Agghiacciante ad Ischia Ponte. Alla Mandra, l’ottantaduenne Pietro Scotti è stato colpito e ferito dal figlio
Gianni Vuoso | Sangue in Vico Ulisse. Un episodio che nessuno avrebbe mai voluto vedere né vivere. Ma gli abitanti del luogo, alla Mandra, sono stati costretti ad essere protagonisti di un fatto estremamente spiacevole.
Intorno alle 21, i lamenti di Isacco Scotti, meglio noto come Pietro, ottanduenne, ex marittimo, affetto da varie patologie fra cui un tumore di vecchia data, richiamano l’attenzione dei vicini che immediatamente lo soccorrono. E’ immerso in una pozza di sangue che sgorga abbondantemente dalla testa, in parte fracassata contro un vaso da fiori. A dare ulteriori informazioni dell’accaduto è il figlio convivente, Francesco, trent’anni, diplomato all’IPSSAR ”Telese”, disoccupato, in cura da anni per problemi di salute. E’ lui che dice, soddisfatto, di averlo colpito con qualche schiaffo: “Poi- precisa- è uscito in pantofole e sarà scivolato”.
Ma la versione sembra poco attendibile, visto che il ragazzo continua a dialogare con la sua ragazza, a mezzo di una videochiamata, dicendole di averlo finalmente ucciso.
Sul posto sopraggiunge, in breve, l’ambulanza e intervengono Carabinieri e Poliziotti che provvedono a identificare il giovane.
Sul luogo accorre anche l’altra figlia, Antonietta, coniugata, con un figlio. E’ lei che inveisce contro il fratello accusandolo di averla aggredita già in mattinata. Ma lui, deciso, si difende sostenendo che non sopporta ingerenze nella sua vita privata e che ormai “non è più tempo per essere buoni”.
Intanto, il povero Pietro viene trasportato all’Ospedale Rizzoli, dove si interviene per saturare la profonda ferita al capo e dove gli viene riscontrata una preoccupante emorragia cerebrale.
Nel momento in cui scriviamo, sembra che le condizioni di salute stiano migliorando ma le preoccupazioni restano. Almeno nella figlia e nei vicini.
Il figlio invece, non perde tempo a comunicare sulla sua pagina di facebook la sua incredibile e insopportabile soddisfazione. E’ qui che fotografa perfino l’asfalto del Vicolo macchiato di sangue e commenta “il mio sfondo del cellulare per non dimenticare godoooo”. Poi, fra altri post che inneggiano ai detenuti, ai camorristi, al neo presidente della Repubblica che dovrebbe legalizzare la droga, aggiunge post del tipo “avevo detto che prima o poi lo massacravo a mio padre e così è stato” e ancora “adda murì patm sang e’ gesù crist” e soddisfatto per la lontananza del padre da casa, aggiunge “comme e bell quann nn c sta nisciun a casa”! Insomma, ce n’è abbastanza per comprendere l’identità di questo giovane che tra l’altro, non è la prima volta che colpisce il padre.
Già tre anni fa, lo colpì alla schiena con un grosso bastone. E mentre la vittima si lamentava a terra, fuori casa, lui esultava per aver dato al padre ciò che meritava. Qualche anno prima, sempre in preda ad un momento di sua insoddisfazione, lo colpì violentemente lanciandogli contro un grosso vaso di fiori.
La convivenza è continuata fino all’altra sera. Forse, difficilmente potrà continuare qualora il padre dovesse ritornare a casa, come ci si augura.
Intanto, la sorella ha provveduto a denunziare il fratello: “Non si può continuare così, è un pericolo pubblico e bisognerà intervenire per trovare la soluzione migliore”.
Un episodio che ha lasciato l’amaro in bocca a quanti conoscono Pietro. Una vita trascorsa sul mare in condizioni di lavoro estremamente pesanti, come lui stesso ha più volte raccontato, con Agostino Lauro e con gli armatori venuti prima di lui. Poi, il dolore di dover affidare un terzo figlio, in un istituto di cura, dove poi è deceduto, perché incapace di intendere e volere. Come se non bastasse, la perdita della moglie colpita violentemente, da una jeep in velocità, in Via Michele Mazzella, mentre si accingeva a recarsi alla Conad per fare la spesa. Infine, la disgrazia di dover convivere con questo figlio che non gli ha mai dato tregua, che pur ha sempre ricevuto vitto e alloggio.
Ieri, mentre il padre era ancora in ospedale, in attesa di superare ogni pericolo di vita, su facebook l’ennesimo post che mostra il tratto di Vico Ulisse macchiato del sangue del padre e l’ennesimo agghiacciate commento: “Il giorno dopo il sangue uscito sul cranio di quel bastardo di mio padre sta ancora lì e io ci godo”.
Scusami Gaetano, ma un TSO, anche per aiutare il ragazzo che si vede in questo racconto che non c’è con la mente……i CC e Polizia che hanno fatto?…scusa non è un commento verso le forze, ma abbiamo un sistema su fatti del genere, l’ho fanno rispettare?
Mi auguro che gli operatori del servizio mentale siano stati allertati,perchè chiaramente ci troviamo di fronte ad un ragazzo con seri disturbi.Spero davvero che il ragazzo venga curato e seguito prima che possa finire il “lavoro”.