mercoledì, Febbraio 26, 2025

Svolta Pio Monte. Casamicciola, ora cambia la storia!

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[intro]La Corte di Appello promuove Luigi Mennella: annullato la richiesta di risarcimento di oltre 14 miliardi di vecchie lire![/intro]Per la Corte di Appello di Napoli, sezione III civile composta dai magistrati Rosa Giordano presidente, Marianna D’Avino e Regina Marina Elefante, Luigi Mennella, l’ex sindaco di Casamicciola oggi consigliere comunale di opposizione, non commise nessun atto illegittimo quando sottoscrisse “la dichiarazione di pubblica utilità e di occupazione d’urgenza del complesso immobiliare interessato dai medesimi lavori oggetto di appalto”. Una pronuncia, questa a favore di Luigi Mennella che riabilita l’ex sindaco nelle sue funzioni di amministratore pubblico dopo 18 anni, libera il comune di Casamicciola da una mannaia sul collo del valore di quasi sei milioni di euro e riscrive la storia attuale del rapporto tra l’ente del Palazzo della Bellavista, ora guidato da Giovan Battista Castagna, e il complesso che è diventato l’incubo quotidiano di Peppino Mazzella e dei suoi lettori: il Pio Monte della Misericordia.

Cambia tutto e, prima di vedere nel dettaglio le motivazioni che hanno spinto i giudici della Corte di Appello a riformulare la sentenza di prima grado, è giusto soffermarci – anche se brevemente – sul significato politico di questa sentenza. Ora c’è l’urgenza di rientrare in possesso delle aree che Mennella dichiarò pubbliche, rendere efficace questa sentenza e rivedere non solo gli accordi, ma anche la funzionalità e la destinazione d’uso del complesso casamicciolese.

Ma leggiamo insieme le motivazioni della sentenza che ha visto protagonisti il comuen di Casamicciola Terme difeso degli avvocati Bancale e Spasiano, la Cogemar strl, Luigi Mennella, la Circide Sas e il Pio Monte della Misericordia avverso la sentenza numero 9311 del 2009 resa dal tribunale di Napoli. La sentenza, oggi ribaltata dalla Corte di Appello, si rifà ad un processo iniziato  nel lontano 1997 che vide la Cogemar chiedere ai giudici di riconoscere nei confronti della Circide, del comune di Casamicciola e del sindaco dell’epoca Luigi Mennella la responsabilità per aver arrecato un danno nella misura di oltre 14 miliardi di lire. “Dopo anni di rinvii – si legge nella sentenza – la causa venne, infine, decisa con la sentenza oggetto del presente gravame, che ha accoltola domanda principale proposta dalla Cogemar ed ha condannato la Circide sas al pagamento in favore della predette attrice della somma di Euro 5.004.565,38. Inoltre, il medesimo primo giudice ha condannato il Comune di Casamicciola Terme e il Sindaco Mennella Luigi a manlevare la Circide sas di quanto quest’ultima dovrà pagare alla società attrice”.

Dopo una lunga disamina di tutti gli appelli di questo lungo processo e dopo aver analizzato alcuni aspetti sull’ammissibilità  o meno di uno degli appellanti, il collegio della III civile entra nel merito. Le motivazioni che hanno portato il collegio presieduto dal giudice Giordano evidenziano diversi motivi per ribaltare la sentenza che vedeva soccombere Mennella e il comune di Casamicciola a risarcire la Cogemar per oltre 5 milioni di euro tra cui la natura del contenzioso che vedeva coinvolte le parti in causa. Il collegio della Corte di Appello, a differenza di quello di primo grado sottolinea come il rapporto da Cogemar e Ciride fosse un rapporto contrattuale mentre quello nato con i “condannati” divenisse un rapporto extracontrattuale.

Tra gli altri, un ulteriore motivo che ha spinto il collegio a ribaltare la sentenza di primo grado è quello che identifica un comportamento errato del giudice di primo grado. «Il giudice del primo grado – scrivono i giudici del III Collegio – ha esposto solo il seguente passo “Il Comune di Casamicciola   Terme e il Sindaco Arch. Mennella devono  manlevare la sas Circide da quanto quest’ultima dovrà pagare alla Cogemar per il oro comportamento colpevole che impedì la prosecuzione dei lavori.  All’evidenza – continuano –  tale succinto non consente in alcun modo di arguire le ragione giuridiche della condanna adottata e al presente giudizio contestata”.

Ma ancora, Luigi Mennella e gli atti prodotto 18 anni fa, sono validi soprattutto perché la manata approvazione da parte del CO.RE.CO. non li privano della loro legittimità ed efficacia e perché, in conclusione, è vero che i lavori che la Circide stava eseguendo per conto della Cogemar erano privi di titoli autorizzativi. Nessun abuso, nessuna colpa. Oggi per Mennella e per il Comune di Ischia solo un ricco risarcimento. Diciotto anni dopo.

 

1 COMMENT

  1. c’è da sperare che i soccombenti di oggi non abbiano la possibilità di far ricorso a un ulteriore grado di giudizio,con la prospettiva di altri anni di attesa.

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