martedì, Novembre 26, 2024

Tegola per Caruso, la Iesca chiede 600mila euro di danni al Comune!

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E’ decisamente destinato a non estinguersi il contenzioso tra la Iesca e il Comune di Serrara Fontana per la gestione delle attività di ormeggio nel porto turistico di Sant’Angelo. Nonostante finora non sia riuscita a far valere le proprie ragioni, la società non demorde ed ha presentato un nuovo ricorso ex art. 702 bis codice di procedura civile dinanzi alla sezione distaccata di Ischia. Una sfilza di azioni giudiziarie che si accavallano e si intrecciano. Il nodo è sempre la risoluzione da parte del Comune del contratto stipulato nel 2006, che la Iesca ritiene illegittima ed arbitraria. Stavolta, però, oltre a chiedere di essere reintegrata nella gestione, la società nella richiesta di risarcimento quantifica il danno patito a causa dell’iniziativa dell’Ente: 600.000 euro, pari a 200mila euro per ogni anno di estromissione dal 2012. Se accolto, sarebbe una bella mazzata per le casse comunali, tale da mettere in grave difficoltà il sindaco Caruso.

In quest’ultimo ricorso la Iesca ripropone i concetti che sono al centro delle altre istanze all’autorità giudiziaria, ricordando di aver rinunciato alla propria concessione demaniale, di cui era stata titolare fino al 2005, «per far si che il Comune potesse usufruire dei finanziamenti europei per la ristrutturazione del Borgo di S. Angelo». Ovviamente, l’accordo era che la gestione delle attività di ormeggio venisse affidata alla stessa Iesca. Cosa che avvenne con il famoso contratto stipulato nel 2006, la cui durata veniva agganciata alla stessa concessione rilasciata dalla Regione. Il Comune di Serrara Fontana, però, «in luogo di richiedere il pagamento del canone versato alla Regione come convenuto pari ad euro 1700.00 (tale era il canone che la Iesca nel 2005 aveva pagato alla Regione per le stesse aree ora in affidamento) pretendeva dalla Iesca snc la somma di euro 25.000,00 per il primo esercizio (2006) poi aumentati unilateralmente dal Comune ad euro 55.000,00 per gli esercizi successivi al primo ed in tale misura corrisposti dalla Iesca».

E si arriva alla risoluzione unilaterale del contratto da parte del Comune nell’aprile del 2012, con la nota a firma della dott.ssa Rosanna Mattera, responsabile del servizio demanio, motivandola con il mancato versamento del canone 2010. Dalle casse dell’Ente mancavano 19.250 euro, tanto che oltre a risolvere il contratto, si annunciava l’azione per il risarcimento dei danni subiti.

Una tesi che la Iesca ha sempre rintuzzato, considerando illegittimi gli aumenti applicati dall’Ente sulla base di una semplice delibera di Giunta. Ribadendo il proprio diritto alla gestione delle attività di ormeggio fino alla scadenza della concessione demaniale marittima rilasciata al Comune, prorogata al 31 dicembre 2020. In sostanza, si ribadisce nel ricorso: «il Comune estrometteva senza alcun titolo giudiziale, la Iesca dalla gestione delle predette aree».

Di qui l’ennesimo ricorso al giudice per ottenere «la reintegrazione del danno in forma specifica con il ripristino nella gestione delle attività di ormeggio onde ottenere una rapida tutela e salvaguardare l’esercizio delle attività quantomeno per la prossima  stagione estiva 2016, stante un danno economico per l’istante che cresce in misura esponenziale con il passare del tempo per il notevole afflusso dei natanti nel porto di S. Angelo nel periodo estivo e porre fine, nel contempo, alla gestione diretta del Comune delle predette attività di ormeggio con incameramento dei relativi profitti da ritenersi illeciti, perché ottenuti mediante un’arbitraria risoluzione del contratto di affidamento in parola, oltre al danno per equivalente per il periodo pregresso».

L’arbitrato previsto nel contratto, si specifica, non è più procedibile, «perché gli arbitri, già aditi dalla soc. Iesca snc, nel corso del procedimento arbitrale, hanno richiesto una anticipazione delle spese ai sensi della norma citata e non avendo le parti provveduto a tanto, con il versamento integrale delle spese predette nel termine fissato dal Collegio arbitrale, questi, ha emesso lodo d’improcedibilità».

E prima di “sparare” la richiesta di risarcimento, la Iesca ricorda che «a nulla sono valsi i tentativi della ricorrente di risolvere bonariamente la questione e pertanto è necessario adire la Giustizia». Le proposte transattive avanzate, infatti, sono state respinte dal Comune.

Reintegro nella gestione delle attività imprenditoriali di ormeggio dei natanti e restituzione delle aree e degli specchi acquei, dunque, ma come detto anche una quantificazione del danno fin qui patito: «Condannarsi altresì il Comune di Serrara Fontana  al ristoro del danno per equivalente subito dalla Iesca snc in relazione al periodo dal mese di agosto del 2012 e fino a tutt’oggi e comunque fino all’effettiva reintegrazione nell’esercizio delle attività imprenditoriali di ormeggio di cui al contratto di affidamento precitato, stante  il mancato esercizio  delle predette attività di ormeggio da parte della ricorrente nel prefato periodo in conseguenza dell’illegittima risoluzione del contratto in parola ad opera del Comune convenuto nella misura di euro 200.000 per ogni mancato esercizio annuale delle attività e ad oggi pari ad euro 600.000.00 corrispondente al profitto conseguito dal Comune nella gestione diretta di tali attività in luogo della Iesca snc come da bilanci dell’ente comunale che si allegano».

E’ solo l’ennesima puntata di un contenzioso che riserverà ancora sorprese. Il Comune finora è riuscito ad andare avanti per la sua strada e a non sganciare un euro, si vedrà poi cosa riserverà il futuro in questa interminabile telenovela.

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