Pasquale Raicaldo | La furia di Poseidone ha ancora una volta messo a nudo la fragilità delle coste di Forio. Le imponenti mareggiate di questi giorni hanno fortemente indebolito il muraglione del Fortino, assottigliato ulteriormente il tratto di arenile compreso tra San Francesco e la Chiaia (completamente sparita la spiaggia dell’hotel Tritone) e riproposto l’annosa questione del progetto di protezione delle coste da 4 milioni di euro rimasto, nostro malgrado, incompleto.+
Le foto sono inequivocabili: l’azione dei marosi ha causato profonde lesioni lungo un ampio tratto del muraglione e del muro che affaccia sulle attività del Fortino, accentuando il cosiddetto fenomeno di “aggrottamento”. Il mare erode, la struttura si svuota all’interno nella parte non visibile. E prima o poi cederà. Brutte notizie, dunque, per le attività commerciali, già reduci peraltro da una stagione turistica ai minimi termini, tra il pasticcio delle pedane sequestrate, dissequestrate e poi demolite e l’ormai acclarata sparizione della spiaggia. Ma oggi, in questo tratto di costa per il quale l’uomo non ha saputo programmare e costruire una difesa efficace, c’è chi ha paura che le mareggiate possano causare danni ancora maggiori.
Del resto, dal porto a San Francesco, attraverso la Chiaia e il Fortino: questa è una storia del Sud, una storia di sprechi e approssimazione.
Le mareggiate di questi giorni non hanno trovato ostacoli, scagliandosi potentemente lungo la costa. E ricorderete che il progetto per rinforzare la protezione dell’intero litorale c’era, eccome. Con relativo finanziamento di 4 milioni di euro. Un progetto cofinanziato dall’Unione Europea, finalizzato «alla riduzione del rischio», con «opere complementari al compendio dell’unità fisiografica». Ente appaltante: la Regione Campania, settore Protezione Civile. Importo dei lavori: 3.823.8444 euro. Quasi otto miliardi delle vecchie lire per un intervento articolato attraverso la soppressione delle scogliere emergenti e la realizzazione di una barriera soffolta, semisommersa, «a sezione pressoché continua». La barriera, con il ripascimento degli arenili, avrebbe dovuto «consentire il frangimento del moto ondoso in forma anticipata, garantendo analoghe ed equivalenti condizioni di sicurezza per il litorale e per gli edifici ad esso prospicienti».
Guardatele, le foto dell’ennesimo disastro annunciato. Raccontano meglio di qualsiasi altra cosa l’inefficienza della Regione. La consegna dei lavori è datata 23 luglio 2008, l’ultimazione era prevista per il 18 luglio 2009. In un anno, Forio avrebbe dovuto risolvere i suoi problemi. A quasi sei anni di distanza, nuovi colpi ben assestati portano questo tratto di litorale a una morte annunciata, figlia di uno dei più grandi flop dell’ultimo ventennio: l’impresa, Fratelli Scuttari da Chioggia, se la diede a gambe levate. E oggi – nel cuore di un inverno lungo e complesso – è tutto un pasticcio, come testimoniano gli ultimi danni di una lunga serie.
L’intervento parziale ha lasciato in dote una barriera inefficace, ma anche una grotta naturale «violentata» (nella falesia su cui poggia il promontorio di Zaro), una baia disseminata di pali di segnalazione (inefficaci, come tristemente raccontato dalla tragedia di Ferragosto) di impronta lagunare e una linea di costa irrimediabilmente danneggiata dai lavori, esposta a nuovi pericoli che hanno pesantemente inciso – negli anni – alle strutture del Fortino e della Chiaia.
