Silvio Berlusconi ed Enzo Mazzella: due uomini, due percorsi diversi, due destini che però si incrociano nel ricordo della gente. Il primo, imprenditore e statista, a quasi due anni dalla sua scomparsa rappresenta ancora una sorta di incubo per i suoi storici detrattori. Il secondo, amministratore di grande carisma e visione, continua a essere ricordato con affetto e rispetto, anche dalle nuove generazioni che non hanno avuto modo di conoscerlo direttamente. Due figure accomunate dall’aver lasciato un’impronta indelebile nella memoria del Paese, seppure a livelli diversi, ma separate dalla considerazione di parte che, oltre la loro stessa dipartita, conferisce loro un ruolo diverso nella storia.
Silvio Berlusconi non è mai stato un uomo che passava inosservato. Da imprenditore visionario a leader politico capace di rivoluzionare la scena italiana, la sua figura è ancora oggi oggetto di dibattiti accesissimi. La recente intitolazione dell’aeroporto di Malpensa ha sollevato un vespaio di polemiche, segno tangibile di quanto la sua eredità sia ancora estremamente divisiva e la sua ombra continua ad aleggiare sui suoi nemici storici, siano essi politici o imprenditori, che non riescono a sottrarsi alla tentazione di combatterlo e denigrarlo anche post mortem.
Berlusconi è stato per decenni un punto di riferimento per una parte dell’elettorato italiano e un bersaglio fisso per l’altra. La sua capacità di reinventarsi, di cadere e rialzarsi, di sfidare le convenzioni e ribaltare gli equilibri politici ne fanno una figura difficilmente archiviabile. Il suo nome è sinonimo di un’epoca, di un modo di fare politica, diplomazia e di intendere il potere che ha segnato profondamente il Paese. E oggi, la sua memoria resta un punto di frattura: per alcuni, una figura da onorare, per altri, un fantasma da esorcizzare.
Diverso, ma per certi versi simile, è il destino di Enzo Mazzella. A differenza di Berlusconi, il suo nome non è fonte di divisione o polemica, ma di unanime rispetto. A quasi trentacinque anni dalla sua scomparsa, la sua figura resta impressa nella memoria collettiva dell’isola d’Ischia e della Campania intera. Mazzella fu un amministratore capace, un sindaco temuto ma amato, un assessore regionale dal grande potere che sarebbe senza dubbio assurto a ruoli di governo di ben più alto spessore. Nonostante abbia operato nella Prima Repubblica, un’epoca oggi spesso associata a sprechi e corruzione, il suo ricordo è immune alle critiche che investono tanti altri esponenti politici di quel periodo. Il suo operato amministrativo, improntato alla concretezza, alle grandi opere che restano tuttora al Comune di Ischia e ai suoi abitanti e alla vicinanza ai cittadini, gli ha garantito -volente o nolente- un posto nel cuore e nella mente della sua gente. Anche chi non lo ha mai conosciuto direttamente ne parla di riflesso con stima e affetto, segno di un’eredità politica e umana che va oltre il tempo e le generazioni.
Berlusconi e Mazzella hanno avuto carriere e ruoli molto diversi: eppure entrambi hanno lasciato un segno profondo nelle comunità che hanno amministrato e rappresentato. Il primo continua a essere una figura di scontro, il secondo un simbolo di coesione, memoria condivisa e talvolta rimpianto. Ma entrambi testimoniano come la politica e l’impegno pubblico possano lasciare tracce indelebili, destinate a sopravvivere a chi le ha impresse. E alla fine, al di là delle polemiche o delle celebrazioni, ciò che resta davvero è il ricordo che, in forme diverse, continua a mantenere vivi entrambi.
Silvio ed Enzo | #4WD
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Daily 4 Ward di Davide Conte del 2 marzo 2025