Da questo quotidiano la cosa era stata ampiamente anticipata. I languorini ad hoc del Consigliere Ugo De Flaviis si sono rivelati contagiosi, sia per i suoi colleghi del gruppo NCD, sia per quelli dell’UDC, che insieme al PD hanno di fatto impallinato –anche se temporaneamente- la possibilità di indire entro l’anno il referendum senza quorum per l’istituzione del Comune Unico.
Dal Cannavale al Torrione, passando per Serrara Fontana senza soluzione di continuità, si gongola alla grande. Le solite “cosche”, non avendo il coraggio di scendere in campo con chiarezza per dribblare l’inevitabile impopolarità di una fronda favorevole sempre più cospicua, hanno ben pensato di sollecitare contro il referendum chi, da qui a pochi mesi, dovrà giocarsi l’ardua partita per confermare la propria poltrona al Centro Direzionale: del resto, in campagna elettorale, ogni voto è buono, da qualsiasi parte provenga. Altro che pecunia non olet…
Peccato che, come sempre accade e come ricorda lo splendido brano disco anni ’80 degli Imagination, “It’s just an illusion”. Ben sappiamo, infatti, che elettoralmente parlando, certi personaggi sono come quegli scogli che non fanno patelle, raccattando ogni favore possibile in forza del proprio portato, ma ritrovando puntualmente in extremis la massima fedeltà per la loro “parrocchia” e buggerando il loro interlocutore dell’altra sponda.
Ho trovato stucchevoli, ben oltre quelle classiche di circostanza, le dichiarazioni di ieri del sindaco d’Ischia; lui, che oggi si ritrova nell’imbarazzo di essersi sempre dichiarato sostenitore del Comune Unico e, al tempo stesso, di non aver mosso un dito contro il recente ostracismo del gruppo regionale PD, non ha esitato un attimo a tuffarsi nel politichese più profondo, pur di scappare dalle “cannucce”. Così come tuttora non comprendo le incertezze e la “voglia di capire” di tanti amici Facebook che improvvisamente, nei loro post, chiedono chiarezza su una vicenda che, a cavallo del referendum 2011, li ha visti ampiamente schierati a favore del Comune Unico e oggi li ritrova inspiegabilmente (ma non troppo) titubanti. Tuttavia, devo anche dire che non me la sento, non fosse altro che per coerenza, di contraddire chi ritiene che la scelta di Domenico De Siano di eliminare il quorum dopo il fallimento del primo referendum (ottimo presagio dell’astensionismo crescente che viviamo da allora ad oggi ad ogni tornata elettorale) sia stata una forzatura. Dopo quanto accaduto in Consiglio Regionale mercoledì mattina, però, mi ritorna in mente un vecchio adagio che ripeto spesso: “Contro un mezzo delinquente, serve un delinquente e mezzo”.
E allora mi rivolgo proprio a De Siano, così come al Presidente Caldoro. Visto che questo è il clima, a mali estremi si contrappongano estremi rimedi. Stefano, Domenico, il collegato alla finanziaria regionale che di qui ad un paio di settimane Vi accingerete ad approvare, Vi offre l’occasione di ratificare a tutti gli effetti l’indizione del referendum, rendendola inappellabile. In quella sede, i vari cespugli di queste variegatissime maggioranze e minoranze in consiglio regionale, di certo non rischieranno di perdere i tanti privilegi “per loro e per i loro” contenuti in quel provvedimento così articolato e difficile da emendare. Dovranno approvarlo e basta. E secondo me lo faranno, statene certi, magari turandosi il naso!
In altre parole, amici miei, se proprio bisogna beccarsi l’etichetta di assolutisti, allora fatelo fino in fondo e dimostrate, fino alla prova del voto del 17 maggio, chi è che comanda! Per non contare mai più “diviso sei”.
4WARD di Davide Conte
Dovrebbe essere facile rispondere alla tua domanda caro Davide. In una Repubblica degna di questo nome “comanda” il cittadino se ciò non ricorre c’è un problema di democrazia. Il comune unico, di cui sono un convinto sostenitore, è un processo culturale e non può essere deciso dall’alto, tanto piú che tale processo è eterogeneo (non investe solo la cittadinanza, presuppone precipuamente un cambiamento culturale degli amministratori). L’etichetta “assolutista” non farebbe bene a questo processo, anzi bisogna riflettere seriamente su tali cambiamenti e sulle “oligarchie” che ci stanno governando. Ti sei guardato bene intorno?
Molto più di quanto Tu creda. E ho vissuto per nove anni il “pubblico” in prima persona, oltre agli accadimenti degli ultimi tempi e l’insipienza di certi amministratori locali, per auspicare un sfoltimento di questo squallido panorama. E se per farlo occorre un “colpo di mano”, beh, me lo auguro vivamente.