Ida Trofa | Non è la canzone di Ronald White e Rosalino Cellamare e neppure la rivisitazione di Ron. E’ la triste verità di un terremoto finito nelle mani sbagliate e alla mercè delle speculazioni. Ricostruiremo tra 100 anni. Se tutto va bene…
L’imperativo per i maledetti, in gran parte ischitani, che cinque anni fa si erano messi in testa di farne un affare resta uno: “speculare”. E così la cattiveria locale fa gioco al sistema italico delle catastrofi che, con lo Stato, non fanno altro che finanziare lo Stato e le sue ramificazioni. Male chi ci capita e ha bisogno.
Il divario si amplifica con i sistemi di poteri che si alimentano e chi ha lottato per restare comunità e per arginare lo spopolamento ed evitare che aree minuscole del “piccolo cratere” diventassero aree fantasma, lentamente muore.
Anche l’onorevole Giovanni Legnini continua a “premiarli”. A premiare chi è fuggito, le aziende scappate e partite per fare fortuna altrove (delocalizzatesi con cazzimma e studiato metodo mentre sputavano sentenze e veleno su chi aveva deciso di restare mostrando la ferita sanguinate del sisma).
A premiare chi, in questi cinque anni, ha provato a fare il furbo, in tutti i modi possibili, pretendendo che venissero indennizzati i propri abusi e quelli dei propri compari di merenda. E, per perseguire in questa malsana e infetta rotta, sono stati distrutti gli archetipi e sono stati inondati di letame locale commissariati, uomini e commmissari. Gli uomini chi continuano a sfamarsi sulle carcasse degli ultimi.
E’ questo il quadro in cui si interseca l’ultimo fallimento e che ci racconta la “catastrofe” della conferenza speciale dei servizi: nessuna pratica approvata il 19 luglio; nessuna pratica approvata il 5 agosto. Non è bastato rinviare di un giorno la seduta che era stata fissata, anche in modalità telematica, al 4 agosto. Le pratiche di ricostruzione non sono state approvate dalla Conferenza speciale.
Stop all’esame delle pratiche
La conferenza sospende l’esame delle pratiche in quanto non risultano accoglibili, e in alcuni casi, dispone la richiesta di integrazioni che andrà formulata dal Commissario, inviata al tecnico incaricato e, per conoscenza, agli enti interessati, onerando il tecnico incaricato di rinviare la documentazione a ciascuno dei predetti enti interessati per quanto di propria competenza, assegnando un congruo termine entro il quale produrre le predette integrazioni.
Conferenza speciale: missione fallita
Abbiamo fatto fallire anche gli elementi essenziali propri della conferenza dei servizi speciale che è disciplinata dalle norme ordinarie, ma è anche caratterizzata dalla facoltà “speciale” di adattamento delle procedure alle specifiche esigenze della ricostruzione di Ischia (ad esempio le procedure connesse alle istanze di sanatoria legate ai condoni) come da disciplinate dall’Ordinanza Commissariale n.17/2022.
Ebbene, due su due delle convocazioni sono fallite.
L’ultima, ieri mattina, ha visto una vera e propria debacle del sistema. Ora, i conferenti, si rivedranno dopo le ferie, forse a metà settembre. Intanto tra le 10 pratiche al vaglio, nelle due sedute del 19 luglio e del 5 agosto, una sola di queste (danni lievi) è stata processata favorevolmente. Tra l’altro era già stata istruita ed approvata dal comune di Casamicciola Terme.
E chiaro, ormai, che non servono queste rimpatriate istituzionali fini a se stesse bensì persone che si dedichino al terremoto concretamente e specificamente. Uno staff sollecito con tecnici incaricati e un’opportuna separazione tra la politica e ruoli ufficiali. Cosa che oggi non accade.
Ma chi è causa del suo mal pianga sé stesso!
E come spesso si dice, chi è causa del suo mal pianga sé stesso. Siamo qui a narrare del magro bottino di 5 anni per 5 pratiche. 5 anni per 5 persone. È il magro bottino che continueremo a riproporre finché continueremo a raccontarci bugie. Chi dice che ricostruire Ischia è facile in questa Italia è “fuori dalla grazia di Dio” (cit comm.). La soluzione era a portata di mano nel novembre del 2017. Eravamo in pieno stato di emergenza. Qualcuno, e sappiamo bene chi, si era messo in testa di far un solo boccone disfacendosi dei commissari scomodi. “Se la vedevano loro!” ci hanno detto quando hanno cacciato prima Giuseppe Grimaldi e poi Carlo Schilardi. Abbiamo visto, eccovi servito il risultato: zero a zero.
L’imbuto del terremoto che si fa cerume e stratifica
Non c’è né per nessuno: o si fanno la pratiche dei benedetti del terremoto o niente. E così, a forza di allucchi, strepitii e forzature Teresa Elena Cinquantaquattro e Giovanni Legnini hanno preso il paccotto ischitano e, figurativamente, ce lo hanno tirato in faccia.
La pratica di Tizio che blocca tutte le altre. La pratica di Caio che non va bene. Quell’altra pratica non tiene i timbri, l’altra non è firmata e, quella, invece che piace al politicozzo di turno_ è questo il canovaccio sismico locale è quello che imbriglia, l’imbuto o il cerume che blocca la ricostruzione del cratere di Ischia. Cerume che si stratifica e che diventa, mese dopo mese, anno dopo anno, una vera e propria patologia! Sono loro, i “benedetti” del terremoto, quelli che come si dice a Napoli “chiagnene e fottono” che fermano tutti gli altri.
