Con il dirigente scolastico dell’Istituto “Telese” Mario Sironi commentiamo la manifestazione di protesta degli studenti.
Preside, non possono fare a meno di notare che in passato, negli anni del ’68, ma anche Ottanta o Novanta, queste situazioni sarebbero esplose molto prima.
«La scuola svolge un ruolo educativo fondamentale nella costruzione di una cittadinanza consapevole. È essenziale che il rapporto con le istituzioni sia rispettoso, indipendentemente dall’istituzione con cui si interagisce. Tuttavia, è significativo notare che da 24 anni il “Telese” soffre della mancanza di aule scolastiche, rendendo le proteste giustificate e necessarie. Il Comitato studentesco ha riflettuto su questo problema: non è solo la mancanza di aule in sé, ma anche il fatto che in 24 anni non si sia trovata una soluzione a tale problema. Questo suscita preoccupazione, considerando i cambiamenti avvenuti nel mondo durante questo periodo, come ad esempio la caduta del muro di Berlino. Attualmente, si evidenzia che a Ischia risultano irreperibili 15 aule, nonostante l’isola disponga di numerosi edifici e spazi.
Io mi permetto di fare una battuta un po’ cattiva. Se si fosse dovuto costruire 15 camere d’albergo, probabilmente avremmo avuto meno problemi. Questa differenza evidenzia la discrepanza tra l’impegno a risolvere un problema e garantire il diritto allo studio e le soluzioni più o meno provvisorie che si trovano per altri problemi. È comprensibile che gli studenti chiedano in maniera corretta e con uno spirito civico che qualcuno affronti questo problema. Il principale interlocutore è la Città Metropolitana, ma riteniamo che sia necessario l’impegno di tutte le classi dirigenti di Ischia. Per classi dirigenti non intendiamo solo i rappresentanti politici, ma anche coloro che ricoprono ruoli come imprenditori e presidenti di associazioni. Il “Telese” rappresenta una scuola maggiormente legata alla vocazione turistica e quindi allo sviluppo economico-sociale del paese. È importante sottolineare come la mancanza di aule al “Telese” nelle ultime due decadi rifletta l’approccio adottato verso lo sviluppo economico e sociale di Ischia. La scelta di non investire nella formazione di figure professionali specifiche evidenzia una visione limitata riguardo allo sviluppo dell’isola».
ASSENZA DI VOLONTA’
– Nonostante ciò, va notato che, sebbene non vi siano molti nomi illustri nel campo della scienza o della cultura usciti da queste istituzioni, Ischia ha prodotto eccellenti chef che hanno raggiunto fama internazionale.
«Questo dato ci porta a riflettere sulla necessità di ampliare le opportunità formative per favorire uno sviluppo più equilibrato e diversificato. Il rapporto tra scuola e ambiente socioeconomico è fondamentale per la forza di un territorio. Recentemente ho avuto modo di confrontarmi con i colleghi della Riviera Romagnola, riscontrando una notevole capacità di programmazione e organizzazione. Pur ritenendo che Ischia abbia molto da offrire, spesso manca una visione a lungo termine.
È essenziale pensare al futuro dei giovani, poiché la nostra isola rischia di diventare un luogo esclusivamente per anziani, spingendo i nostri giovani a cercare altrove migliori opportunità. È quindi prioritario costruire un ambiente educativo all’altezza delle aspettative giovanili. Non desidero entrare nel merito degli aspetti tecnici delle soluzioni, essendo un dirigente scolastico e consapevole che tali problematiche riguardano questioni territoriali e infrastrutturali. Tuttavia, ciò che ritengo manchi principalmente è la volontà e la determinazione di affrontare e risolvere questi problemi in modo efficace. Ci vuole un anno, due anni, tre anni. Ritengo che sia fondamentale spiegare anche ai giovani l’importanza di affrontare questo problema. Non esiste una soluzione immediata, ma è necessaria la volontà di risolverlo. Quello che mi preme sottolineare è che questa volontà sembra mancare».
IL “TELESE” DIMENTICATO
– Ecco, appunto da questa sua ultima risposta mi ricollego a quello che è il momento storico che stiamo vivendo. Il “Buchner” si è riunito al Polifunzionale. Tra poco il “Mennella” verrà spostato presso l’ex mercato di Lacco Ameno e l’ex Liceo “Scotti” dovrebbe essere demolito e ricostruito. Forse è anche il concatenarsi di questi eventi e l’esclusione della soluzione per il “Telese” che lascia ancora di più non dico spazio all’indignazione, ma alla rabbia da parte di chi attende da 24 anni.
