Gateano Di Meglio | Il disastro degli ultimi anni della Festa di Sant’Anna, una festa con una grande tradizione ma crollata in un lungo periodo di insuccessi, da Salvatore Ronga a Pietro Di Meglio, ha spinto Enzo Ferrandino ad “alzare” la voce con Gigi Di Vaia, il vicesindaco alle feste che è l’autore di diverse brutte figure.
Così, mentre Cenzino, Pietro Di Meglio, spera di continuare ad avere il teatro ancora nelle “sue” disponibilità, per la Festa di Sant’Anna, il vicesindaco Gigi Di Vaia ha il veto di nominare quelli che già hanno miseramente fallito e ridotto la festa di Sant’Anna ad un triste autocelebrazione di pochi eletti.Per la festa di questo 2020, e dopo il fallimento dell’illuminazione natalizia ad Ischia Ponte con lo spreco di 25mila euro da parte della Camera di Commercio di Napoli con le sedie appese ai balconi, l’ultimo strappo in ordine di tempo, Di Vaia (di cui Enzo farebbe volentieri a meno) è pronto a sfidare tutti con una rivoluzione.
Per la Sant’Anna che verrà sembra che Di Vaia non voglia nominare nessun direttore artistico ma starebbe optando per affidare la festa ad una coppia di sorelle.Due tecnici, lontani dai centri di potere ischitani (ma che hanno già avuto la loro “filettatura” in occasione dei boschi incantati e delle luci di natale piazzate in Pineta), che potrebbero dare nuova linfa e nuova vita alla festa nonostante Gigi Di Vaia ed Enzo Ferrandino.
E il nonostante è il vero macigno che sta schiacciando la feste delle feste, quello che una volta era l’evento degli eventi e, invece, con questa classe dirigente è stata degradata alla più normale delle sagre di paese. Altro che “melenzana” di Fiaiano o pizza di Buonopane.
Ovviamente dal comune è tutto “segreto” e non c’è niente di ufficiale. Il 26 luglio viene lo stesso e il pubblico (non importa quanto, ndr) andrà lo stesso ad Ischia Ponte.
Anche se loro faranno di tutto per calpestare, se non fosse abbastanza quello che hanno fatto negli anni scorsi, ancora la tradizione più bella del comune di Ischia.
Chissà, forse, Gigi Di Vaia si illude di aver in squadra l’altro cugino. Quell’altro col nome del santo che si pensa capace e che, forte del papà con la tradizione (vero Carlo?), pensa di poter recuperare rispetto ai disastri di cui si è reso protagonista negli ultimi anni. A certi miracoli nessuno ci crede più…