in cui era nato questo procedimento penale Certo è che sicuramente eravamo sicuri del valore della mole di documentazione che avevamo prodotto al processo, ma da avvocati sapevamo bene che non sempre la verità dei fatti, la verità sostanziale è conforme a quella che poi è la verità giudiziaria».
LA POLITICA
– Tu fai politica, non l’hai mai nascosto. E questo ti ha caricato diciamo anche di un po’ di zavorra da parte degli avversari. «Il sindaco Del Deo ha sempre indicato in Franco Monti l’artefice di tutti i mali possibili del comune di Forio e anche l’imputazione per il caso Pegaso era sicuramente un ostacolo alla pratica politica.
E’ stato utilizzato già cinque anni fa in maniera del tutto strumentale e pretestuosa per attaccarmi, sebbene, legge Severino alla mano, sicuramente questo non avrebbe mai comportato, anche in caso di eventuale condanna in primo grado, l’ipotesi di incandidabilità o di incompatibilità. Nonostante questo e nonostante lo sapessi, cinque anni fa, proprio per rispetto delle istituzioni, ho fatto la scelta di non candidarmi direttamente. Lo ripeto, per il rispetto che ho delle istituzioni e alla luce di un procedimento così grave era importante non intervenire direttamente in una campagna elettorale, anche perché in questo noi ci crediamo molto.
Adesso questa sentenza ha una valenza sicuramente politica e ci consente di avere tutte le carte in regola per poter partecipare alla prossima campagna elettorale. Ma la partecipazione è un’attività che stiamo portando avanti già da tempo, non lo stiamo facendo soltanto in concomitanza del periodo elettorale. Siamo innanzitutto una squadra di amici che sta portando avanti tutta una serie di valori, di ideali che conserverà anche in una fase successiva e speriamo che questo poi possa avvenire all’interno di un contesto amministrativo valido. Ci tengo a precisare che facciamo politica nel senso stretto sicuramente perché stiamo in mezzo alla gente, la ascoltiamo. Anche per le attività professionali che svolgiamo cerchiamo di risolvere i problemi dei cittadini. Però a noi piace, e la dimostrazione è quello che è accaduto con la Pegaso, amministrare proprio nel senso più stretto della parola. Rispettando il significato di quella locuzione. Il che sta a significare per determinati problemi avere le competenze e le qualità per poterli risolvere, tenuto conto che i problemi nel caso di un Ente locale sono sicuramente numerosi e vari. Per questo c’è bisogno di avere tante persone che viaggiano nella stessa direzione».