venerdì, Dicembre 27, 2024

Sos stagione turistica 2023: personale cercasi!

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Stagione turistica 2023: dal Vinitaly il Ministro all’Agricoltura Lollobrigida lancia la provocazione contro il Reddito di Cittadinanza: “Meglio nei campi che sul divano”, ma il personale non manca solo in Agricoltura…

ANNA FERMO | Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, nel corso del Vinitaly di Verona non le ha mandate a dire : «Voglio lanciare un messaggio chiaro. I giovani italiani devono sapere che lavorare in agricoltura non è svilente». «Lo dico a chi è sul divano, mentre prende il reddito di cittadinanza». Indubbiamente si è trattato di una provocazione, ma forse anche di qualcosa in più visto che poi ha aggiunto: «Dobbiamo mettere tutti gli italiani che sono in condizione di lavorare di farlo», ha proseguito anche a sostegno di una Coldiretti che proprio a Vinitaly ha fatto sapere che «nelle campagne con l’arrivo della primavera c’è bisogno di almeno 100 mila lavoratori». «Non è svilente lavorare nei campi — ha ribadito il ministro di Fdi —. Anzi, quello che non è un modello di civiltà è il non andare a lavorare, lo stare sul divano e gravare sulle spalle altrui col reddito di cittadinanza». I nostri nonni avrebbero semplicemente detto: “Iat a zappà”! Chiaramente non in senso spregiativo, ma dando valore alla terra ed al lavoro che ci vuole per renderla fertile e produttiva.

Ed in effetti, non è difficile condividere la provocazione del ministro, a patto tuttavia che si riesca anche a dare riscontro ad una necessità imminente di garantire anche salari giusti ed orari di lavoro sostenibili andando poi oltre la precarietà!
Ebbene quanto sta accadendo nel settore agricolo non ha nulla di diverso rispetto a quanto si sta registrando, già dallo scorso anno, se non da prima ancora del covid, nel comparto turistico, quand’anche dare la colpa al solo Reddito di Cittadinanza non sarebbe, anche qui, affatto onesto, anche perché, allo stato si registra un netto calo di percettori anche in vista forse della futura abolizione definitiva a decorrere da gennaio 2024. Tanto per dare dei dati, nel primo bimestre di quest’anno si è consolidata la caduta delle domande per accedere al reddito ed alla pensione di cittadinanza: sono state 90.287 le richieste rispetto alle 261.378 dello stesso periodo del 2022, con una diminuzione del 65,23%. La minor richiesta del sussidio sarebbe anche l’effetto della ripresa del mercato del lavoro, che avrebbe segnato una crescita del numero degli occupati, si, ma dove? Di certo non nel settore che più ci riguarda da vicino come isola a vocazione essenzialmente turistica, né tantomeno in Agricoltura come ha sottolineato Lollobrigida!
Purtroppo però, proprio questa mancanza di personale porterà nei prossimi mesi le nostre imprese del turismo a misurarsi con una situazione complessa ed al quanto imprevedibile dal punto di vista organizzativo nell’ambito dei processi produttivi, senza trascurare che le destinazioni competitors dell’Italia sono invece già pronte a migliorare i volumi degli arrivi turistici del 2022.
In particolare, per le imprese che non riusciranno a reperire tutti gli addetti necessari, è possibile stimare una perdita media di fatturato nel periodo attuale, vacanze pasquali e ponti vari, del -5,3%, con conseguente abbassamento degli standard qualitativi e impatti sulla produttività. «La questione – ha detto Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti – ha ormai raggiunto le dimensioni di una vera e propria emergenza. Così è impossibile gestire i picchi di attività».

Dopo le pesantissime perdite provocate dalla pandemia, con una contrazione del fatturato che secondo una stima della Banca d’Italia nel solo 2020 si è aggirata intorno a – 40%, il turismo proprio adesso torna a correre. Anzi, si prospetta dovrebbe volare, sulla scia di un 2022 che si è rivelato niente male.
Anche per l’anno in corso si prevede infatti un aumento dei flussi di turisti, dall’Italia e dall’estero e secondo i dati di Demoskopica anticipati dall’Ansa si stimano 127 milioni di arrivi con un rialzo dell’11,2% sull’anno scorso. Ecco, un vero e proprio “Boom turismo” che rischia di implodere perché già si sta scontrando con le difficoltà di reperimento del personale. Solo per questa Pasqua e i mesi primaverili dei Ponti – periodi di picco della domanda – è stato possibile stimare oltre 50 mila lavoratori ‘mancanti’ nelle imprese turistiche.
Un paradosso che anche sulla nostra martoriata isola stiamo registrando proprio in queste giornate che ci avvicinano alla Pasqua. Da un lato si prospetta un aumento del volume della produzione e dei posti di lavoro creati, dall’altro le imprese del settore continuano a registrare carenza di addetti.
Come è stato osservato, la difficoltà nella ricerca del personale ha dimensioni ormai strutturali, che si manifesta regolarmente già dagli anni pre-pandemia, ma sta diventando sempre più grave con la ripartenza del comparto.
Per il trimestre febbraio-aprile, vale a dire il periodo di riapertura delle imprese stagionali e della ripresa dei flussi turistici in Italia, si prevedeva un fabbisogno di circa 210 mila addetti nelle imprese turistiche, ma ad oggi ancora non si trovano: complessivamente, in media, le imprese segnalano difficoltà di reperimento delle figure professionali nel 34% dei casi, non solo per preparazione inadeguata ma, sempre più spesso, per mancanza di candidati. Una percentuale che sale addirittura al 52% nella ristorazione, mentre scende al 26,7% nelle altre imprese del turismo. I profili necessari sono per il 2,6% di professioni con elevata specializzazione, l’81,5% professioni qualificate, l’1,3% di addetti specializzati e il 14,6% di professioni non qualificate. Ma sono proprio questi ultimi profili quelli più ricercati: in particolare facchini, camerieri semplici, lavapiatti e addetti alle pulizie. Secondo i dati di Assoturismo le retribuzioni per un cameriere semplice partono da 1560 euro lordi al mese, per capo cuoco o capo barista si superano i 1.740 euro mensili, lo stesso per un primo portiere. Almeno sulla carta!

