La deludente stagione e la pesante retrocessione, la questione societaria e una missione dai tratti impossibili. L’uomo scelto, dopo il caos di fine giugno, per guidare la panchina della Salernitana è un ischitano, Giovanni Martusciello. Un compito, quello affidato al tecnico isolano, complicato, ma la sfida è affascinante. Difficile da rifiutare. Il sì immediato al direttore sportivo Petrachi, una conferenza stampa chiara e senza troppi proclami, la preparazione in ritiro e una squadra subito ai suoi ordini.
Chi sta avendo l’occasione di lavorarci e chi l’ha fatto nelle ultime settimane non ha dubbi: il mister è il fattore in più. Disponibile, cordiale e con le idee precise: vuole una Salernitana pratica, che fa del buon gioco una sua priorità e che punta ad essere concreta nei metri finali. Per i concetti prettamente tecnici e gli schemi tattici ci sarà tempo per valutare il suo operato, ma il primo mese e mezzo in granata sta dando già un verdetto importante: Martusciello ha la città e la tifoseria dalla sua parte. Totalmente. Tutti sono sul suo “carro”: la società e i dirigenti che l’hanno scelto, i giocatori che lo identificano come un punto di riferimento e l’esigente piazza, reduce da tre stagioni consecutive nella massima serie professionistica.
Dopo un pre-campionato non semplice, complici le dinamiche del mercato e una formazione ancora in fase di costruzione, Martusciello si è presentato al debutto in Coppa Italia con una vittoria ai rigori, a margine di una clamorosa rimonta, contro lo Spezia. Alla prima in campionato, con l’aiuto anche delle sostituzioni, è stato protagonista di un altro ribaltone: allo stadio Arechi il Cittadella è stato superato in pieno recupero con due gol.
Applausi a fine partita da una Curva scottata dalla bruttissima retrocessione che ha ormai individuato nel mister il vero trascinatore. “Il presidente Busso – annunciato qualche ora prima del match dalla Salernitana – mi ha scritto un bellissimo messaggio”, ha rivelato Martusciello in conferenza. Ha preso lo smartphone e ha letto testualmente: “Mister, mi hanno parlato della sua professionalità. La gloria deriva dall’aver osato nel cominciare”. Una pausa e il commento: “Queste sono parole non da poco”.
Poi le indicazioni ai tifosi: “Non sono esclusi dalla squadra e viceversa, siamo tutti sulla barca. Proveniamo da un’annata disastrosa, dobbiamo trascinare noi la gente ora per far sì che poi dopo siano i tifosi a trascinare noi. Bisogna essere un gruppo solido per togliersi qualche soddisfazione. Stiamo voltando pagina”. Un inizio da sogno per il trainer di Lacco Ameno, ma la missione granata è appena iniziata.
