Con la lettera inviata al Dispari e pubblicata nell’edizione di ieri, il sindaco di Lacco Ameno ha voluto giustificare l’aumento della TARI, che ha colpito in maniera pesante le attività produttive in un momento in cui già devono fare i conti con la grave crisi economica che attanaglia il Paese. Secondo Carmine Monti, la colpa è del governo, nello specifico dei coefficienti approvati dal ministero, che l’amministrazione sarebbe stata «costretta» ad applicare. Negando di aver voluto colpire le attività economiche, che rischiano il fallimento, a beneficio di pochi “fortunati” e vantando di aver abbassato i costi a carico delle utenze domestiche.
La realtà è ben diversa, come emerge da un’analisi effettuata da un cittadino di Lacco Ameno esperto in materia fiscale e tributaria, il dott. Giacinto De Siano, che sbugiarda la tesi del primo cittadino. Infatti proprio il cosiddetto “metodo normalizzato” previsto dal DPR 158/1999 allegati 1 e 2, che Carmine Monti sostiene di essere stato costretto ad utilizzare, non è una strada obbligata. La legge di stabilità 2014 (147/2013) prevede un metodo alternativo, seguendo il principio “chi inquina paga”, come stabilito dall’art. 14 della direttiva 2008/98/Ce del Parlamento europeo e del consiglio 2008. In tal modo la TARI viene applicata in maniera analoga a quanto avvenuto per la TARSU o la TARES.
Nessuna costrizione, come vorrebbe far credere ai contribuenti lacchesi il sindaco Monti, dunque, perché ogni Comune ha la facoltà di scegliere il metodo per commisurare la tariffa rifiuti.
Guarda caso, infatti, l’unico comune dell’isola d’Ischia ad aver seguito vergognosamente la strada del DPR 158/99 è stato quello di Lacco Ameno. Se invece, come fatto dalle altre cinque amministrazioni isolane, fosse stato utilizzato il criterio del “chi inquina paga”, si sarebbe evitata la stangata ai danni delle attività produttive. Tale metodo, spiega il dott. De Siano, come già avvenuto nel 2013 consente di commisurare la tariffa «alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alle attività svolte nonché al costo del servizio rifiuti, determinando le tariffe di ogni attività moltiplicando il costo del servizio per la superficie imponibile accertata, per uno o più coefficienti di produttività quantitativa e qualitativa di rifiuti, utilizzati nel 2013».
Un metodo, quello del DPR 158/99, ormai obsoleto oltre che iniquo, che già aveva condotto a discriminazioni e polemiche per la TARES. Era dunque opportuno scartarlo, come fatto da cinque comuni isolani su sei. Solo l’amministrazione Monti ha voluto seguirlo, stritolando le attività produttive. Una scelta disastrosa frutto di una volontà precisa o di scarsa conoscenza della materia? Difficile che possa essere vera la seconda ipotesi e che solo all’ombra del Fungo si sia potuto commettere un errore così marchiano. Dunque era tutto premeditato…
Il risultato, infatti, viene chiaramente evidenziato dalle tariffe TARI 2014 applicate dai vari comuni.
COMUNE DI ISCHIA: Ristoranti, pizzerie ; euro 13,16 a mq; Bar e pasticceria; euro 13,07 a mq; Ortofrutta, pescherie, fiori e piante: 17,35
COMUNE DI BARANO: Ristoranti, pizzerie ; euro 19,73 a mq; Bar e pasticceria; euro 17,18 a mq; Ortofrutta, pescherie, fiori e piante: 25,64
COMUNE DI FORIO:Ristoranti, pizzerie ; euro 31,66 a mq; Bar e pasticceria; euro 26,47 a mq; Ortofrutta, pescherie, fiori e piante: 37,82
COMUNE DI SERRARA FONTANA: Ristoranti, pizzerie ; euro 31,86 a mq; Bar e pasticceria; euro 26,44 a mq;
COMUNE DI LACCO AMENO: Ristoranti, pizzerie ; euro 42,59 a mq; Bar e pasticceria; euro 33,64 a mq;Ortofrutta, pescherie, fiori e piante: 27,60.
Come si vede, le tariffe di Lacco Ameno sono di gran lunga le più elevate. Con buona pace delle giustificazioni del sindaco Monti.
Il Comune di Lacco Ameno non era obbligato a stangate le attività produttive. L’esperto in materia fiscale e tributaria Giacinto De Siano spiega il metodo “chi inquina paga”, applicato dalle altri cinque amministrazioni isolane
E’ vergognoso far pagare in 4 mesi (OTT.-GEN.) TASI e TARI, senza aver fatto nulla per otto mesi. Adesso i cittadini di Lacco Ameno nel periodo di inattività, perché lavoratori stagionali i poveri pensionati etc., devono versare nelle casse comunali la media di €. 600,00 a famiglia se possiedono solo l’abitazione principale, in caso contrario l’emolumento sarà molto più oneroso.
Il sindaco almeno per la TARI poteva richiedere acconti in corso d’anno sulla base delle tariffe 2013 per poi chiedere un conguaglio a dicembre. Invece, si è preferito strozzare le povere famiglie. Cosa vergognosa non è prevista alcuna esenzione in base alle condizione economiche (vds. ISEE).
Con questa politica scellerata la popolazione di Lacco Ameno si impoverirà sempre di più, tranne pochi eletti, con conseguenze negative per tutti i settori economici. Prevedo un Natale povero e la chiusura di molte attività commerciali.
Non diamo la colpa al debito pregresso, al commissario etc., gli amministratori sono miopi e incapaci!
concordo pienamente con il Dott. De Siano : ogni Comune nel rispetto del principio “chi inquina paga” può commisurare le tariffe alla quantità e qualità dei rifiuti prodotti in relazione agli usi e tipologia di attività svolta.E’ inoltre possibile che i Comuni tengano conto dell’indicatore ISEE per applicare notevoli agevolazioni per i cittadini. La politica del “vittimismo” è facile da seguire ed impegna poco,ma i Sindaci e gli amministratori di Comuni come Alezio, Pollica, Positano, Foggia, tanto per citarne alcuni, hanno dimostrato ben altro, e più rondini fanno primavera.