Le intenzioni erano buone, certo. Perché le scogliere emergenti, realizzate negli anni ’80, a protezione delle spiagge di Spinesante, del Fortino e di San Francesco, erano senz’altro parzialmente inefficaci. Come testimoniò l’eccezionale mareggiata del 29 dicembre 1999, quando una parte del molo del porto di Forio crollò. Di qui l’esigenza di correre ai ripari con un nuovo progetto di scogliere soffolte. Ma l’asportazione delle scogliere, che si tradusse subito in danni al litorale e con l’azzeramento della spiaggia antistante l’Anmi e il crollo di un muro di sostegno dell’hotel Tritone. E nell’ottobre del 2010 alcuni manifestanti occuparono le scogliere protestando contro l’imminente smembramento della scogliera antistante la località Fortino: si chiedevano garanzie sulla sicurezza delle proprie strutture a terra, che – come accaduto a pochi metri di distanza – sarebbero divenute vulnerabili alle mareggiate, una volta rimosse le vecchie scogliere emergenti. Fu raggiunto un accordo: i manifestanti ricevettero rassicurazioni sulla rimozione di metà scogliera. Ma l’alleggerimento delle due scogliere il Fortino indebolì la protezione del litorale, e nel mese di dicembre una mareggiata annullò il risultato di mesi di lavoro riportando la spiaggia nella stessa situazione di pericolo precedente al ripascimento.
Si alimentò così il sospetto che la realizzazione delle scogliere soffolte in luogo di quelle emerse avrebbe indebolito radicalmente la sicurezza della zona, permettendo l’erosione di migliaia di metri cubi di sabbia in pochi giorni e mettendo in pericolo le strutture a terra. Dubbi che furono in parte confermati da una relazione di uno dei consulenti chiave, il professore Noli, che nel dicembre 2010 si dichiarò sospettosamente all’oscuro delle modalità di realizzazione del progetto (per il quale, un anno dopo, avrebbe suggerito alcuni interventi correttivi).
Così, il 2011 fu l’anno del flop. Si fermò tutto. E da allora è rimasto tutto incompleto, come accade spesso al Sud e ancor più spesso dalle nostre parti. Malgrado qualche sollecitazione da parte del Comune alla Regione e alcuni incontri, a fine estate, del Comitato Chiaia e Dintorni con l’assessorato alla Protezione Civile, affinché torni ad occuparsi di un progetto finito nel dimenticatoio.
C’è un’unica certezza, a quanto pare. Confermata dai nuovi danni registrati in queste ore. Una certezza che il Comune di Forio, nel maggio del 2012, aveva fotografato con attenzione: «Vari tratti del muraglione di contenimento della strada e del piazzale sovrastanti, presentano dei quadri fessurativi in evoluzione […] che rappresentano un pericolo per la perfetta tenuta dell’opera di protezione. E’ da ritenere che tale condizione sia causata dal mancato completamento da parte della Regione Campania – Settore Protezione Civile delle opere marittime di protezione del litorale (San Francesco-Spinesante) nonché dallo smantellamento della precedente scogliera che comunque assicurava una migliore protezione rispetto all’attuale situazione dei luoghi». Proprio così. Andrebbe aggiornata, quella relazione, con i dati relativi ai danni di queste ore.
Inascoltati, gli appelli degli operatori turistici della zona del Fortino e della Chiaia. Che al Dispari tre mesi fa avevano affidato un appello: «Emerge la necessità di provvedimenti urgenti ed indifferibili per la salvaguardia delle strutture, ripristinando, senza indugio, le scogliere emergenti, ancorché provvisionali, in attesa dell’esecuzione immediata degli interventi correttivi proposti dal professore Alberto Noli».
Rilanciando i dubbi di sempre: chi ha previsto che la scogliera soffolta avrebbe garantito una maggiore protezione della costa rispetto alle vecchie scogliere ed una maggiore fruibilità della spiaggia? E chi pagherà per tre ripascimenti – giugno 2009, giugno 2010 e ottobre 2010 – durati appena poche settimane? E ancora: la rimozione delle scogliere emergenti nell’ottobre 2008, ha causato il crollo di un muraglione privato, con conseguente contenzioso tra il cittadino danneggiato e l’Ente appaltante. Di chi è la responsabilità? Interrogativi in serie. Mentre Poseidone infuriato mette a nudo la fragilità delle nostre coste.