Pasquale Raicaldo | La misura è colma. Perché il Golfo di Napoli è diventata una polveriera. Pronta ad esplodere. Avarie, soppressioni, ritardi, disagi, corse annullate, navi ferme ai box. E la sensazione inesorabile che si sia ancora lontani da un nuovo e definitivo asset per il sistema dei collegamenti marittimi da e per le isole.
E allora la mobilitazione generale di sabato 29 novembre, che per la verità abbraccia anche altre problematiche irrisolte che affliggono l’isola (i trasporti terrestri, la sanità), assume un significato ancor più importante. Il Comitato di lotta (un nome, un programma) continua a chiamare a raccolta la popolazione ischitana. Che non ne può più. Al punto che anche una figura proverbialmente misurata come Marco Bottiglieri, presidente Ascom Confcommercio, alza i toni riprendendo la dichiarazione di Morace («Il Golfo di Napoli una trappola che strozza le aziende sane») ed esprimendo «nausea e disgusto dinnanzi all’incapacità della burocrazia regionale».
Il riferimento, in particolare, è alla decisione dell’armatore Morace e della sua Ischia Lines, espressione diretta di Ustica Lines, di rinunciare all’ingresso nel Golfo di Napoli. Decisione espressa con una nota ufficiale, con la quale si stigmatizza l’atteggiamento della Regione e si esprimeva solidarietà agli armatori ancora presenti nel Golfo. Tra i quali Snav, che – attraverso il comandante Raffaele Aiello, amministratore delegato – ha confermato al “Mattino”: «Le incertezze e gli obblighi che hanno spaventato Ischia Lines stanno minando anche le nostre aziende. Impossibile programmare, impossibile fare investimenti, impossibile accedere a finanziamenti per acquistare nuovi mezzi. La comprensibile necessità che ha la Regione di regolamentare sta di fatto minando ogni possibilità di avere certezze. Fino ad oggi l’unico elemento che ci consentiva di guardare avanti era il rispetto degli orari assegnati, sta venendo meno anche questo aspetto».
E ancora, con una denuncia dai toni altissimi: «Ci hanno tolto gli sgravi fiscali per il personale, ci hanno imposto una passività assoluta come l’Iva; paghiamo il carburante a prezzi altissimi: andare avanti così sta diventando veramente impossibile. Con la certezza degli orari almeno ci restava la possibilità, con alchimie di incastro di mezzi ed equipaggi, di contenere i costi. Se viene meno anche questa possibilità si destabilizza completamente l’intero sistema che, lo ripeto, oggi con tutte le imposizioni che abbiamo riesce solo a sopravvivere».
Decisamente forte anche la posizione dell’Acap, l’associazione che raggruppa gli armatori, espressa dal direttore Salvatore Ravenna: «La verità è che questa fase di assoluta incertezza sta ulteriormente minando le possibilità delle aziende che già sono alle prese con la crisi e con le passività imposte come l’Iva e il costo del carburante. Se il sistema è andato avanti senza contraccolpi fino ad oggi lo si deve esclusivamente all’attaccamento a questo servizio, che tre famiglie storiche svolgono da anni. Senza la determinazione di questi imprenditori i servizi si sarebbero dovuti già interrompere: le aziende navigano a vista da anni, lottano con continui aumenti e imposizioni senza avere nessuna possibilità di programmare il futuro. Basta fare – ha proseguito Ravenna ai colleghi del “Mattino” – un piccolo raffronto tra costi e ricavi per rendersi conto che siamo sull’orlo del baratro. Le difficoltà economiche, che in un momento di crisi generale come quello attuale minacciano la sopravvivenza di tutte le aziende, nel nostro caso sono aggravate dall’incertezza che affligge il comparto per effetto della difficile interpretazione e applicazione delle ultime delibere regionali: un mercato libero sta diventando statale-regionale».
Insomma, l’atmosfera è incandescente. E il nemico numero uno, la Regione (a proposito, l’assessore ai trasporti Vetrella dovrebbe essere sull’isola per un summit coi sindaci il prossimo 2 dicembre) fa insorgere gli armatori e l’utenza, che alle 9 del mattino si sabato si concentrerà in piazza Marina di Casamicciola Terme, per muovere alla volta del porto di Ischia.
Tra le adesioni, anche quella di Confesercenti Isola d’Ischia e la Federazione Italiana Balneari Isola d’Ischia (aderenti all’associazione di categoria Confesercenti Nazionale) che proprio ieri ha diramato una nota rivolta ai propri associati e alla collettività tutta dell’isola d’Ischia con la quale ha di fatto ufficializzato la partecipazione attiva alla manifestazione, condividendone i punti principali. E citando, i particolare, i «trasporti marittimi e terrestri garantiti e moderni per un’isola che vuole guarda avanti». Ma anche la garanzia di un nuovo piano orario e tariffario per i trasporti marittimi, «per garantire la mobilità della cittadinanza, dei servizi minimi essenziali».
Non meno rilevante è la problematica dell’Eavbus, che va assolutamente potenziata. Argomenti, segnala Confesercenti, che «saranno oggetto di documento che verrà presentato all’incontro istituzionale che si terrà il giorno 2 dicembre 2014 alle ore 16.00 presso il Comune di Casamicciola Terme, con la partecipazione dell’Assessore dei trasporti della Regione Campania, Sergio Vetrella».