#terrazzadispari Vito Iacono: «Spero sia una elezione dei sentimenti e non dei risentimenti»

Il candidato alle regionali con i Socialisti: «Non possiamo votare oggi un candidato che non ha fatto nulla per noi, l'elezione è del cittadino. Senza mediazioni. Ecco, l'appello è di individuare una parte politica per avere una rappresentanza diretta evitando mediazioni». E conclude: «Non è il tempo delle elezioni contro qualcosa, ma per qualcosa e qualcuno»

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Vito Iacono, candidato alle regionali con i Socialisti, il classico Garofano Rosso… ed è un motivo di identità forte.

– Vito, con voi torna un po’ la politica di qualche anno fa…

«Lo si spera perchè non c’è l’antipolitica. C’è la cultura dell’io… sembra che le ultime elezioni non siano il momento per il cittadino per votare un’idea politica, ma si vota la persona. Siamo nell’incertezza di chi si candiderà con chi… persone che si erano candidate altrove, sono alla ricerca di altri posti per prendere più voti ed essere eletti, ma non per risolvere i problemi dei cittadini. Ad esempio io dopo aver firmato la candidatura, mi sento un po’ a disagio per quello che leggo. Se ad esempio il leader del PD decide, quando non è più segretario, di fondare un partito nuovo, non ci sono regole. La regola è della virtualità, il web… ma il Paese è debole perché debole nella quotidianità. Ritengo che le famiglie abbiano sofferto molto in questo periodo, come ad esempio con la formazione a distanza… siamo riusciti a far passare per merito le lauree e diplomi con menzioni speciali online…».

– Tu vieni da una tradizione di politica con una determinata grammatica, a confronto con politici che vanno avanti con slogan, come ti trovi? Quale è la grande differenza?

«La politica è un’altra cosa, è confrontarsi con la realtà e migliorarla. La sfida è questa. Io mi rendo conto che parto un po’ indietro. La comunicazione è innovativa, ma bisogna riempirla di contenuti. La mia non è una candidatura locale, ma del territorio intero della provincia di Napoli, ma la palla passa all’elettore e se si lascia tentare dal tweet di Renzi o Salvini, o di quello che sente addosso i disagi dei terremotati, delle famiglie, degli isolani che hanno problemi per i trasporti o la sanità. Io non devo fare colpo nel modo in cui dire le cose, ma nei sentimenti. Ecco, che sia una elezione dei sentimenti e non dei risentimenti».

IL RUOLO DI DE LUCA

– Tu ti candidi con De Luca Presidente, però c’è da dire che la tua coalizione ha responsabilità in alcuni dei problemi che viviamo…

«Io ho cercato costantemente una interfaccia per il territorio negli uffici regionali e qualcosa l’abbiamo conquistata. Io credo che non sia De Luca il problema, ma credo che ci sia un gap nella capacità di rappresentanza dell’isola. Maria Grazia Di Scala ha fatto un ottimo lavoro dall’opposizione, ma non basta. Ho sentito dire: perchè non vi unite per un unico nome… ma Ischia deve spiegare perchè vota nomi anche distanti pagando un debito non proprio. Io, ad esempio, alle ultime elezioni europee ho votato Giosi Ferrandino perché mi sembrava giusto e rappresentava una parte della mia coalizione. Non è che oggi dobbiamo votare gli amici di Giosi per pagare il suo “debito”. Non è che Ischia deve votare ischitano, ma non deve votare per pagare altri “debiti”. Questi non li ho visti nei nostri problemi.

 De Luca è la struttura che ha competenza nel gestire il territorio, ma l’appello va fatto ai cittadini. Non possiamo votare oggi un candidato che non ha fatto nulla per noi, l’elezione è del cittadino. Senza mediazioni. Ecco, l’appello è di individuare una parte politica per avere una rappresentanza diretta evitando mediazioni. L’elezione è l’accensione di un credito nei confronti di un candidato e, si spera, di un eletto. Su questo si crea un rapporto diretto. Io non sono contro l’Eav o altri, ma bisogna stringere un patto. Per le isole minori c’è una regolamentazione europea, ma bisogna mettere insieme i pezzi. Io ritengo che ci siano le condizioni, ma il protagonista deve essere l’elettore che deve andare a votare».

– Temi l’astensionismo?

«Io non voglio abusare di termini, ma è un po’ come il film “La mafia uccide solo d’estate”. Ecco, la politica fa male anche d’inverno se d’estate non ci preoccupiamo di andare a votare. Secondo me se uno crede nella politica, deve spingere ad andare a votare. Questa campagna elettorale lunga è difficile, spero che tutti condividano una idea di campagna senza sprechi in rispetto anche di chi ha problemi economici. Spero che la gente ci ascolti».

– Cosa si prova a candidarsi in un partito che torna?

“Questo è un partito che c’è ed è forte, fatto di lotte, di Pertini, di Craxi, che ha avuto pareti forti e che c’è sempre. Un partito che è sempre stato avanti. Al tempo di Martelli, ad esempio, penso eravamo troppo avanti. Ritengo che ci siano le condizioni di tornare a parlare di politica facendo politica. Serve rispetto anche nella dialettica e spero che i cittadini votino chi grida di meno e porta contenuti. La palla è nelle mani dei cittadini. Non è il tempo delle elezioni contro qualcosa, ma per qualcosa e qualcuno».

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