Rossella Novella, UCS-Diocesi di Ischia | Era febbraio del 2002, faceva un freddo inusuale, di quelli che poche volte si ricordano a Ischia. Sembrava quasi aver preparato un tempo che non si discostasse molto da quello che lasciava a Isola del Gran Sasso, in provincia di Teramo, tale da non risentire eccessivamente della differenza di temperatura.
Fu allora che San Gabriele sbarcò a Ischia, dalle alture di Isola del Gran Sasso al mare mosso di Isola d’Ischia.
A distanza di 22 anni , con tanta pioggia in mezzo e ferite che da allora si sono aperte e mai cicatrizzate, difficilmente puoi far finta che nulla sia accaduto e forse Gabriele, il giovane, lo sportivo, lo studente, il ballerino, queste cose le sa e se per una qualche ragione ha deciso di toccare le sponde di una terra martoriata come quella di Casamicciola, una ragione ci sarà.
In questi giorni, che non fa né caldo né freddo, che non è né estate né inverno e che tutto sembra essere sempre in quella parentesi de “il tempo aggiusta tutto, poi si vede” Lui sbarca con un sorriso sfrontato che buca l’Urna ancor prima di sbarcare.
Sorriso che rimbalza da volto in volto e appena a terra, pure Casamicciola sembra sorridere, con le sue bandierine colorate e quei palloncini che fino a un’ora prima, chi scrive giura che non c’erano. Durante la sola prima accoglienza, in una piazza Marina che all’improvviso si è popolata di gente, i colori, gli odori, gli sguardi e la solarità hanno colorato di luminoso il palco allestito all’ultimo momento, sul quale le amministrazioni tutte dei sei comuni dell’Isola, i padri passionisti provenienti da Teramo ed il Commissario Vescovile della Congrega di Santa Maria della Pietà, don Carlo Candido, hanno dato un breve benvenuto all’Urna che di breve aveva solo l’eufemistica parola. Un momento di commozione, di gratitudine, di sorpresa. Averlo qui in pochi se lo aspettavano, riuscire a farlo approdare malgrado il poco tempo per organizzarsi, ancora a ridosso della stagione estiva con i suoi frenetici impegni, in pochissimi ci avrebbero scommesso.
E tutte le forze messe in campo all’ultimo minuto, che poi non è mai l’ultimo, hanno raccontato di una forza che va oltre le miserie umane, oltre le opposizioni politiche, al di là delle incomprensioni campanilistiche tra fazioni, congreghe, parrocchie, presbiteri di ordini diversi: il sorriso del Santo ha messo tutti d’accordo, la sua storia, il suo insegnamento, la sua “Possente” presenza ha fatto tremare i polsi a tutto quello che non serve, silenziandolo.
Entusiasmo, suggestione, speranza, tutto concorre a fare in modo che per Il Giubileo della Speranza, dove tutti siamo pellegrini, non vada persa l’occasione nella quale ristabilire il corretto rapporto nei confronti di Dio, tra le persone e con il creato. San Gabriele dell’Addolorata, pellegrino di speranza in Casamicciola Terme, ha già iniziato.