E’ fuori dai giochi. Ma quando si parla di soldi e partecipate, è (ancora) indispensabile tirarlo in ballo. Sandro Iannotta, già assessore al bilancio, dimissionario. Osserva la polemica dall’esterno e, al solito, parla con concreta lucidità.
Iannotta, gli albergatori sono sul piede di guerra. Lamentano tassazioni eccessive, in particolare per quel che riguarda i rifiuti. Hanno ragione?
«Non hanno torto, mettiamola così. Per la verità la sofferenza del settore arriva da lontano e mi pare riduttivo attribuirne le colpe esclusivamente alla politica, e nella fattispecie al Comune di Ischia. Ma direi che è innegabile, e lo affermo con cognizione di causa viste le mie attività familiari, che le strutture commerciali, e non solo quelle alberghiere, si sobbarchino oggi costi sproporzionati, quanto a tassazione sui rifiuti, rispetto a quel che potrebbe essere».
Potrebbe essere. Come?
«Alcuni passaggi erano già stati fatti, durante il mio assessorato, nel quale avevamo recepito le istanze degli albergatori. Prendemmo degli impegni e in parte, lo scorso anno, avevamo iniziato un processo di alleggerimento del canone. Dando dei segnali, certo ancora poco incisivi, alla categoria.
Ma per il 2016 era previsto un forte ribasso legato a uno studio, che è agli atti di IschiAmbiente ed è stato perfezionato entro lo scorso giugno, che determinerebbe un risparmio di un milione di euro annui subito e di un milione e mezzo a pieno regime. Era uno dei miei impegni, in questa ottica, provvedere a ridistribuire il ruolo RSU. Perché ribadisco di essere d’accordo: le attività commerciali in generale, più che nello specifico quelle alberghiere, coprono una percentuale forse eccessiva dell’incasso, a fronte del peso specifico delle abitazioni nei ruoli RSU».
Come si perseguirebbe il risparmio necessario per alleggerire la tassazione sugli alberghi?
«Svincolandoci dalle logiche della terraferma, individuando le giuste strategie. Evitando di stare con le mani in mano. Penso a Forio, dove i camion sostano addirittura a due passi dal porto. Credo che il futuro sia nell’unico luogo deputato, l’Arenella a Ischia, che al momento è usata al 50% come autoparco».
Avevate messo a punto un progetto.
«Un progetto di IschiAmbiente, non certo mio. Con il buon Salvatore Sirabella, che avrà anche un caratteraccio ma è un ottimo professionista, nel nuovo capitolato avevamo previsto l’acquisto di un impianto di selezione e compattazione rifiuti, che costa intorno ai 450 mila euro e che coprirebbe il fabbisogno anche di altre aziende dell’isola, e di un impianto di trattamento dell’umido che, invece, coprirebbe il fabbisogno standard della sola Ischia, e peraltro non nei mesi di picchi estivi. Ma si tratterebbe di una situazione combinata che ci consentirebbe di ricorrere al trasporto in terraferma solo a luglio e ad agosto e, grazie all’impianto di selezione, di abbattere significativamente i costi. Il risparmio farebbe respirare tutti, soprattutto gli albergatori. E i consorzi di filiera, che avevamo già contatto, ci hanno assicurato che con un impianto simile Ischia diventerebbe filiera: il trasferimento nelle piattaforme ci verrebbe totalmente rimborsato».
Il Comune di Ischia ha frenato?
«Ah, non lo so. Ma possono modificare il progetto, che fu perfezionato con il contributo di altri assessori, come Rosanna Ambrosino. E non dimentichiamo che il Comune ha già approvato in consiglio comunale un altro un’altra delibera».
La privatizzazione.
«Già, con IschiAmbiente che doveva andare a gara entro il 30 aprile. Io ho forti perplessità su una soluzione del genere, ma certo la mia era ed è una voce tra le tante. Il punto è che il Comune di Ischia non fa neanche quello. E’ bloccato, paralizzato. E’ per questo che oggi il presidente di Federalberghi ha ragione: gli impegni li abbiamo presi, e fino a questo momento non abbiamo saputo mantenerli».
Usi ancora il plurale.
«No, ma sono fuori dai giochi. Ringraziando Dio. Non c’erano più le condizioni politiche perché restassi in giunta. Sono stato tanti anni con De Siano, ho compreso che non si rimane in Paradiso a dispetto dei Santi: io ero un assessore tecnico ma pur sempre, come sottolineavano in molti, espressione di una componente politica che mi aveva voluto e che ormai non c’era più. E allora abbiamo vissuto unun momento così particolare, in cui qualche assessore non la vedeva come me . E mi sono sentito dire: “Di chi sei rappresentativo? Non sei neanche consigliere eletto!”. Ma io sono abituato a fare politica concreta, non chiacchiere»
pasrai
E’ ora o non di pensare seriamente a questa vergognosa tassa sulla spazzatura che ci sta dissanguando ed assieme alle tante altre sta portando al fallimento di parecchie aziende. Chissà se prima o poi gli albergatori avranno il coraggio di alzare la testa.
Ma si, abbassiamola agli albergatori…. i pensionati pagano pochissimo.