lunedì, Agosto 26, 2024

Tom Cruise alla foriana, quel “Codice d’onore” al contrario al Tribunale di Ischia

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Mattinata movimentata in tribunale. Per qualcuno, tuttavia, evidentemente, le serie TV e i film hanno un effetto immersivo. Qualcuno crede che possa arrivare in moto o in macchina parcheggiata in doppia fila o in posizioni da multa entrare in aula e atteggiarsi a grande principe del foro (da notare tutte le minuscole!) e alzare la voce con Giudici, Cancellieri e Stenotipisti.

Ieri mattina, in un processo che vede contrapposti alcuni importanti imprenditori della nostra isola, alcuni noti per le proprie creatività d’azienda, è andata in scena la pantomima dell’uomo che alza la voce, che si agita e che fa sentire (senza risultato, tra l’altro) il proprio ruolo. Una questione di educazione. Ma quella non si può comprare né al mercato bianco, né a quello in nero.

Avete presente la scena di Codice d’Onore con Tom Cruise e Jack Nicholson, ci siamo quasi arrivati. Questa volta non era avvocato contro teste, questa volta era avvocato contro Tribunale. Qualcuno, sulle scale di Via Michele Mazzella, addirittura, racconta che il “principe del foro” abbia esclamato “vi faccio vedere io chi sono” oltre a “stai zitta” e “tu non parlare”. Un codice d’onore, quello a cui la categoria dovrebbe far riferimento nei suoi comportamenti che è stato calpestato.

Altro che codice d’onore, qui si tratta di un altro codice, forse quello del misoginismo o come suggerisce un vero Principe del Foro (da notare le maiuscole!) che ha definito il tutto con una sola parola: “mefitico”

Al centro della polemica un potenziale atto che non era presente nel fascicolo e un eventuale resoconto steno tipico ma per farvi capire il livello di maleducazione che si è raggiunto, basta solo ricordare che la giudice Mariafrancesca Palagano ha dovuto alzarsi a chiedere a gran voce che si ristabilisse l’ordine in aula. Chi frequenta il Tribunale di Ischia conosce benissimo lo stile della dottoressa Palagano. Così come conosce anche lo stile di “Tom Cruise” alla foriana e facilmente potrà trarre le proprie considerazioni. Alzare la voce in un processo non serve a nulla, questo lo sa anche un novellino della cronaca giudiziaria come chi scrive. Non è un mercato dove vince chi fa voce più alta, vince chi ha valere il diritto e la legge.

Più grave, invece, e meno cinematografico (perché, si sa, le cose dei film, restano sceneggiate!), è quello che accaduto, sempre ieri mattina, nel corridoio dei giudici del civile. Qui la vicenda è un po’ più delicata perché ieri mattina un’addetta alla cancelleria è dovuta ricorrere alle cure del Pronto Soccorso dell’Ospedale “Anna Rizzoli” di Lacco Ameno. Vi rispariamo, per decenza, tutto il retro-testo che fa da sfondo a questa storia, e veniamo al dunque. Il giudice prima di iniziare le sue udienze ha notato che non era stato predisposto il ruolo delle udienze (e nel civile, la fila non è mai breve!) ed è andato su tutte le furie! Le grida di protesta si sono sentite chiaramente anche all’esterno dei locali di Via Michele Mazzella ed erano dirette verso questa addetta che, come tutti sanno, non partecipa alle attività di preparazione delle udienze. Un momento di confronto molto acceso che, però, è terminato con un attacco di ansia (proviamo a semplificare) con tanto di ricovero al Pronto Soccorso.

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