Il Telese si interroga sulla ripresa del turismo dopo il Covid e lo fa con il suo centro studi e con una lezione del Prof. Mauro Sciarelli dell’Università di Napoli “Federico II”.
– Preside Sironi, noi diciamo con grande entusiasmo che vogliamo che riprenda tutto e che si ritorni alla normalità sia pure con tutti i dubbi del momento. Ma mi sembra che ci sia molta attenzione e che sia questo percorso che sta accompagnando comunque il Telese sullo storytelling, sulla ripartenza che è quella parte accessoria al corso curricolare, che permetterà agli studenti del Telese di completare la loro formazione per essere anche più pronti a quelle che sono le sfide del mondo del lavoro…
«Si, Sciarelli è un amico di questa scuola e siamo veramente contenti e lo salutiamo sempre con un grande affetto. Ci sta dando una mano anche il rapporto con il Dipartimento di economia aziendale dell’Università Federico II, per sviluppare nei nostri ragazzi una competenza professionale che consenta di affrontare i rischi e le difficoltà del mondo del lavoro con delle competenze professionali che siano all’altezza del momento.
Oggi si parla proprio della ripresa turistica, dopo il Covid. Io non credo che torneremo come prima, cioè io credo che questa sia una crisi abbastanza significativa. Credo che il rischio di tornare come prima, sia appunto un rischio. Avere consapevolezza invece di quello che è successo, dei problemi che abbiamo di fronte, credo sia fondamentale.
Mi auguro che questo accada. Prima ne parlavamo, il rischio è che nella fretta di prenderci tutto sviluppiamo ultimamente un turismo “mordi e fuggi”. E’ un rischio perché il “mordi e fuggi” distrugge, distrugge la nostra ricchezza. Che è quella del nostro territorio, le nostre bellezze del mare e le spiagge e della mia tanto amata campagna. Io dico sempre ai miei amici che Ischia non è fondamentalmente le spiagge, ma c’è una ricchezza da scoprire: il Monte Epomeo, i suoi boschi, la sua cultura contadina che troppo spesso dimentichiamo. Io i miei amici li spingo. a non venire al mare a Ischia, ma a conoscere Ischia nella sua interezza, perché a mio giudizio il fascino di Ischia è molto ricco.
Quindi il “mordi e fuggi” comporta il rischio di distruggere proprio questo fascino che per chi come non è originario dell’isola ma ne subisce il fascino, è fondamentale. Mi piace che i ragazzi che studiano al Telese acquisiscano coscienza di questa complessità che è un problema perché va tutelato, va mantenuto, ma anche una ricchezza straordinaria.
Io penso che Ischia, a differenza di tante isole del Mediterraneo, ha una ricchezza inaudita. Insomma, le famose Cicladi tanto decantate dalla Grecia, da questo punto di vista offrono meno possibilità.
Noi come Istituto Professionale Telese puntiamo a dare ai nostri ragazzi vari indirizzi alla luce di questa complessità. Pensiamo in cucina all’utilizzo di quelle che vengono chiamate le cucine povere, che è la nostra tradizione e che invece poi quando andiamo a mangiare sentiamo la ricchezza di sapore, un gusto che superano le standardizzazioni dei supermercati.
Stiamo facendo un lavoro per il recupero dei rosoli, cioè dei liquori di casa. La ricchezza e la fragranza che le nostre nonne utilizzavano. Tutto questo per arricchire l’offerta turistica. Insomma, veramente come dico ai miei amici, non venite a Ischia solo per le spiagge. Venite a Ischia per apprezzarne tutta la bellezza e ricchezza».
– Mi sembra che il mondo lavorativo dell’isola d’Ischia si stia interrogando molto sulle figure professionali. C’è una forte carenza di manodopera specializzata e molto influisce anche la scelta del governo di non avere una politica del lavoro seria. Però in qualche modo c’è anche forse una un’aspettativa troppo alto da parte dei ragazzi che escono dal mondo della scuola…
«Non è facile dare una risposta. Io la vedo così. Molti ragazzi che escono da questo istituto che si realizzano sia dal punto di vista della vita che dal punto di vista lavorativo fuori da Ischia, non è che non lavorano. Ragazzi che fanno esperienza di crescita in cucina e in pasticceria, in sala o nella ricezione, ma anche nel mondo della grafica, in ambienti lavorativi che spesso non coincidono con il nostro territorio. Credo che questo ci dovrebbe far riflettere, cioè il fatto che non c’è vocazione o non c’è interesse, ma paradossalmente proprio chi ha più vocazione, più interesse si realizza altrove, perché qui non trova quell’ambiente, fuori dalla scuola, che lo arricchisca.
Perché io dico sempre un Istituto Professionale, è una scuola. Noi puntiamo a formare professionalità? Io dico che anche un capo chef deve conoscere Leopardi. A parte il fatto che ne abbiamo discusso con i ragazzi, c’è una tradizione, insomma, Leopardi era un grande goloso e conoscere i piatti di Leopardi è anche un modo per avvertire la propria competenza professionale.
Però siamo a scuola, quindi noi forniamo, come dire, un professionista che speriamo che entri nel mondo del lavoro e iniziare un altro percorso, di crescita professionale chiaramente in ambito diverso. Ecco, diciamo che io ho un po’ l’impressione che a Ischia non si riesca a garantire questo secondo passaggio. L’ho detto prima, si preferisce un turismo “mordi e fuggi” e quindi professionalità mordi e fuggi. Le professionalità invece si coltivano, si costruiscono, le si garantisce. E credo che questo sia un grande problema. Io mi auguro, spero dopo l’incontro con Sciarelli e speriamo in condizioni migliori, di poter fare un incontro con le aziende turistiche ischitane ponendoci questa domanda: qual è oggi il rapporto tra i percorsi di istruzione professionale e formazione e il mondo del lavoro? Noi interroghiamo il mondo del lavoro, il mondo del lavoro interroga noi e dobbiamo trovare una strada comune perché credo che questo sia anche un modo per trattenere i nostri figli e le nostre figlie a Ischia.
Non so e concludo, se avete visto il lavoro che ha fatto la Città Metropolitana, il suo Centro Studi. Ischia è l’isola che c’ha l’indice di Sanità di popolazione anziana più alto della provincia, cioè stiamo diventando un’isola per vecchi e questo non è positivo, perché in qualche modo vengono meno quelle risorse giovanili che sono quelle capaci di investire, di innovare come sempre. Ripeto, io mi sono letto questo lavoro che ha fatto la Città Metropolitana. Abbastanza interessanti gli indicatori, che sono diversi anche sul reddito. La cosa che mi ha colpito è che mediamente il reddito a Ischia è più basso che a Capri, anche questo dovrebbe farci riflettere. Insomma, stiamo parlando di due realtà turistiche. Così come è più basso rispetto alla Penisola Sorrentina. Insomma, io credo che dovremmo porci tante domande, non dare nulla per scontato».