L’Editoriale di Geppino Cuomo | I nostri amministratori cercano di arrampicarsi sugli specchi ma non hanno la capacità per farlo. Una volta, decenni fa, ai tempi della Democrazia Cristiana era prassi comportarsi così, solo che allora il popolo chinava la testa e stava zitto. Oggi è diverso, non esiste più La DC, ed il popolo è composto da menti pensanti che ti “sgama” ad ogni occasione. Oggi la gente guarda negli occhi gli amministratori, li pesa e li boccia. Il nostro riferimento è allo stadio Mazzella di Ischia.
Prima che arrivasse l’estate era oggetto di ammodernamento e rifacimento del terreno di gioco, da erbetta naturale a prato artificiale. promessa di consegna prima del campionato. Come logica vuole, nessuno credeva a questa promessa. Evento puntualmente verificatosi con ritardi enormi e squadra di calcio, “core del popolo”, costretta a giocare le partite interne sulla terraferma. Poi scegliendo il male minore, si e riusciti a giocare a Forio con solo duecento persone al seguito perchè inagibile per gli spalti anche il Calise.
Protesta dei tifosi ed ecco che qualche amministratore, sentendosi più furbo di altri, esce allo scoperto e promette che lo stadio sarà pronto a breve ( si fa per dire). Siamo un’isola ed il mare ci circonda, paese di marinai e come tali dalle promesse facili. Parola non mantenuta. si arriva addirittura a gennaio. Pazienza, lasciamo perdere le promesse non mantenute e cerchiamo di rivedere l’Ischia al Mazzella. Ecco il trionfalistico annuncio:” con la Virtus Francavilla si gioca finalmente in casa.”
Tifosi che terminano di penare e si possono quindi accomodare sugli spalti. Pare però che la tribuna coperta ed i distinti per sicurezza logistica non potranno essere usati. Ok, non importa, basterà la tribuna scoperta. L’annuncio trionfalistico prosegue:” abbiamo mantenuto la promessa, lo stadio Mazzella è pronto, si gioca”.
Già, lo stadio Mazzella è pronto, ma a porte chiuse. Cioè dalla padella ( al Calse solo in duecento sugli spalti, a Terraferma disagio per il viaggio ma spalti frequentabili), per finire nella brace. al Mazzella dopo mesi e mesi nemmeno quello. Il tono trionfalistico dell’amministrazione o di un suo componente suona come una presa per i fondelli, sapendo certamente di essere in mala fede. In pratica, l’amministratore con i suoi toni trionfalistici, invece di dare, toglie anche quel poco che si aveva e pretende di essere soddisfatto di quanto fatto. Roba da non credere. No, così non va bene.
Alla gente può anche essere fatta una promessa e assumendosene la responsabilità, non mantenerla, ma fare i fenomeni ed essere trionfalistici togliendo anche quel poco che si aveva, proprio no. Se queste sono le promesse e questi i risultati, immaginiamo cosa saranno quelle che si preparano a fare per le prossime elezioni. Che se ne ricordino i tifosi, altrimenti dimostreranno di essere gli stessi che chinavano la testa alle tante promesse non mantenute di alcuni decenni fa.