Recentemente sotto al tunnel della chiesetta del Soccorso a Forio è andata in scena “Street Art is Dead l’intervento denuncia di Salvatore Iacono gallerista, attivista ideatore di Ischia Street Art primo modello di galleria interattiva e sociale con la urban exhibition dell’ artivista Mimmo di Caterino, in occasione di questa nuova performance abbiamo intervistato Salvatore Iacono:
Salvatore il 3 novembre hai realizzato un’interactive performance a Forio sotto al tunnel della chiesetta del Soccorso con le opere dell’artivista Mimmo Di Caterino, vuoi parlare di questo tuo nuovo intervento/denuncia?
Si tratta di un’azione che vuole mettere in evidenza quanto e come la street art nel suo essere diventata un linguaggio di genere, abbia perso tutta la carica critica originaria, ormai artistuncoli come Iago fanno interventi fintamente abusivi con opere a cui attribuiscono quotazioni gonfiate che diventano legittime attraverso il riverbero mediatico, tutto questo offende l’arte e la cultura intesa come ricerca di senso.
A proposito, hai visto come Iago abbia citato l’intervento di Di Caterino a Forio Lockdown social?
Stessa modalità espositiva, stesso titolo e stessa modalità di comunicazione di collocazione dell’opera abusivamente (cosa che Di Caterino faceva negli anni novanta), il mondo dell’arte è palesemente alla frutta, si studiano modalità di comunicazione indy e non se ne riconoscono neanche l’origine, ma mentre Di Caterino criticava un sistema, Iago sembra solo interessato a legittimare un valore di mercato di un pezzo oggettivamente folle, un milione di euro? Ma siamo seri? Comunque con Di Caterino, ragionavamo del lockdown mentre lo vivevamo e il suo è stato il primo intervento in Europa post lockdown, le sue opere in strada abusivamente hanno una storia che parte dagli anni novanta, Iago mi sembra arrivato un poco tardi in tal senso…
Hai rilasciato una tua dichiarazione in cui affermi che: “La Street Art è Morta” perché?
Perché è diventata un esercizio di maniera per artisti in cerca di visibilità, è stato un effetto domino, è morto prima il sistema delle gallerie, poi quello delle fiere, poi quello dei musei d’arte contemporanea e infine quello della strada dove quello che un tempo avveniva nelle gallerie private si è riversato.
Sembri deluso e sfiduciato dal moderno concetto di street art, hai anche spiegato i motivi… Puoi dirci qualcosa di più?
Jorit, Iago, Banksy…, hai visto il loro lavoro? Sembrano usciti da un’Accademia alla fine dell’ottocento, linguaggi standard, omologati, solo tecnica, solo ricerca del consenso, solo mercato.
Paragoni le creazioni degli street artist ai manifesti di regime fascista perché?
Per percorso storico, il muralismo novecentesco, l’origine della street art insieme al writing, ha due grosse matrici, quella Messicana e quella Italiana, più politica la traiettoria Messicana e più conservatrice e in linea con il ritorno all’ordine quella Italiana, Jorit mi sembra espressione di questo, un gusto conservatore, bigotto ed accademico politicamente imposto dall’alto, insomma nulla di quello che naturalmente e spontaneamente nasce dalla strada, per strada dovrebbero nascere le avanguardie.
I possibilisti ritengono che la Street Art non sia morta, per Blub (l’arte sa nuotare) “è una forma d’arte fluida, che si adegua ai contesti più differenti”, per altri invece la Street Art muore solo in determinate situazioni. Secondo ZED1 la Street Art muore quando è decontestualizzata, cioè rimossa dallo spazio nella quale è stata concepita e “muore nuovamente quando gli artisti non hanno più niente da dire”. Sei d’accordo?
Se esistono artisti come Di Caterino, non è la street art che non muore mai, ma i linguaggi dell’arte, gli artisti che citi dovrebbero uscire dai loro confini di genere e studiare meglio le loro origini.
Certo per come ne parli nasce una riflessione spontanea sul fatto che dipingere cose mediocri popolari non è arte. Essa si lascia solo guardare, ma non suscita niente…Puoi spiegare meglio?
Jorit in origine, quando era in cerca di visibilità eseguiva ritratti di Fedez e Sgarbi, cercava solo il riverbero mediatico, non ti sembra un esempio chiaro?
L’arte deve fare arrabbiare, gridare, deve scuotere il nostro essere, deve far pensare, vero?
L’arte deve stuzzicare sinapsi e connettere neuroni, non rassicurare, l’artista non può limitarsi a trasmettere gli stessi contenuti di Barbara D’Urso e Maria De Filippi…
Tristezza infinita pensare che la street art sta passando in secondo piano e che i galleristi faticano a portare avanti la loro passione, a tuo avviso perché sta succedendo tutto questo?
Perché l’economia si è arenata, oggi per creare un artista basta un collezionista e una casa d’aste, con questi due semplici ingredienti puoi gonfiare una quotazione passando per i media di massa, insomma una truffa colossale.
Oggi tutto spinge alla mediocrità, quasi come se chi ci guida voglia abbassare il livello culturale e creare di nuovo barriere mentali. Come pensi che si possa fare per far amare di nuovo l’arte, quella che tu hai definito e in cui credi?
Sostenendo artisti come Di Caterino, che lavorano e producono come cani sciolti con spirito critico e per i quali il mercato non esiste, il valore della ricerca critica e gestuale è la speranza, il gesto di rottura e di disconnessione dal “devi fare così”, non è un caso che Di Caterino non abbia affidato a nessun gallerista prima di me l’intermediazione del suo lavoro.
Perché hai così tanta considerazione di Mimmo di Caterino? Come mai lui ti dà fiducia e vedi nelle sue opere quello che per te è arte vera?
Vedo un gesto istintivo in rottura critica con questi tempi e perfettamente inserito in questi tempi, vedo pittura contemporanea non imposta da mode, follower e collezionisti truffaldini…
Quali sono i prossimi progetti che bollono in pentola per il futuro? Vuoi anticiparci qualcosa?
A dicembre ci sarà Social Distancing vol. 3 “Anno Zero”. Adesso ci resta da fare solo una cosa, far rientrare i linguaggi artistici nelle caverne, come sono partiti 40mila anni fa, in questo caso lo farò sempre con le opere di Mimmo Di Caterino… Dal 2021 ci saranno sempre di più interventi illegali internazionalizzati…