Sant’Anna 2023 ha premiato la barca “Tu mettici sempre il cuore” realizzata dalla Cestistica Ischia con i ragazzi di Ischia Baskin, avvalendosi della insostituibile opera di Antonio Cutaneo. E dunque la festa ha regalato, oltre alle emozioni di una serata magica, anche un messaggio di inclusione. Per il Maestro Antonio Cutaneo sicuramente un momento di grande commozione, a meno di un mese da quel tragico 21 agosto 2017, quando nel terremoto di Casamicciola perse la vita la moglie Lina Balestrieri. L’esperienza di Sant’Anna 2023 si lega ai sentimenti di Antonio e della sua numerosa famiglia, i figli dati alla luce da Lina e quelli adottati dalla coppia. Un mix di sentimenti contrastanti che abbiamo raccolto prima della sfilata e della proclamazione della barca vincitrice.
– Ci racconta cosa ha significato Sant’Anna 2023?
«Soprattutto l’emozione più bella che si potesse provare, anche per come abbiamo costruito la barca, lo spirito di collaborazione che è nato con Ischia Baskin per offrire un messaggio. Il titolo che abbiamo scelto, “Tu mettici sempre il cuore”, è lo slogan della Cestistica Ischia ed è quello che mi ha colpito subito quando mio figlio Alessandro è stato inserito nella squadra di baskin. Già in quel momento ho iniziato a ricevere i primi messaggi di una realtà straordinaria che non ho trovato da nessun’altra parte. Quando poi si è presentata l’occasione di partecipare alla Festa di Sant’Anna e ho detto “Ok, allora facciamo la barca sull’Ischia Baskin”».
– Una iniziativa a cui ha aderito anche nel ricordo di Lina…
«Sì. Il progetto che ho trovato in Ischia Baskin è quello che cercavo di realizzare con Lina e che è stato molto difficile da concretizzare. Quest’anno ringrazieremo anche lei, le rivolgeremo un pensiero proprio a Sant’Anna grazie ai dirigenti di Ischia Baskin che hanno voluto ricordare lei e le sue intenzioni».
– Emozioni nuove per chi è da sempre stato una delle “anime” di questa festa. Ci regala qualche ricordo delle tante esperienze vissute?
«Io sono nato a 30 metri dalla chiesetta di San Giovan Giuseppe, quindi sono nato nella festa di Sant’Anna. Da piccolo, quando sentivo i colpi del martello, dovevo scendere e vedere le barche in costruzione che erano quattro-cinque, tutte sulla spiaggia. Questa è la cinquantesima barca che realizzo, qualche costruttore ha iniziato prima di me. Purtroppo oggi questo spirito si è perso: noi cominciavamo ad inizio giugno e ogni sera qui era una festa, rappresentava un’attrazione per i turisti, un modo per incontrare parenti e amici. Quest’anno, grazie a questi ragazzi, abbiamo aperto un mondo nuovo, ricordando il passato, il modo in cui si realizzano le barche. Ho visto le altre barche, sono di buon livello e un ringraziamento va a tutti i maestri, ma questa non è la festa di Sant’Anna.
È troppo facile ordinare e portare sul luogo della sfilata. Anche l’organizzazione della festa deve partire molto prima. Quest’anno un po’ ci siamo riusciti: partire prima significa avere già il tema a disposizione. Avere il tempo di lavorare e organizzarsi sul luogo significa creare una festa: per noi la festa è il modo, il luogo, le persone con cui costruire la barca, la serata della festa di Sant’Anna è la conclusione. Il premio sarà quel che sarà. Noi l’abbiamo già raggiunto: dare un messaggio alle famiglie con figli particolari, agli altri sport per creare più inclusione di questi ragazzi straordinari. Io non li chiamo diversamente abili, sono diversamente belli».
La festa di una volta
«Purtroppo oggi questo spirito si è perso: noi cominciavamo ad inizio giugno e ogni sera qui era una festa, rappresentava un’attrazione per i turisti, un modo per incontrare parenti e amici»
Le foto della galley sono di ischiaismore e Cestistica Ischia