Geppino Cuomo | Il CARDILLO è volato via. In punta di piedi senza dare nessun fastidio. La notizia, silenziosa, senza clamori è passata di porta in porta, di bocca in bocca da cellulare a cellulare. Giovanni Lauro, conosciuto da tutti come Sparaspilli, a febbraio avrebbe compiuto novantacinque anni. Stava organizzando la festa sin da ora. Era pronta la lista degli invitati, ma l’ultimo rigo era sempre in bianco, pronto ad accogliere l’ennesimo invitato. Aveva scelto l’albergo in cui farla, tanti erano gli ospiti da ricevere. Per fortuna di noi tutti, era riuscito da qualche giorno a completare il suo ultimo impegno, uno zibaldone in cui ricordava fatti, episodi e personaggi che avevano segnato la sua esistenza. Era sua intenzione regalarne una copia ad ogni invitato durante la festa di compleanno. Ha sempre regalato sorrisi a tutti. Mai un pettegolezzo, mai una maldicenza era uscita dalla sua bocca. Aveva la capacità innata di raggruppare, era un sicuro punto di riferimento per moltissimi. Protagonista assoluto delle serate estive di una comitiva allargata oltre ogni dire. Uomo senza età, senza confini e senza restrizioni territoriali. Svagava con naturalezza fra l’Italia e gli Stati Uniti, senza trascurare la Grecia, che accomunava alle sue patrie. Dotato di grande autoironia, si divertiva e divertiva. Amava organizzare cene e simposii. Non si separava mai dal suo mandolino che spesso tentava di accordare senza mai riuscirci. Rompeva l’anima agli amici che sapevano suonare e cantare senza dare loro mai tregua. A suo dire era l’eccellenza assoluta fra i fornelli, si reputava profondo conoscitore di vini a livello mondiale e sulla sua tavola non poteva mai mancare una bottiglia da oltre “cento dollari”. Gli piaceva essere assecondato, anche se sapeva che gli amici si divertivano a sentirlo esagerare. Intorno a lui c’erano generazioni diverse e nessuno si annoiava, nonostante la differenza d’età, ad ascoltarlo. Ogni suo racconto era un poema. Il suo capolavoro è stato il libro “Ischia in cielo ed in terra”, presente nelle librerie di chiunque lo conoscesse. Quando vedeva qualche giovane ammusolito, usava dire: “Quando avrò la tua età è questa la fine che farò?” Gli piaceva l’allegria, gli piaceva radunarsi intorno ad un tavolo imbandito e con numerosi commensali. Odiava la miseria, era generoso. Quando ritornava ad Ischia dalla California, aveva valigie piene di oggetti da regalare agli amici. Non ne dimenticava nessuno. Ecco, gli amici erano la sua forza, la sua energia. Non sapeva rimanere da solo. Mente lucida fino alla fine, ha avuto la forza di capire tante cose e prevedendo il viaggio senza ritorno, aveva lasciato anche qualche parola per gli amici, ma senza farlo sapere, non voleva che si sapesse. Come testamento morale, voleva che nessuno piangesse la sua morte, perché lui non li avrebbe mai abbandonati, nella sua nuova dimensione sapeva che gli amici non lo avrebbero visto, ma lui sarebbe stato comunque in mezzo a loro a suonare e cantare. Si sarebbe divertito sentendoli parlare di lui e si sarebbe sentito soddisfatto a sapere che tutti non lo avrebbero dimenticato. Li esorta a non dividersi, a rimanere uniti nel suo nome e a non spettegolare gli uni sugli altri. Non un addio, ma un arrivederci in un mondo migliore. Ciao Sparaspilli, quando Iddio vorrà ci rivedremo lassù.