C’era una volta Cava dell’Isola. L’arenile dei giovani, dopo una lunga estate di interdizioni e parziali riaperture, mostra ancora oggi il suo volto peggiore. E anche ieri, ai molti bagnanti che hanno optato per un bagno fuori stagione o per qualche ora al tiepido sole di una splendida giornata di fine ottobre, si è mostrato – inequivocabile – il “de profundis” della spiaggia insicura, su cui insistono i versanti divorati dall’abusivismo edilizio, a forte rischio idrogeologico.
Un ultimo bagno. L’ultimo bagno. Oggi, 31 ottobre, infatti, la spiaggia di Cava dell’Isola, con la sua gabbia di ferro arrugginita e pericolosa, sinistri canali melmosi, montoni di rifiuti e materiale di risulta abbandonati sul parcheggio sovrastante, a pochi passi da alcuni tra i più belli alberghi foriani, richiude. L’ordinanza di parziale apertura, infatti, scade proprio oggi e, nonostante il clima mite, non ci sarà più la possibilità di poter fare il bagno a Cava. L’ordine di Rando è chiaro, perentorio, da eseguire! Un passo indietro su uno dei disastri sul quale dovrebbe meditare l’amministrazione Del Deo, che ora ci dovrebbe convincere che i lavori di ingegnere ambientale necessari per il recupero di uno degli angoli più belli di Forio saranno effettuati dal privato pedrone che affaccia sulla spiaggia. La messa in sicurezza dei costoni, alla quale devono contribuire in maniera sostanziosa i privati (ma i progetti?, le autorizzazioni?, i pareri) è la conditio sine qua non per il rilancio obbligato di Cava dell’Isola. Altrimenti il funerale dell’arenile, del quale vi mostriamo con le splendide foto di Miro Iacono un significativo antipasto, sarà inevitabile.
Nelle foto di Miro Iacono il degrado e i segni dell’abbandono che caratterizzano l’arenile foriano. Purtroppo, abbiamo il sentore che siano permanenti…
Quello che mi ha rattristato ulteriormente ieri laggiù è stato l’incontro e il dialogo con alcuni turisti, perplessi dalle modalità con cui trattiamo la nostra isola e le nostre ricchezze naturali. Un tempo mi dilungavo in rasserenanti discorsi che l’incoraggiavano a ritornare. Non lo faccio più e anzi gli ho proposto mete migliori in paesi lontani dove ho avuto il piacere di viaggiare e dove non fanno così schifo da sputare nel piatto in cui mangiano, come tanto facilmente facciamo ad Ischia, danneggiando e avvilendo le meraviglie che un tempo erano il vanto e la caratteristica comune di quest’isola che non riconosco più!
Lo script jquery dello slider delle foto non funziona.