“In tutta la mia vita ho riparato milioni di scarpe. Ma oggi il mio è un mestiere destinato a scomparire”. Si è spento a 81 anni Ciro Ferrandino, il calzolaio di San Ciro, una vera e propria istituzione del popoloso quartiere di Ischia, dove – con la sua ultradecennale attività – aveva ridato vita a sandali e mocassini.
Ed è dunque una giornata triste per chi lo aveva conosciuto e apprezzato in quella bottega dove aveva operato per 27 lunghi anni. Al “Dispari”, in una bellissima intervista ad Alessia Impagliazzo, aveva raccontato qualche mese fa: “Siamo un’isola turistica, il mio mestiere andrebbe tutelato. A chi dovrebbero rivolgersi gli ospiti in vacanza se si scuce una borsa o se occorre riparare una scarpa? Mica siamo nel terzo mondo!”. Attenzione certosina e talento innato, aveva appreso i trucchi del mestiere da Umberto De Luciano: “Nella mia famiglia nessuno faceva questo mestiere. Andavo alla prima media e non mi piaceva la scuola. Di nascosto dai miei genitori tornavo all’una e nel primo pomeriggio trovavo la scusa di giocare con gli amici per andare a imparare il mestiere. Avevo all’incirca dodici anni”.
Rivelando un pizzico di amarezza perché oggi “tutti i giovani vogliono parcheggiarsi all’Università e i genitori non invogliano i figli a imparare un mestiere. Il mio è molto umile, bisogna maneggiare le scarpe, delle volte anche quelle con un odore poco piacevole”. E si spegne, con l’esistenza di Ciro, un’altra colonna di quel quartiere, San Ciro, che egli stesso ricordò con un affresco intenso e ricco di pathos: “Quando nacqui, nel marzo 1934, eravamo all’incirca venti famiglie, la strada era piena campagna con vigneti e aranci. Dagli anni ‘60 ha cominciato a popolarsi, ormai i terreni sono diventati tutti un asfalto”.
p.r.
La notizia della tua scomparsa mi lasciato un gran vuoto,eri un uomo buono,un grande religioso,onesto e disponibile.Resterai sempre nel mio cuore e ricorderò sempre le nostre lunghe chiacchierate tra una riparazione e l altra. Ti ho voluto un gran bene e continuerò a volertene x sempre.RIP sig Ciro
Questo ammirabile signore, è mio zio Ciro, fratello di mia madre Raffaella. cuando io nacqui nel 47 , lui aveva solo 13, e cominciava a lavorare. Ho avuto il onore di conoscerlo e vedere sua grande sorrisso. Io vivo in Argentina dalle 4 anni. anchio sono parruchiera, un mestiere intrapandente e di mani lavoriose. Gli devo a miei zii, Michele e altri , il mìo mestiere. Peccatto che estammo nel sud, a 34000 qms. Ti invìo mille abracci, carìssimo zio. sei un esempio di onorabilità.