Ida Trofa | Via D’Aloisio. Pronti a ripartire. Anche l’ultimo chilometro di zona rossa si appresta a cadere. E non è la zona Rossa dell’emergenza Covid-19, ma quella legata al pur grave dramma del terremoto. Si tratta, in ogni caso, di una falsa ripartenza. Le macerie restano dov’erano, i ritardi e le gravi inadempienza restano macigni, soprattutto per le persone e le aziende di questi luoghi maledetti a cui è stato preclusa ogni opportunità. Mancanze ed omissioni che pesano più dei crolli e del terremoto. Pesano sul groppone di chi doveva intervenire in maniera celere e decisa ed invece non lo ha fatto, di chi aveva il ruolo e la posizione per agire e non ha agito. Eppure bisogna andare avanti.
Si terrà cosi venerdì il sopralluogo conclusivo, prodromico, alla firma del certificato di Regolare esecuzione dell’ intervento di messa in sicurezza e la contestuale revoca delle ordinanze sindacali di interdizione e chiusura del tratto ove si riscontravano sin qui particolari rischi per la pubblica e privata incolumità. Disposizioni firmate all’indomani dell’evento calamitoso con l’ordinanza n°58 del 22 agosto 2017 a seguire le ordinanze n° 2 del 5 gennaio 2019 e la n°174 del 16 giugno 2020. Tutto in relazione ai danni al patrimonio edilizio causati dal sisma del 21 agosto 2017.
778 giorni e due commissario dopo arrivano i test e le modifiche al percorso per la riapertura
Ieri i test con i bus EAV per collaudare la percorribilità dei luoghi, poi la constatazione della necessità di prevedere alcune variazioni agli impianti realizzati. Ancora tra oggi e venerdì prossimo le modifiche richieste e poi la firma per la riapertura dei cento metri rossi. Era il 23 gennaio 2019 quando il Commissario delegato Giuseppe Grimaldi mandava in attuazione gli interventi pere Via D’Aloisio e Via Serrato. Dovevano essere impiegati 150 giorni e 731.361,85 euro per cambiare il volto del paese e dell’emergenza per dire addio al suo salvifico istituto.778 giorni e due commissari dopo si intravede la fine di una lavoro con cui abbiamo detto addio allo Stato di Emergenza nel miraggio di una ricostruzione rapida ed efficace che di fatto non c’è stata. 2 anni, 1 mese e 18 giorni si intravede la strada solo per via D’Aloisio. Via Serrato resta così com’era. Carica di macerie e di dolore. In attesa di nuovi progetti e nuovi stanziamenti.
La falsa ripartenza
Doveva essere tutto in tempo utile per lo scadere dello Stato d’Emergenza e ricostruire. Tutto per accender una nuova luce ed una rinnovata speranza quando ogni cosa sembrava piatta e senza vie di fuga. Per pensare a dare una svolta, per pensare di poter muovere tanti nuovi piccoli passi verso un lento ma graduale recupero. Resta solo una interminabile somma urgenza e la testimonianza dell’inefficienza dello Stato. Una falsa ripartenza. Non ci piace, ma ci serve. Non è risolutrice ma ci aiuta, mentre la ricostruzione privata purtroppo non decolla in un territorio dalle molteplici problematiche e dai vizi atavici.
Per via D’Aloisio e via Serrato passerà ora la rimozione delle macerie di Villa Maria n.7 dove Marilena Romanini è morta, passerà la procura per le famigerate perizie sui prodotti da crollo e l’indagine sul sisma di Ischia che proseguono ancora in un pantano di lentezza e burocrazia. L’attesa è tanta. Il comune di Casamicciola Terme in qualità di Ente attuatore dell’intervento riaprirà ora il tratto viario modificando le precedenti disposizioni. La strada verso il ritorno alla normalità, però è ancora lunga. La vera sfida comincia adesso. 778 giorni e 731.361,85 euro dopo.