Ad Ischia possiamo già confermare che la corsa contro il tempo per l’avvio pasquale della stagione turistica 2023 è già bella che persa: Pasqua è arrivata e all’appello, solo nella nostra realtà turistica regionale costiera, mancano all’appello 16 mila lavoratori stagionali del turismo. “Da Napoli alle isole del golfo passando per il Cilento e la Costiera amalfitana, una miriade di attività ( alberghi, pensioni, stabilimenti balneari, bar e ristoranti) rischia di dover rinviare l’apertura, o di riaprire le saracinesche con un organico largamente insufficiente”, quando non di chiudere definitivamente i battenti.
Molti imprenditori si lamento della mancanza di volontà di lavorare da parte dei giovani mentre altri puntano anche qui come detto il dito contro il reddito di cittadinanza, eppure, la questione sappiamo bene che trova nel più dei casi altre motivazioni. Le telecamere di “Controcorrente”, tanto per fare un esempio, lo hanno confermato: hanno voluto vederci chiaro sulle offerte di lavoro di alcuni titolari di stabilimenti, bar e ristoranti. Armato di curriculum, il programma di Rete 4 ha mandato il proprio inviato a sostenere i colloqui di lavoro con queste attività: quello che è emerso è quello che qui ad Ischia sappiamo accade da sempre: le proposte di lavoro sono effettivamente irricevibili.
Si va dai 700 ai 1200 euro per 6 giorni (solo sulla carta e mai di fatto) di lavoro settimanali, con infiniti turni serali. Su sei datori di lavoro, inoltre, solo uno ha offerto all’inviato della trasmissione un contratto full time, mentre gli altri hanno proposto soluzioni alternative, incluso quella di lavorare in nero: “Qui se ci mettiamo a fare diritti e doveri – ha spiegato uno degli imprenditori – significa che dobbiamo chiudere, perché se facessimo tutto in regola dovremmo chiudere”. Vi è familiare questa dichiarazione?
Siamo d’accordo con Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti: «Abbiamo bisogno di trovare una soluzione, anche utilizzando le risorse del Pnrr. Servono politiche attive, ora quasi del tutto assenti: come Assoturismo Confesercenti abbiamo stretto con Adecco un’alleanza contro il mismatch, ma non si può lasciare l’incontro tra domanda e offerta al passaparola o alle iniziative private».

Secondo il numero uno dell’associazione «bisogna rafforzare la formazione professionale regionale di figure turistiche, e aprire ai pensionati e ai ragazzi in età scolare prevedendo occupazioni temporanee a totale esenzioni di imposta. E poi pensare a normative speciali per garantire una ‘staffetta’ tra i lavoratori nelle attività stagionali». Per Messina infine «pure la gestione del Reddito di Cittadinanza e dei flussi di immigrazione va ripensata, collegandola a opportunità di formazione. Ma è necessario risolvere anche il problema della mobilità dei lavoratori: servono agevolazioni per contratti che garantiscano non solo formazione ma anche vitto e alloggio, un onere per le imprese da almeno 600 euro al mese per lavoratore».
Noi aggiungiamo che servono anche maggiori garanzie nel rispetto dei contratti nazionali di comporto a tutela dei lavoratori!
Se in vista delle vacanze pasquali, banco di prova della stagione turistica 2023, Assoturismo ha lanciato un allarme rimasto inascoltato, non ci tocca che rilanciarlo per l’estate che sta per sopraggiungere: mancano all’appello migliaia di lavoratori stagionali, sia addetti qualificati che figure come camerieri, facchini, lavapiatti e addetti alle pulizie, quelli con le retribuzioni più basse e dunque più difficili da reperire sul mercato. Augurandoci che gli imprenditori sappiano garantire diritti e doveri, cari lavoratori, abbandonate i divani e fatevi avanti!

1 COMMENT

  1. Non si trovano lavoratori nel settore turistico?…meglio essere uno schiavo della Roma Imperiale che uno del settore turistico…16 ore di lavoro continuo retribuite a 400€ mensili…ti fanno anche un favore. Poi fare la morale da chi prende 12.000€ netti a mese… è bello filosofeggiare col buco posteriore degli altri…

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