Simone Vicidomini | L’Ischia con il pareggio conquistato nell’ultimo turno in casa del Cassino, in un vero scontro diretto per i play-off, ove ancora una volta nonostante le assenze annunciate alla vigilia, e con i forfait a gara in corso prima di Giacomarro, Baldassi e poi Pastore, ha dato prova di essere una squadra forte e grintosa. I gialloblù domenica ospiteranno allo stadio “Mazzella” l’Anzio Calcio, reduce dalla sconfitta interna contro il Trastevere per 3-1. I laziali non godono di un ottimo momento, anche perché sono in piena zona play-out e sono alla ricerca di punti preziosi per conquistare la salvezza diretta e una vittoria che manca da cinque giornate.
Tra le file dell’Anzio spicca il nome del difensore Ciro Sirignano, ex di turno. Classe 1985, giunse ad Ischia nella stagione 2014-2015 dal Gavorrano. L’esperto difensore nato a Pomigliano D’Arco, cresciuto nelle giovanili dell’Avellino, con il quale esordì in Serie B, nella sua lunga carriera può vantare diverse esperienze in Lega Pro con le maglie di Giugliano, Cavese, Sambenedettese, Catanzaro, Paganese, Martina Franca, Santarcangelo e Virtus Verona. L’ex Ischia collezionò 35 presenze e tre gol con la maglia gialloblu. In tanti sull’isola verde lo ricorderanno per quella doppietta decisiva nella gara di andata dei play-out contro l’Aversa Normanna finita 4-1. In quella stagione l’Ischia conquistò una salvezza davvero miracolosa, dopo un avvio di stagione davvero turbolente. Abbiamo scambiato alcune battute con il difensore, che si è detto emozionato di ritornare sull’isola verde.
“Sicuramente è un’emozione unica. Non gioco a Ischia da quando abbiamo fatto quel miracolo sportivo. Hanno uno stadio e una tifoseria importante. Sono contento di tornare e ritrovare amici che non vedo da tanto tempo.
Ti aspetti un’accoglienza particolare dei tifosi nei tuoi confronti? “Negli anni in cui ho giocato a calcio in diverse piazze, ho sempre cercato di far ricordare non tanto Ciro il calciatore, ma la persona che ero e che sono fuori dal campo. Spero di essere ricordato per quello che ho fatto come persona. Mi auguro di vedere una partita dove si possa assistere a un bel gioco. Come sempre io darò il massimo in campo, ma fa parte della mia indole a prescindere dalla casacca che indosso”.
Nell’anno in cui sei stato qui ad Ischia, sicuramente in tanti ricordano la doppietta messa a segno nel play-out contro l’Aversa, ma anche quel gol al “Granillo” contro la Reggina di De Michele; in quel periodo nessuno credeva in una vittoria visto il momento di difficoltà che attraversavate.
“E’ un gol che riguardo spesso e volentieri. Addirittura, conservo ancora una foto del tabellone con scritto (Reggina-Ischia 0-1 gol di Sirignano al 46’). Quella vittoria è stata una marcia in più per credere in quell’impresa che abbiamo fatto. In quel periodo avevamo tante difficoltà societarie e non solo, però ci siamo uniti tra di noi, grazie anche al mister Maurizi che ci ha caricato sotto l’aspetto mentale. La piazza meritava un finale così. Sono contento di aver fatto parte di quella impresa storica. Hai citato Reggio Calabria, però aggiungo anche la vittoria in casa contro il Lecce (doppietta di Ciotola), che aveva giocatori come Miccoli. Quel gruppo rimarrà per sempre nella storia dell’Ischia Calcio”.
Un pensiero va sicuramente alla partita contro l’Aversa, anche per una tua soddisfazione personale. Alla vigilia i gialloblu non partivano con i favori dei pronostici, anche perché si andava ad affrontare una squadra con una striscia di risultati positivi importanti, guidata all’epoca da Sasà Marra. L’Ischia però riuscì a vincere per 4-1 al “Mazzella” con la tua doppietta e i gol di Millesi e Chiavazzo.
“Quella partita è stata una doppia soddisfazione per me. Tre giorni prima ho saputo che sarei diventato papà. È stato il coronamento di un sogno sia sotto l’aspetto calcistico che personale. Sono riuscito a dedicare una doppietta alla mia famiglia, in quella partita”.
