Riporto fedelmente dal Corrieredelmezzogiorno.it un abstract dei contenuti tratti dal libro “Oltre il fango. Una nuova visione per uscire dal rischio idrogeologico.” (RaiLibri) a firma del geologo Mario Tozzi:
“Ischia è un’isola a rischio. È «un paradiso perduto». È diventata il simbolo «dell’anarchia urbanistica», dei «famigerati diritti acquisiti dagli abusivi», «del cemento libero su ogni cosa», «dell’incuria come metodo», «dell’allergia all’idea stessa di prevenzione». E da certi luoghi, dalle aree più pericolose, «si può andare solo via». «Ischia è stata uno dei paradisi d’Europa per decenni, se non per secoli, e ha continuato a esserlo perfino dopo il terremoto del 1883 e l’alluvione del 1910. Ma oggi periodicamente assomiglia a un inferno, e le ripetute alluvioni con frane (la penultima del 2010) e il terremoto del 2017 lo testimoniano drammaticamente». … là dove «la natura originaria è cancellata, sostituita da lacerti di paesaggio addomesticato, e l’ambiente è strapazzato»; per atterrare infine sull’inevitabile riferimento all’abusivismo di cui «l’isola è regina incontrastata», un vero e proprio «festival della bulimia costruttiva che ha pochi pari in Italia», con 60.000 abitanti e più di 27.000 pratiche di sanatoria per abusi presentate in occasione degli ultimi tre condoni nazionali, senza contare i 600 edifici che da anni sono in lista d’attesa per essere abbattuti. E che mai lo saranno. Tutto questo in un’isola in cui il comune più grande (Ischia) presenta oltre un terzo della sua superficie a rischio (4000 abitanti, quasi il 20% della popolazione) e in cui insistono comuni come Forio, Barano, Lacco Ameno, che presentano circa la metà del territorio esposta alla precarietà idrogeologica, per non dire di Casamicciola, con più di 3000 persone residenti in aree insicure. «Dispiace ripetere queste parole, ma non sono dettate dal pregiudizio (peraltro, come nipote di napoletani mi sarebbe difficile) o da un malinteso senso di superiorità. Sono solo frutto dell’osservazione di quanto avviene ormai da decenni, e della rabbia di aver provato a farlo notare, ricevendone in cambio solo l’accusa di non amare l’isola o di essere un menagramo…».”
C’è un solo comportamento più spregevole e irriguardoso delle tiritere qualunquistiche del Tozzi nei confronti dell’intera isola d’Ischia: quello delle sei amministrazioni locali che ancora non hanno sentito il bisogno di costituirsi legalmente contro il vero e proprio turpiloquio che ormai da lunghi anni questo signore rivolge indisturbatamente e gratuitamente alla nostra terra, contrastato solo da pochi miei articoli che naturalmente poco o nulla hanno potuto rispetto alle sue ben più dotate casse di risonanza mediatiche.
Altro che “pregiudizio”: il suo comportamento sembra quello dell’amante tradito, del genitore al quale è stata “accisa ‘a criatura ind’a cònnola”, o peggio ancora del marito la cui moglie è stata più volte abusata dal destinatario delle sue accuse. O forse, semplicemente del tecnico mai sufficientemente considerato (professionalmente o da ospite) da una località decisamente più bella e di successo di quell’Isola del Giglio dove questo “signore” pare abbia da tempo comprato casa.
Quando il nostro senso di appartenenza ed orgoglio patrio si desterà finalmente dal dannoso torpore atavico in cui versa da troppo tempo, forse capiremo che è giunto il momento di difendere Ischia da questo genere di soloni e dai loro più o meno inconsapevoli (o semplicemente incapaci) complici omertosi che continuiamo a premiare eleggendoli.
Questo personaggio si e’ fumato il cervello. I tanti disastri che accadono in Italia ( l’ultimo in Toscana) vengono trattati in maniera diversa dai massmedia: da Roma in giu’ c’e’ sempre la mano dell’uomo con gli abusi edilizi e gli scempi contro il territorio, dalla Toscana in su e’ sempre colpa della troppa pioggia caduta in poche ore e non si mette in evidenza che le abitazioni stanno a ridosso dei fiumi o sotto costoni pericolosi. Il nostro senso di appartenenza non e’ scomparso , ma in queste situazioni contro stampa e tv e’ come combattere contro i mulini a vento.
Che il signor Tozzi utilizzi un po’ troppo l’esempio “Ischia”, per rappresentare enblematicamente il dramma italico del rischio idrogeologico, legato allo sfruttamento indiscriminato del territorio è indubbio, tuttavia che quest’isola sia tra i paradisi perduti del “bel paese”, e simbolo dell’anarchia urbanistica campana non si può negare del tutto.
Capisco anche che lo sguardo “familiare”, che si ha nella visione dall’interno, è generatrice di una visione della realtà decisamente più indulgente…
È proprio l’amor di Patria che dovrebbe farci riflettere su quello che dice Tozzi che x me ha ragione al 100%.
Perché questo energumeno ambientalista nn parla del parco su appia antica dove hanno deturpato col cemento selvaggio e lui viene sponsorizzato per i suoi spettacoli , e una vergogna come nessun sindaco lo wuereli per danni di immagine.
Premesso che non amo il Tozzi, spesso lecchino della politica ora di destra poi di sinistra, ma, c’è un MA, ha detto la verità sull’Isola d’Ischia tutta. Ci sono oramai da anni sindaci incompetenti, sanno solo garantirsi la rielezione per continuare a sistemare qualche parente o Amico, senza tener conto di ammodernamento dell’isola. Sindaci prioma eletti a Ischia e poi a Casamicciola, solo per ingrassare le proprie tasche. Ischia che si allaga ogni pisciatina di pioggia e tutti a ridere , come a Ponte a raccogliere le sardine spiaggiate, che divertimento…….. da piangere , senza pensare a come arginare il fenomeno, case mai abbattute, strade cementate dove prima magari erano vie di fuga delle acque piovane, . cERTO CHE VIVE SULL’iSOLA AVENDO gli occhi bfaderati di prosciutto , non accetta critiche, ma fatevi un esame di coscienza, invece di aumentare i prezzi in modo anarchico, pensate a migliorare i servizi. Per chi si sente Offeso che vada a ABANO TERME in un qualsiasi albergo e imparare a gestire il turismo, e non a fotterlo .