Cari buontemponi che da tre o quattro giorni Vi state spadellando contro Giorgia Meloni che avrebbe violato un codice comportamentale, in quanto quarta carica dello Stato, pur di togliersi il sassolino dalla scarpa con lo sceriffo De Luca: Vi siete calmati a sufficienza per affrontare un ragionamento serio e sereno?
Tocca renderVi conto che chi la fa l’aspetti, anche in politica. E non c’è etichetta che tenga, specialmente quando in modo finemente strategico il Presidente del Consiglio dei Ministri non ha ricambiato l’appellativo al governatore campano nell’ambito del discorso ufficiale, ma semplicemente in un saluto vis-a-vis apparentemente off the records, ma volutamente registrato e reso virale dal suo staff della comunicazione.
Diverso è il contenuto dell’intervento istituzionale ufficiale, laddove la Meloni si è ben guardata dall’usare parolacce; ma quando è arrivato il momento di sbeffeggiare De Luca lo ha fatto con classe ed efficacia, ricordandogli che se per lui quelle del Governo a Caivano sono delle semplici passeggiate, ce ne saranno sicuramente tantissime altre, visti i risultati.
Che poi il presidente campano preferisca risponderle a freddo e alla larga da lei, questo fa parte dello stile del singolo personaggio che, in ogni caso, resta istituzione locale e che, a suo tempo, avrebbe dovuto pensarci attentamente prima di offendere deliberatamente il Capo del Governo nazionale. Conoscendola, come non puoi aspettarti la risposta giusta al momento giusto?
E allora, torno a dire: chi la fa l’aspetti. E povero De Luca, il famoso detto tanto caro alla mia mamma (“Chi lo dice lo è, tu l’hai detto e tu ci sei”) è applicabile solo nel tuo caso, visto che lo sberleffo della Meloni te lo sei chiamato senza mezzi termini.
Così come penso proprio che bisognerebbe pensarci attentamente su, prima di sbilanciarsi su concetti del tipo “la Meloni non mi rappresenta”. Perché diciamocela tutta: da una parte volete i politici fuori dagli schemi che parlano in faccia senza “politichese”, fanno le cose più che annunciarle soltanto e, preferibilmente, meglio se più donne che uomini; dall’altra, quando la prima donna-premier in Italia si fa valere, porta a termine i punti del programma elettorale (ultimo in ordine di tempo, la riforma della -finora intoccabile- magistratura), non accetta compromessi e schiaccia il piede sull’acceleratore della novità, allora Vi lasciate condizionare dal mainstream e dal protagonismo filo-sinistro.
Amici miei, che ne dite di metterVi un tantinello in pace con Voi stessi, calibrando un po’ meglio le Vostre opinioni?
La Grande Giorgia ma fatt arregrià