Gaetano Di Meglio – Ida Trofa | Presi ancora in giro da un governo di pagliacci. E non importa se ci sia la Lega o il PD: basta il cinque stelle. E non possiamo, neanche, dargli la colpa. Perché la colpa è nostra.
Così, mentre l’unica emergenza dei nostri territori in merito alla ricostruzione e al post sisma del cratere di Ischia è sistemare qualche pratica appezzottata e veicolare qualche incarico, altrove si combatte una battaglia elettorale che porterà benefici ai terremotati del Centro Italia. E noi, come con Genova, stiamo qua con la bocca aperta a guardare.
Diciamo, da sempre, che non dobbiamo prendere nulla da quel terremoto ma che, con maturità, dobbiamo strumentalizzarlo per garantirci dignità e benefici.
Mentre da noi si sbattono fuori dagli alberghi gli sfollati, oggi dovrebbe entrare in vigore il decreto (elettorale) per il Centro Italia che prevede l’estensione dello stato di emergenza al 31 dicembre 2020. Quella stessa “emergenza” che a noi ci hanno tolto sei mesi prima della “norma” e che, oggi, significherebbe continuare “continuare a vivere”.
Ma non finisce qui. Il decreto che i Consiglio dei Ministri si appresta approvare prevede anche “l’erogazione per il 2019 di 380 milioni da attingere al Fondo per le emergenze nazionali previsto nell’ambito del codice della Protezione Civile e di altri 345 per il 2020, attraverso l’uso delle risorse disponibili sulla contabilità speciale intestata al Commissario straordinario”.
Il decreto legge “recante disposizioni per l’accelerazione e il completamento della ricostruzione nei territori colpiti dal sisma del 2016”, vale a dire le regioni Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche e prevede una pioggia di 725 milioni di euro. Il testo che domani dovrebbe arrivare in Consiglio dei Ministri, almeno per quello che emerge dalla bozza del provvedimento prevede la volontà del governo “di migliorare le procedure per la ricostruzione degli immobili privati attraverso un iter più semplice e veloce”
Secondo Marina Sereni, sottosegretario del PD, per i terremotati del Centro Italia arriverà una buona dose di “semplificazione e sburocratizzazione, restituzione con rateizzazione solo del 50% dei tributi sospesi dal 2016, possibilità di riconoscere l’anticipo delle spese per i professionisti, incentivi per l’economia locale”.
L’esponente del Pd aggiunge che “Il Decreto di domani può essere una svolta e indica una visione per il futuro, introducendo incentivi e strumenti per chi vuole creare attività economiche nelle aree colpite dal sisma”.
E così, mentre l’ANSA titola: “Si accelera anche sulle macerie. Di rilievo inoltre l’estensione ai Comuni del Cratere (art. 6) delle misure a favore dei giovani imprenditori del Sud, denominata ‘Resto al Sud’, da Ischia c’è silenzio assoluto.
Dal nostro “cratere” nessuno si è mosso. Abbiamo chiesto e ci hanno rassicurato “Nessuno ha nominato Ischia”. Ma questa è la colpa di aver fatto del Commissario Schilardi il “capo abusivo” di una comunità. La colpa di non aver intessuto rapporti con il governo centrale e di essere, comunque, assenti dai tavoli che contano.
L’interlocuzione governativa, necessaria in questa vicenda, è evidente che sia assente. Non siamo stupidi e abbiamo letto la finalità elettorale di questa scelta del governo. Siamo davanti ad un governo che si sta comprando il voto degli Umbri con 725 milioni di euro e non abbiamo colto, al volo, l’occasione di fare il colpaccio. Ma poi, chi lo dovrebbe fare? Il sindaco che gioca con i crediti formativi degli ingegneri e organizza le passerelle per la Città Metropolitana? O il sindaco cacciato dal suo stesso partito? O gli altri che se ne fottono? O i falsi “difensori” dei terremotati?
Qualcuno dirà che è un decreto legge e che nei prossimi 60 giorni bisogna convertirlo in legge. Qualcuno dirà che è una marchetta elettorale. Qualche altro, tra cui noi, dirà che è l’ennesima occasione persa dell’isola d’Ischia. A noi ci hanno scippato l’emergenza con sei mesi di anticipo. Nel centro Italia l’hanno estesa fino al 31 dicembre 2020! Fino al 31 dicembre 2020: e noi siamo qua a cacciare gli sfollati dagli alberghi.