«È sembrato insolito che nel ridisegnare l’organizzazione dell’offerta formativa ci sia stata, non so quanto consapevolmente, questa distrazione o sottovalutazione del fatto che il “Telese” non ha ricevuto la priorità che avrebbe meritato per diritto di anzianità. Tuttavia, sono soddisfatto del fatto che la Città Metropolitana e i suoi consiglieri abbiano dato attenzione alle problematiche della scuola ischitana, cosa che considero positiva. Come uomo di scuola, ne sono contento. Mi sarebbe piaciuto che qualcuno avesse considerato, programmato e progettato, nel contesto di questo intervento complessivo, una soluzione ai problemi del “Telese”.
Ciò che desta preoccupazione è la mancanza di capacità di affrontare congiuntamente i problemi. Posso affermare, forse in modo provocatorio, che qualcuno potrebbe vedere gli studenti dell’Istituto “Telese” come di minore importanza. Non sono presenti i figli dei rappresentanti politici ischitani? Non ho questa informazione. Sono semplicemente dubbi emersi nel corso di conversazioni. L’Istituto “Telese” è considerato un’eccellenza a Ischia per la qualità dell’educazione offerta. Vorrei sottolineare che la scuola forma numerosi professionisti che si distinguono sia a livello locale che internazionale, non necessariamente con riconoscimenti stellati, ma svolgendo bene il proprio lavoro. Mi piace affermare che ci sono gruppi di studenti del “Telese” a Davos. Attualmente, la Spagna è una meta molto apprezzata. Tra i progetti Erasmus, 15 studenti diplomati l’anno scorso stanno attualmente svolgendo la loro formazione in vari Paesi europei. Tuttavia, mi sembra che nella consapevolezza delle classi dirigenti ischitane questo problema non venga percepito con la dovuta attenzione».
LA SOLUZIONE MODULI PREFABBRICATI
– Faccio una domanda anche forse un po’ provocatoria. Abbiamo visto che il Comune di Ischia in 160 giorni, più o meno, è riuscito a creare 15 moduli scolastici per risolvere il problema delle demolizioni delle scuole di primo grado. Questa soluzione, immaginata anche con appunto moduli prefabbricati, sarebbe ipotizzabile?
«Per me va bene, non ho preclusioni nei confronti di qualunque soluzione. Ritengo che sia importante capire e rispettare le competenze degli altri. In questo senso, non sono un tecnico. La soluzione dei prefabbricati pesanti, piuttosto che quella dei prefabbricati leggeri, è fattibile. Questa scuola stessa è costruita con prefabbricati pesanti, come si può vedere. Quindi, queste sono soluzioni tecniche assolutamente possibili. In altri Paesi, in un anno o un anno e mezzo, è possibile realizzare tali strutture. Non è chiaro se il nostro Paese sia in grado di creare 15 moduli prefabbricati pesanti in due o tre mesi; questi moduli sarebbero di dimensione media. Per modulo intendo la struttura composta da 15 aule, come mi è stato spiegato. Gli edifici prefabbricati sono comunemente utilizzati nella costruzione edilizia. Pertanto, le soluzioni tecniche esistono. Il problema potrebbe risiedere nella mancanza di volontà o interesse; tuttavia, queste sono due questioni distinte. Potrebbe esserci la volontà di realizzare il progetto, ma mancano le risorse necessarie, come spesso accade. Sembra esserci una mancanza di interesse nell’affrontare questo problema. Ho l’impressione che i vari aspetti siano collegati tra loro.
Il reperimento delle risorse è sicuramente una questione critica, ma mi è stato detto che la Città Metropolitana dispone di finanziamenti per alcune risorse aggiuntive. Inoltre, il bilancio della Città Metropolitana di Napoli è notoriamente positivo. Nonostante ciò, sembra mancare la volontà o l’interesse a perseguire soluzioni concrete. Spesso le iniziative vengono intraprese non con lo scopo di risolvere il problema, ma perché vi è una coincidenza di interessi. Ad esempio, la vendita del Polifunzionale ha risolto il problema del liceo grazie all’interesse legittimo del Comune di ottenere fondi. Quando questa coincidenza di interessi non esiste, le questioni rimangono irrisolte. Ho l’impressione che pochi siano realmente interessati a risolvere il problema delle aule al “Telese” nella sua essenza».