Non bastano le accuse, le definizioni, le condanne, la rabbia per commentare quanto accaduto a Palermo. Lo stupro di gruppo nei confronti della diciannovenne è certamente un atto di violenza brutale, ma sono aberranti anche i contorni, la sola idea di mettere in rete l’orrendo spettacolo, fatti che testimoniano una degenerazione culturale profonda. Gli esecutori andrebbero certamente condannati con pene esemplari, fuori di dubbio, ma allo stesso tempo occorrerebbero una volta per tutte interventi concreti e incisivi su larga scala per contrastare un fenomeno che non accenna a diminuire: la violenza di genere. Lo richiede questo atto di violenza brutale, ma lo richiedono anche i tanti episodi che ogni giorno registrano le cronache, non ultimo il femminicidio di Sorrento.
E’ evidente che la degenerazione culturale che ci troviamo di fronte va combattuta innanzitutto proprio attraverso la cultura: insegnando l’educazione sessuale e sentimentale a scuola, favorendo la trasmissione di valori di apertura e di rispetto, mettendo al bando ogni discriminazione delle identità sessuali, favorendo l’effettiva eguaglianza tra i sessi e lo sviluppo culturale. Assicurando da un lato la certezza della pena (elemento fondamentale in uno stato di diritto) e trovando dall’altro – come sottolinea Alessandro Trocino sul Corriere della Sera – pene alternative per chi si rende colpevole di questi crimini, che non consistano solo nel restarsene in carcere a marcire. E poi non lasciando solo alle donne quella battaglia, come se non riguardasse tutti”.
Lo dichiarano in una nota congiunta le amministratrici dei comuni dell’isola di Ischia e Procida delegate alle pari opportunità.
Carmen Criscuolo – Comune di Ischia
Ilaria Ferrandino – comune di Casamicciola Teme
Carmela Monti – comune di Lacco Ameno
Marianna La Monica – comune di Forio
Daniela Di Costanzo – comune di Barano d’Ischia
Roberta Mattera – comune di Serrara Fontana
Sara Esposito – comune di Procida