Non vado via: o resto qui o dico basta”, categorico e senza alternative, alla vigilia della nuova stagione sportiva. Ha atteso le decisioni della società dopo i vari incontri e ha dato la sua piena disponibilità alla permanenza, respingendo qualsiasi interesse dalla terraferma. Succedeva esattamente un anno fa, a margine di un campionato stravinto e con il suo rendimento pazzesco in zona gol. Di ruolo terzino, in campo un attaccante aggiunto. Con le sue reti e le sue prestazioni superlative, Filippo Florio ha contribuito al ritorno in Serie D dell’Ischia Calcio. E quindi la voglia di restare in gialloblù e difendere ancora i colori del club isolano. L’accordo tra le parti trovato in estate, la preparazione agli ordini di Enrico Buonocore e l’accoglienza ai nuovi compagni: Pippo si conferma un trascinatore del gruppo e un elemento intoccabile nello scacchiere. Ad evidenziarlo sono i numeri del suo rendimento: il laterale infatti è tra gli uomini più utilizzati dall’allenatore e da Simone Corino durante la stagione.
Sono oltre 2900 i minuti in campo per Florio che si colloca alle spalle di Gabriele Pastore. Il gradino più alto del podio “perso” dal ventottenne per un solo motivo: l’infortunio nel finale di campionato. Dal debutto in Coppa Italia contro la Nocerina, a fine agosto, l’esterno le gioca praticamente tutte e la prima sosta, di appena un quarto d’ora, si registra allo stadio Anco Marzio – in terra romana – a metà dicembre con la sostituzione nel secondo tempo. La prima reale pausa arriva il 10 marzo, con il classe ’96 che salta il confronto interno con l’Anzio per squalifica (somma di ammonizioni, ndr).
Poi la mazzata nelle battute conclusive di aprile con l’infortunio alla caviglia all’alba del match casalingo contro l’Ostiamare. Appena sei minuti in campo e non tutti effettivi perché il problema si segnala in avvio: Florio si ritrova obbligato a saltare la trasferta di Nocera, con in palio il secondo posto, e il primo turno playoff nella tana della Romana. “È unico nel suo genere in Serie D, tutti i terzini che ci sono in questa categoria sono simili per caratteristiche, noi abbiamo un laterale destro che fa quasi l’ala”, riferisce il mister a poche ore dalla partita contro il Sassari Latte Dolce. Ed è così realmente.
Archiviato lo straordinario bilancio sulle vetrine regionali, Pippo si specializza e si consacra. La corsia destra è la sua zona di competenza, percorre chilometri e nella doppia fase è sempre presente. Difficilmente attaccabile, bravo a contenere anche gli esterni più forti del campionato e rapido nel ribaltare la manovra, Florio esplora altresì nuove collocazioni tattiche. Nell’idea di calcio di Buonocore, rientra nelle zone centrali del campo per dare una valida alternativa alla squadra in fase di costruzione. Si stacca dalla fascia, rientra e attende il passaggio per dare il via alla verticalizzazione o alla progressione palla al piede. Nei suoi 33 gettoni stagionali, pure due gol: quello decisivo, di testa, contro la Costa Orientale Sarda e l’altro nel 2-0 alla Boreale. Entrambi al Mazzella. Voto in pagella? Come la sua Ischia e sulla stessa linea di capitan Trofa, 9 pieno.
Florio si congeda dalla stagione con un messaggio al pubblico gialloblù: “Inizialmente nessuno credeva in questa squadra, forse neanche noi. Questa è la verità e fa male aver chiuso la stagione con una sconfitta che non ci rappresenta e che non meritavamo. Per me, il nostro campionato, quest’anno, lo abbiamo vinto! Ci sono le coppe e ci sono i campionati da vincere, ma nel calcio esiste una vittoria che va oltre lo sport o il semplice risultato, l’amore e l’entusiasmo ritrovato per l’Ischia. Negli ultimi due anni abbiamo riportato tanta gente al Mazzella, gente che ha amato questi colori ancor prima che io nascessi, ma soprattutto abbiamo riportato i bambini allo stadio e loro ci hanno spinto oltre i nostri limiti. Vedere i bambini con gli occhi sognanti per la partita della squadra della propria isola è la vittoria più bella. Il futuro lo vedrà solo chi avrà la possibilità di viverlo. Oggi godiamoci questo entusiasmo ritrovato che vuol dire che l’ischitano ama Ischia, bisogna semplicemente toccare le corde dell’anima. Grazie a tutti i compagni (tanti e unici) e a tutte le persone (mister, staff, presidente e dirigenza) con cui insieme abbiamo scritto una piccola parte di storia di questa società. Siamo partiti da una curva agricola e siamo arrivati a questo”.