Dopo esserti trasferito dall’Ischia a Martina Franca, ci sono stati mai più contatti per un tuo possibile ritorno sull’isola verde?
“Io sarei rimasto molto volentieri anche l’anno dopo. La società fece delle scelte diverse per quanto riguardo l’aspetto economico. Io e la mia famiglia siamo stati benissimo ad Ischia. C’era stato un piccolo contatto a gennaio l’anno successivo, ma ero alla Paganese. Negli anni ho seguito l’Ischia e sono stato in contatto con alcune persone, come Florio. Mi è dispiaciuto tanto quando hanno perso la finale dei play-off di Eccellenza contro la Mariglianese”.
Raccontaci qualche aneddoto di quella stagione…
“Dal punto di vista calcistico, quando siamo rimasti soli ci siamo uniti tra di noi formando un grande gruppo. Ricordo che prima della partita contro l’Aversa il mister ci fece vedere un video, realizzato da persone che erano vicino alla squadra in quel momento, facendoci vedere delle immagini dell’isola con spezzoni di partite e siamo usciti da quello spogliatoio molto carichi. Non so se sia stata fortuna o meno, ma in quella partita segnammo tre gol in poco più di venticinque minuti. Per quanto riguarda la vita privata vissuta sull’isola, non posso che ringraziare quelle persone che mi sono sempre state vicine, di cui oggi alcune fanno parte dell’Ischia ed altre no. C’è Alessandro Ascione, Attilio Valerio, il magazziniere Gigino Fiore, Gennaro De Novellis e quindi ho bei ricordi, e ti ripeto non ci siamo mai sentiti lontano da casa. È stato l’ingrediente segreto che ci ha permesso di poter conquistare quello storico traguardo”.
L’Ischia come tu ben sai è ripartita dalla Prima Categoria grazie ai tifosi, con un campionato di Eccellenza vinto nell’anno del centenario e ad oggi gioca la serie D. Secondo te ritornerà in Serie C?
“Sono contento che l’Ischia ora sia in serie D. Una piazza come Ischia e per come viene vissuto lì il calcio, merita minimo la Serie C. Ho visto tante partite, ha un gruppo molto unito, con il mister che dà dei principi di gioco molto importanti e quando la guardo in tv mi piace proprio per come gioca. Quello che hanno ottenuto e che stanno costruendo se lo sono meritato. Hanno una figura come Pino Taglialatela, che non devo dirlo io quanto ci tiene all’Ischia e all’isola”.
Come mai hai scelto di giocare ad Anzio quest’anno?
“L’anno scorso ho dovuto fare una scelta legata alla mia famiglia. Io vivo a Genzano di Roma dove mia moglie ha l’attività e quindi lei ha deciso di non seguirmi più in giro per l’Italia e a 36 anni ho deciso di continuare a fare quello che amo, giocare a calcio, ma di stare vicino alla mia famiglia. L’anno scorso ho trovato la squadra a venti chilometri da casa, quest’anno c’è stata la possibilità di andare ad Anzio.
Sono contento di aver fatto questa scelta. L’Anzio è una squadra che l’anno scorso ha vinto il campionato di Eccellenza, con diversi giocatori che giocano il loro primo anno in serie D. Sapevo fin dall’inizio che era una squadra costruita per la salvezza. È una società con persone serie, ed io ho messo subito a disposizione la mia esperienza per cercare di raggiungere l’obiettivo. Io esco dal campo con la maglia sempre sudata, dando il massimo. È un campionato molto equilibrato perché si è visto che la prima può pareggiare contro l’ultima e così via. Quest’anno poi ricorre il centenario dell’Anzio e anche questo è stato uno stimolo in più che mi ha fatto scegliere questa squadra. Raggiungere la salvezza significherà rimanere nella storia di questa società. Per chi non ha avuto la fortuna di arrivare in Serie A, questi sono gli obbiettivi che si pone, restando nella storia delle società. Questo è sempre stato il mio motto”.
Se dovessi esultare a un tuo gol?
“Io porto rispetto dentro e fuori dal campo. Sono una persona che in campo si trasforma sotto l’aspetto calcistico. Dovessi segnare sarei contento per me stesso, ma non esulterò. Ci sto andando molto vicino da diverse partite… (ride)”.