giovedì, Gennaio 9, 2025

Tra scelta politica e propaganda

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Editoriale di Gaetano Di Meglio

La campagna di privatizzazione che Giosi Ferrandino sta portando avanti negli ultimi mesi deve essere analizzata con maggiore attenzione. Sotto l’ombrello della pressione fiscale e del cambio di rotta del governo centrale, che sfrutta i comuni come agenzia di riscossione dei tributi, c’è la paura di trovarsi davanti ad un nuovo dissesto annunciato. Qualche anno fa, la vendita del Polifunzionale alla Provincia, per dare delle classi al Liceo Ischia privato del suo plesso fu la panacea per l’amministrazione di Giosi Ferrandino che permise il salto a pie pari del fosso bilancio. Ora, la necessità di fare cassa, sia per la cecità nei tagli sia perché la gestione delle tasse è sempre più difficile, sta spingendo il sindaco di Ischia ad una campagna di privatizzazione, che va detto, è perfettamente compatibile con i trend attuali. Purtroppo l’era delle partecipate è finita. Tagli verticali, mazzate dalla Corte dei Conti, la proliferazione di soggetti pubblici e misti che ha danneggiato una nazione come una vera e propria metastasi purulenta incontrollata è l’immagine del fallimento della seconda repubblica. Se solo ci fermiamo a guardare alla nostra isola, non possiamo far altro che elencare sfaceli e gestioni vergognose. Da Marina di Casamicciola a Casamicciola a Marina di Pithecusa a Lacco Ameno con la Lacco Ameno Servizi, dalla Torre Saracena alla Pegaso a Forio, alla Torre di Serrara Fontana fino ad arrivare alla intercomunale ASSE. E ancora Cisi ed Evi, Terme Comunali ad Ischia l’escalation di liquidazioni, fallimenti e procedimenti penali e giudiziari fanno un lungo elenco. In questo scenario, Giosi ci propone la sua campagna di privatizzazione. Una mossa, dicevamo, che se non mostra un altro lato, sa solo di “scappa dal dissesto” e di propaganda politica. Quale deve essere l’altro lato e i fatti che vorremmo vedere? Tagli diretti.
Fine della speculazione politica tra consigli di amministrazione, collegi dei revisori e magheggi vari. Riduzione dei costi, già da una vera e propria formazione pubblica delle aziende rimaste.
Oculata gestione di tutti i processi interni alle aziende. Contrattazione sindacale collettiva per la diminuzione degli stipendi e dei livelli dove possibile e blocco di aumenti. Certo, mi rendo conto che questa strada porterebbe ad una salutare sistemazione del paese e allontanerebbe clientele e favori e che di contro vi farebbe perdere qualche voto, ma se si vuole essere credibili, prima o poi bisogna avere il coraggio cambiare prima da se stessi.
Se no, è solo propaganda.
Se poi, invece, il destino di certe scelte deve essere legato al dispetto politico o alla ripicca di non essere riuscito a sistemare una figlia, allora, tutti i ragionamenti sono pari a zero.

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