domenica, Gennaio 5, 2025

Stalking e Violenza: il no del Rotary

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La violenza in ogni sua forma e gli atti violenti che ne conseguono, sono tutti da condannare. Quando poi, la violenza viene perpetrata a soggetti particolarmente sensibili la società tutta deve correre ai ripari per far sì che ciò non si ripeta e che venga fornito alle vittime il sostegno necessario sia a superare il trauma che a denunciarlo.
A tale scopo non mancano le giornate dedicate alla prevenzione in determinate aree tematiche, come quella contro la violenza di genere. Quella del 25 novembre, infatti è stata per la nostra isola una settimana molto intensa sotto questo punto di vista, con conferenze, dibattiti ed eventi in piazza tutti mirati alla sensibilizzazione contro la violenza di genere e, in special modo, sulle donne.
L’attivissima sezione del Rotary Club isolano non poteva non rispondere a questo importante appello ed ha organizzato, lo scorso 28 novembre, una interessante mattinata dibattito su una delle tematiche molto delicate: lo stalking e la violenza di genere.”
Attraverso le relazioni e le presentazioni di professionisti provenienti da vari ambiti è stato possibile tratteggiare un quadro quanto più completo della triste fenomenologia, offrendo molti spunti di riflessione e alzando sempre più il livello di guardia sui tanti episodi di violenza non denunciati per paura o per poca informazione circa l’iter da seguire e il sostegno offerto dalle istituzioni.
I dati rilasciati dall’ONU parlano chiaro: siamo nel 2015, epoca considerata avanzata, ma vediamo ancora che una donna su tre, al mondo, è stata picchiata, forzata ad avere rapporti sessuali, o ha comunque subito abusi almeno una volta nella sua vita. Percentuali che provocano brividi al sol pensiero e che devono metterci in guardia sui pericoli della società di oggi.
La mattinata organizzata dal Rotary Club Ischia presso il Grand Hotel delle Terme Re Ferdinando di Ischia è stato il luogo ideale per la messa in discussione di molti punti.
Dagli aspetti normativi a quelli sociali, dalla prevenzione alla denuncia… tanti ed interessanti gli interventi che si sono susseguiti mode dall’avvocato Vincenzo Acunto.
L’evento è stato aperto dai saluti istituzionali del dott. Bernardo De Martino, presidente Rotary Club Isola d’Ischia, dalla prof.ssa Nunzia Sena, dalla sig.ra Restituta Masturzo e dalla prof.ssa Tuta Irace.
Dopo l’intervento del Vescovo di Ischia Mons. Lagnese a prendere la parola è stato il Tenente Colonello Vittorio Fragalà del gruppo Carabinieri di Napoli con l’intervento “la difesa della vittima nel corso delle indagini”; a seguire la dott.ssa Rosanna Ambrosino, dirigente medico del nosocomio isolano, ha illustrato ai presenti alcuni progetti e l’evoluzione “dal progetto BA.STA allo sportello antiviolenza”.
La dott.ssa Emilia Cece, psichiatra, ha affrontato il difficile e delicato tema delle “relazioni pericolose: lo stalker fa coppia”.
“Dal femminicidio alle diverse forme di violenze sulle donne” è stato l’intervento della dott.ssa Tania Castellaccio, mentre il dott. Vittorio Russo ha focalizzato la sua attenzione sull’aspetto legislativo, con una relazione dal titolo “il punto sulla legislazione penale: elementi di forza e criticità del nuovo assetto legislativo”.
Tanti gli argomenti toccati in questa lunga mattinata carica di interventi molto seguiti dal pubblico presente in sala.
L’attenzione verso queste tematiche non dovrebbe mai abbassarsi ed è grazie anche a convegni del genere e all’opera delle associazioni da sempre impegnate nella difesa e nella salvaguardia delle fasce sensibili della società, come fa, da sempre, il Rotary.
Forti e molto decise le parole del presidente del Rotary club dell’Isola d’Ischia, Bernardo Di Martino che ha sottolineato come, con l’evoluzione della società, le problematiche e le difficoltà che i giovani e non solo si trovano ad affrontare sono sempre nuove e di difficile interpretazione.
“Sulla violenza di genere c’è un sommerso enorme – ci ha raccontato Bernardo Di Martino – c’è ancora tanto da lavorare per far comprendere davvero alle donne che non sono sole a combattere contro questo male terribile; per far emergere tanta violenza, tanta storia di sopraffazione e di soprusi che ancora rimangono chiusi nelle mura di casa. Dobbiamo lavorare per dare alle donne la possibilità di liberarsi da questa schiavitù; dobbiamo fare in modo che si possano sentire non più sole, ma avvolte da una rete in grado di sostenerle.”
E’ necessario, per il presidente del Rotary isolano, un intervento forte all’interno del primo nucleo della società con cui entriamo in contatto: la famiglia.
“Ci vuole tanto lavoro in casa, nelle famiglie e nelle scuole perchè bisogna riuscire a compiere una rivoluzione culturale, dobbiamo cambiare la storia degli uomini, il loro modo di intendere i rapporti, i rapporti d’amore. Bisogna lavorare sui giovani e sui bambini perchè è nelle case e nella scuola che si combatterà questa lotta.”
Prima un gesto violento era considerato il solo schiaffo o una percossa, oggi la violenza è molto più “semplice”, è a portata di mano, magari a portata di dito: basta uno smartphone per violentare e stalkerizzare. E la vittima non è neanche più donna, bensì potrebbe essere tranquillamente un uomo. Ma il problema più grande è che non c’è neanche più l’età che fa la differenza. Oggi basta un 14enne armato di smartphone che può trasformarsi nel peggiore stalker. Anche di questo si è parlato nella lunga mattina organizzata dal Rotary, aprendo nuove prospettive su un mondo davvero delicato.
“Oggi la tecnologia che trasforma il mondo nel giro di pochi anni è una sfida continua sia al legislatore che alle forze dell’ordine, ma principalmente alla famiglia che deve insegnare a giovanissimi a gestire delle cose che probabilmente sono più grandi delle loro capacità di comprensione. Oggi con un telefonino che un ragazzo di 12 o 13 anni sa usare sicuramente meglio di me, può compiere dei reati di cui forse non ne ha neanche la piena consapevolezza. Questo è un argomento importantissimo che dovremo portare avanti in collaborazione con le scuole portandolo dentro le stesse istituzioni.”
La violenza di genere non conosce età e non conosce ceti sociali, l’importate è riconoscerla e denunciarla, per far sì che determinati comportamenti non diventino di uso comune e passino per “normali”.
Non bisogna mai abbassare la guardia. Mai.

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