giovedì, Ottobre 17, 2024

Sempre più Giorgia | #4WD

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Vediamo! Dopo la nomina di Raffaele Fitto, Ursula Von der Leyen si schiera ufficialmente sulla condivisione della linea Meloni sui rimpatri dei migranti, ispirandosi alla convenzione tra Italia e Albania. “Vi è la necessità di avanzare in un approccio comune sui rimpatri“, di “accelerare l’uso dell’effetto leva attraverso le nostre politiche in materia di visti, di contrastare la strumentalizzazione dei migranti soprattutto a Est e rafforzare la sicurezza alle nostre frontiere” Inoltre, ha aggiunto la Presidente della Commissione Europea, “con l’avvio delle operazioni del protocollo Italia-Albania, potremo anche trarre insegnamenti da questa esperienza pratica. A questo, che di per sé non è affatto poco ma testimonia quanto l’Italia sia tutt’altro che isolata in quel di Bruxelles ed è riuscita a scardinarvi buona parte delle precedenti lobby di potere tra i soliti noti, aggiungiamo che Giorgia Meloni, la cui leadership è sempre più riconosciuta e rispettata a livello mondiale, non solo in Europa, è stata il primo capo di governo del vecchio continente a fermare ufficialmente sin dal 7 ottobre l’apporto di armi a Israele: ancor prima, quindi, dell’inizio degli attacchi a Unifil. E come poter dimenticare che, da quanto trapela indiscretamente sui contenuti della prossima manovra, la Meloni metterà finalmente la mano in tasca alle banche prelevando un contributo alla causa dai tre ai quattro miliardi di euro… Vi pare ancora poco? 
Si potrà essere ideologicamente contro; può esistere un problema squisitamente di parte; è accettabile finanche un’incompatibilità empatica “a pelle”: ma è obiettivamente ed oggettivamente impossibile riconoscere che alla guida dell’attuale Governo di centrodestra in Italia vi sia una donna con tanto di attributi o, quanto meno, un raro esempio di esponente politico di spicco personalmente inattaccabile e coerente al cento per cento con le sue linee programmatiche. E non è un caso che in tutti i sondaggi la fiducia nella Meloni cresca sempre di più e che questo le consenta di guidare senza indugio l’intera coalizione, nella consapevolezza che la propria permanenza alla guida del Paese è legata a filo doppio ai successi e al consolidamento della sua leader-guida.Non v’è ombra di dubbio sul fatto che la selezione del personale politico a tutti i livelli continui ad essere tutt’altro che ottimale e che, specialmente in Campania, ancora non si intravede l’adozione di provvedimenti che riescano ad approfittare delle divisioni interne al PD per imbastire una squadra realmente e concretamente vincente in vista delle elezioni regionali del 2025. Ma questo è un problema che riguarda il partito e gli alleati sul territorio, non certo l’agenda politica di un esecutivo centrale che grazie al suo Premier si consolida ogni giorno di più.

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