L’elezione del Presidente Mattarella in Forza Italia non passerà inosservata. Così, mentre infuria la bufera tra Silvio Berlusconi, Raffaele Fitto, Renato Brunetta e Paolo Romani, il destino di coordinatore regionale di Forza Italia potrebbe essere in discussione.
“Ribadiamo la necessità di un azzeramento totale degli organismi di partito”. Raffaele Fitto alle 11.30 di ieri ha convocato una conferenza stampa a Montecitorio, alla stessa ora in cui è stata fissata la riunione dell’Ufficio di presidenza di Forza Italia. L’europarlamentare azzurro convoca i giornalisti per esprimere ancora una volta il suo dissenso ma ribadisce che non ci sarà nessuna scissione, perché non ha nessuna intenzione di lasciare il partito. Intanto, i capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani, insieme agli altri vertici del partito, offrono le loro dimissioni a Silvio Berlusconi ma il leader azzurro le ha respinte. “Non riconosciamo la valenza politica, giuridica e statutaria” dell’Ufficio di presidenza. Noi restiamo in Forza Italia – puntualizza Fitto – ma apriamo con forza un confronto nel partito sulla linea politica e sul suo assetto” perché dopo gli “errori clamorosi” degli ultimi tempi c’è la necessità di un cambiamento.
Un maremoto interno al partito che, di fatto, potrebbe davvero portare alla “cacciata” di De Siano dal ruolo di coordinatore. Così, la fronda che sembra conservare ancora un po’ di dignità (se di dignità si può parlare in Forza Italia offre le dimissioni dopo il tradimento del patto del Nazareno di Renzi e De Siano, invece, pensa a farsi approvare un referendum, ad Ischia, “fuori legge”.
Ma i guai di Domenico De Siano hanno un altro nome, un nome pesante, quello di Denis Verdini. Già, proprio lui. Quel Verdini lì. Secondo quanto riporta più di un quotidiano regionale, sembra che la testa del lacchese in quanto coordinatore nazionale sia legata proprio al destino dell’alfiere del Patto del Nazareno. La bestia di nera di Silvio Berlusconi, il protagonista dell’accordo con Matteo Renzi.
“Chi era accanto a Berlusconi – scrive Pasquale Napolitano di ReteNews 24 – racconta di un leader di Forza Italia incazzatissimo, scuro in volto, sul punto di mettere alla “porta” di Forza Italia, il suo braccio destro Verdini”. una rottura, come dicevamo che avrebbe effetti immediati in Campania, nel riassetto degli equilibri politici e che oggi, all’indomani della richiesta di Fitto, Brunetta e Romani lo diventa ancora più attuale. Verdini, dopo lo strappo con Nicola Cosentino, era stato, negli ultimi mesi, il “garante” a Roma di Luigi Cesaro e del coordinatore Domenico De Siano. E con un Verdini in “disgrazia” saltano per i Cesaro (il padre Luigi e il figlio Armando) tutte le “coperture”.
Gaetano Di Meglio
@gadmeischia