Caro Legnini fare presto sullo scoglio è una parola grossa!
Legnini pensava di fare presto e veloce, ma non aveva neanche idea di quanti blocchi e intoppi avrebbe trovato sullo scoglio ischitano. I dirigenti di Invitalia che vorrebbe far passare le pratiche degli amici di Casamicciola come dicono i tecnici delle caste di Casamicciola presentando le pratiche dei consiglieri comunali che servono da “spila cesso” (citato letteralmente dalle riunioni tecniche di Palazzo Reale) e ora serve una grande azione depurativa (nel senso proprio di depurazione) per rimettere tutto in sesto. La soprintendente di Napoli, la dottoressa Cinquantaquattro, è stata chiara: “Io sono lo Stato”.
Non si regalano timbri e firme di comodo. Legnini, dal canto suo, starà benedicendo Giuseppe Conte e Nonno Silvio Berlusconi per aver fatto cadere il Governo di Mario Draghi che lo aveva voluto, anche, al nostro capezzale. Così, forse, si potrà “chiaitare” a Roma un altro ruolo e un’altra serenità.
8 mesi di Ischia gli saranno bastati più di tutte le esperienze (pur difficili) vissute sin qui. Gli saranno bastati, al punto di capire, che non è cosa… Caro Legnini, fare presto (magari bene e per tutti) sullo scoglio è una parola grossa!
In attesa del documento attuativo
Intanto, nel tentativo di metabolizzare l’insuccesso, l’onorevole Legnini compreso che lo stanno portando a spasso e a perdere tempo, ha già avvertito che per la disciplina di funzionamento della “Conferenza dei servizi speciale” è in corso di predisposizione un documento che disciplini la procedura attuativa della conferenza dei servizi speciale rispetto ai principali punti di modalità di convocazione, invio della documentazione, apposizione di termini per l’esame istruttorio delle Pratiche, delega della presidenza della conferenza.
Il commissario, inoltre, intende avvalersi dell’ing. Raffaello Fico quale consulente tecnico e della figura di un esperto giuridico per dirimere le questioni che si porranno, oltre che curare la predisposizione e la correttezza degli atti.
Resta inteso il ruolo dei tecnici privati incaricati per la redazione delle pratiche di richiesta del contributo, i quali assumono il ruolo di incaricati di pubblico servizio. Circostanza che bisognerebbe tenersi ben chiara nella definizione di ruoli, competenze e responsabilità e che invece Ischia proprio non vuol capire.
“E’ evidente che sussistono limiti dei poteri istruttori sia da parte dei tecnici della struttura commissariale sia da parte del tecnico comunale preposto al rilascio del titolo edilizio connesso alla pratica di ricostruzione. Ogni ente coinvolto, per quanto di propria competenza, dovrà esercitare il proprio potere valutativo” ha più volte spiegato il capo del terremoto. L’obiettivo della conferenza dei servizi speciale doveva essere quello di ricondurre l’attività al principio della programmazione, dando certezze ai cittadini e mettendo ciascuna delle istituzioni nelle condizioni di potersi esprimere. La chiave per governare i processi semplificati risiede, e non lo dice la conferenza speciale ma la realtà delle norme e dei fatti, nella esatta individuazione delle responsabilità dei soggetti coinvolti. Sulla necessità di individuare precise regole di funzionamento della conferenza speciale. Purtroppo, però, da noi, tutto resta pura demagogia.
Le richieste di Soprintendenza e Regione
Diversi i nodi ancora da sciogliere. A questi si aggiungono le richieste della Soprintendenza che spinge, come dovrà essere, per una “conferenza istruttoria prima della decisoria e tempi più opportuni di convocazione. Come rileva il soprintendente “È importante stabilire i tempi di convocazione e di invio della documentazione secondo una tempistica condivisa”. La strutturazione bifasica della conferenza, con una fase preliminare e una decisoria, non caratterizza al momento le pratiche poste all’ordine del giorno delle due conferenze tenute in questa estate 2022.
Un errore fatale. Infatti, nella convocazione si era fatto credere che le pratiche trattate, è tutto scritto a verbale e lo ha detto il commissario Legnini “non sembrerebbero richiedere l’espressione da parte della Soprintendenza, almeno da quanto emerso dal primo esame istruttorio effettuato dai tecnici della Struttura Commissariale”.
Evidentemente qualcuno non ha detto la verità. Di chi erano queste pratiche da favorire? Chi ha presentato un esame istruttori non fedele?
La Regione: facciamo una delibera di giunta regionale
La Regione, con l’ing. Roberta Santaniello e il Direttore Romeo Gentile, compartecipano al disastro (un ruolo per uno non si negata nessuno, ndr) auspicando un contributo celere da parte loro nell’attività di rilascio delle autorizzazioni sismiche ed hanno proposto una delibera di giunta regionale per definire indirizzi ad hoc e conferire priorità alle pratiche della ricostruzione, modificando anche le attuali disposizioni che prevedono, ad esempio, per il comune di Forio, una delega conferita alla Commissione Locale per il rilascio delle autorizzazioni sismiche. Loro giocano e i terremotati continuano a subire il loro gioco e la discriminazione tra terremotato e terremotato.