mercoledì, Ottobre 16, 2024

Trasporti marittimi e quella corsa “ballerina” delle 8.05

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Caro Direttore, sono un giovane pendolare ischitano e ogni giorno, come una gazzella in Africa, sappiamo che dobbiamo correre. Non per sfuggire a qualche predatore ma per sperare di arrivare in terraferma con il potere della mente. Già, perché, sovente, quelli che sono gli orari e le corse pubblicizzate, nel mio caso, in aliscafo diventano, davvero, una corsa verso l’ignoto. Certe volte di sento come il Willy il Coyote che arriva al porto e, come nel cartoon, precipita perché viene a sapere che la corsa è stata annullata.

E’ un po’ la storia, che si ripete con la corsa delle 8.05 Alilauro per Napoli. Una corsa in incognita: non sai mai se partirà e la comunicazione della sua cancellazione arriva sempre nei minuti più vicini alla partenza. Mi chiedo, è la sindrome dell’inverno che porta come effetti l’accorpamento delle corse così l’armatore risparmia o altro? E’ credibile che i guasti presunti siano ripetitivi in modalità random? Ma possiamo restare in balia di questi signori che fanno il bello e il cattivo tempo, e ho scritto fanno, nel senso che decidono loro, senza che nessuno si preoccupi affinché venga garantita la famosa continuità territoriale che con loro diventa “fumosa”?

Non so domani mattina accadrà, partirò da casa sempre in orario per porter partire alle 8.05 senza speranze. O, forse, devo sperare che l’Alilauro biglietti in quantità per coprire il costo della corsa e per non accorparla con la successiva? Mi sento di augurami buon viaggio, ma ci credo ogni giorno di meno”.

Risponde Gaetano Di Meglio

Per evitare errori del passato, ho chiesto in via ufficiosa quali siano i problemi legati a questa corsa. Da fonte attendibile, per rispondere al pendolare che ringrazio per la gentile ed efficace lettera di protesta, abbiamo appreso che in questi giorni il Celestina ha avuto problemi “intermittenti” (testuale) che sono in via di risoluzione. Chiarito questo, non so se domani (giovedì) la corsa partirà regolarmente, tuttavia, mi sento di solidarizzare con gli utenti del mare soprattutto perché sono lasciati alla loro sorte da una classe dirigente locale che continua ad interpretare la parte della “bella addormentata” sul mare e non prende iniziative serie, puntuali ed efficaci affinché questo strazio dei trasporti marittimi finisca. Come? Con la Regione che paga il servizio (proprio come fa con i bus) e con delle regole chiare e precise che, finalmente, ci portino fuori dal “mercato” (ovvero dagli armatori che hanno la necessità del pareggio dei costi) e dentro al “servizio pubblico” (dove si può girare anche a vuoto – come treni e bus – dove paga lo Stato).

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