Mentre mi accingevo a scrivere il 4WARD di oggi e a valutare quale argomento trattare tra i tanti che bollivano nel pentolone della mia considerazione editoriale, ecco -come sovente accade- il Corriere.it a fornirmi una “ultimora” di quelle che non ammettono deroghe temporali.
“La risorsa spiaggia «è scarsa» e le proroghe alle concessioni balneari vanno disapplicate. A dirlo è il Consiglio di Stato che conferma la scadenza delle concessioni demaniali per le spiagge al 31 dicembre dello scorso anno, obbligando così le amministrazioni a disapplicare eventuali deroghe al 31 dicembre del 2024, e si richiama «ai principi della Corte di Giustizia Ue» per dare «immediatamente corso alla procedura di gara per assegnare la concessione in un contesto realmente concorrenziale». La sentenza N. 03940/2024, pubblicata oggi e decisa dalla VII sezione il 12 marzo, riguarda un ricorso del 2023 di un proprietario di uno stabilimento balneare a Rapallo. I giudici si richiamano ai «principi della Corte di Giustizia Ue, 20 aprile 2023, e a tutta la giurisprudenza europea precedente di dare immediatamente corso alla procedura di gara per assegnare la concessione in un contesto realmente concorrenziale». I giudici sottolineano l’obbligo per i comuni di disapplicare le deroghe confermando la scadenza delle concessioni al 31 dicembre dello scorso anno.”
Quanto pubblicato ieri dal Consiglio di Stato non è altro che un elemento giurisprudenziale rafforzativo rispetto a quanto già disposto nei pronunciamenti 17 e 18 del 2021, che oggi mette in seria e ulteriore difficoltà sia il Governo nazionale sia le amministrazioni locali. Il primo, che continuerà a sostenere la tesi dell’assoluta assenza di scarsità di risorse in termini di aree balneari da assentire in concessione (con tanto di apposita mappatura) per prendere tempo e puntare a una definizione della questione in sede europea contro l’applicazione sic et simpliciter dell’ormai celeberrima direttiva Bolkestein; le seconde, che si troveranno oggi in serissima difficoltà a gestire i rapporti con i concessionari locali, senza arrivare a breve ad uno scontro tra la necessità di tutelarli e quella decisamente sovraordinata di attenersi alle disposizioni di legge vigenti, tenendo conto del fatto che anche le proroghe scaturenti dall’art. 182, comma 2, d.l. n. 34/2020, convertito in legge n. 77/2020 (cioè quelle concesse fino al 31/12/2024 agli impianti sportivi e ricreativi potenzialmente penalizzati dal Covid), allo stato sono da revocare ad horas con conseguente indizione delle procedure di gara.
Tutto chiaro, Enzo? Capito, Gerardo?
È furnut a zizzinell!!!
song d’accord, fine chiù chiù