Pasquale Raicaldo | Sono su tutte le furie. Mentre si prepara a calare il sipario su una stagione turistica contraddittoria (scongiurata l’emorragìa di presenze, ma è netta la flessione degli stranieri, con un segno meno che accomuna i tedeschi e, soprattutto, i russi), gli albergatori ischitani partono all’assalto dei sei sindaci dell’isola con un “j’accuse” dai toni perentori. Anticipato, certo, dai mal di pancia della categoria durante una lunga estate di polemiche. Una su tutte: la tassa di soggiorno. Quella gabella mal digerita dai turista e ancora meno dagli operatori, che certo preferirebbero che quel supplemento chiesto a chi pernotta produca un effetto tangibile sul territorio, sulla sua fruibilità e – non ultimo – sulla sua promozione.
Ma stavolta ci sono tutti i crismi dell’ufficialità nella nota che il presidente di Federalberghi Isola d’Ischia, Ermando Mennella, ha inviato nella giornata di ieri ai sindaci di Ischia, Casamicciola, Lacco Ameno, Forio, Serrarra Fontana e Barano raccontando, senza mezze misure, «la difficoltà con cui le aziende produttive del territorio stanno affrontando la delicata crisi economica, aggravata dalla problematica della riduzione delle tariffe». Una difficoltà, spiega Mennella, che «si ripercuote sul territorio con l’insostenibile peso degli oneri della tassazione locale».
«Tra questi – prosegue la nota – una incidenza preoccupante sui bilanci delle aziende alberghiere è costituita dal costo dello smaltimento dei rifiuti».
Il perché è presto detto: «Le aliquote applicate agli alberghi sono troppo alte rispetto a quelle delle altre località turistiche sia campane che del resto di Italia. In tal modo la concorrenza diretta che si realizza con una sola voce di costo pone le strutture ricettive dell’isola d’Ischia in una situazione di competitività sfavorevole».
Insomma, gli alberghi devono far fronte a una tassazione consistente, che costringerebbe a fare i salti mortali per mantenere fatturati in grado di mantenere in vita le strutture. E Federalberghi snocciola, tra le pieghe dell’accorata denuncia, alcuni esempi. Che, in particolare, evidenziano il peso specifico, in termini di incassi per il Comune di Ischia, dei ruoli delle singole attività produttive e delle abitazioni private.
Uno studio che mostra, anzitutto, che le abitazioni che coprono una superficie di mq 736.416 (al costo di 1,925 €/mq) e pagano complessivamente 1.419.956 euro. Ecco, gli alberghi con ristorante – invece – coprono una superficie di mq 237.306 mq (al costo di 13,545 €/mq) e pagano complessivamente 3.211.171 euro. Ma non finisce qui: i fiorai, i fruttivendoli e le pescherie (che normalmente producono quantità elevate di rifiuti per singolo mq) coprono una superficie di mq 1.456 (al costo di 16,515 €/mq) e pagano complessivamente 23.531 euro.
Quanto basta, secondo Mennella, per configurare un vero e proprio salasso ai danni degli albergatori. Tanto più che – sottolinea la nota di Federalberghi, e non è certo un particolare privo di significato – «la superficie delle abitazioni che risulta essere 3,1 volte quella degli alberghi concorre per lo 0,44% al costo dei rifiuti rispetto agli alberghi». Si dirà: influisce, per la produzione dei rifiuti, la quantità degli utenti più che la metratura degli immobili. Evidente, ma la forbice appare davvero eccessivamente grande.
Ed è anche per questo che – scrive Ermando Mennella «sarebbe utile verificare le quantità di rifiuti prodotte dagli alberghi in proporzione al numero di camere e confrontarle con quelle delle abitazioni civili». E ancora: «sarebbe opportuno distinguere le strutture alberghiere con apertura annuale rispetto a quelli con apertura stagionale».
La nota suggerisce inoltre alle amministrazioni comunali dell’isola di Ischia l’istituzione di un premio di risultato per tutti coloro che si impegnano a smaltire in modo differenziato i rifiuti o a ridurne la produzione.
E cita, a mo’ di esempio, quello del Comune di Sorrento, dove il Conca Park Hotel che ha 204 camere con una media di 340 presenze giornaliere ha adottato un processo di raccolta differenziata raggiungendo la misura del 91%. «Rispetto all’anno precedente ha ottenuto – racconta Mennella – la riduzione della produzione dei rifiuti nella misura del -60%; la riduzione della produzione di indifferenziata al giorno nella misura di -50 Kg; la riduzione del 30% della tassa rifiuti. (Da notare che la superficie alberghiera a Sorrento ha una tariffa di circa 5 €/mq».
Un esempio virtuoso da imitare. Anche perché «per raggiungere tali risultati si potrebbe proporre alle aziende interessate a raggiungere standard significativi di indifferenziata e risparmio sulla bolletta rifiuti di acquistare una macchina pressarifiuti con forza di pressatura 6 tonnellate, che riduce i volumi di carta e cartone prodotti nella misura del 70%; il costo di smaltimento di cartoni e plastica, vetro e ferro è in pratica pari a zero». Dunque, gli albergatori riflettono e provano a individuare soluzioni utili. Anche perché «se è vero che molte strutture sono in ritardo con il pagamento degli importi relativi alla tassa di smaltimento rifiuti, riteniamo che le amministrazioni dovrebbero cominciare a riflettere se non sia giunto il momento di iniziare a dare l’avvio a queste semplici e virtuose iniziative, intervenendo anche sulle tariffe e facendo pagare sulla effettiva produzione dei rifiuti».
Una nota non banale, che peraltro arriva in una fase delicata in cui il patto sociale tra politica e imprenditore pare vacillare pericolosamente: a Ischia, per esempio, non tutti hanno accolto nel migliore dei modi l’iniziativa dell’amministrazione comunale, che ha avviato una serie di controlli volti a verificare la congruità della classificazione delle strutture alberghiere. I quattro stelle sono davvero quattro stelle? E gli standard dei tre stelle sono davvero rispettati in tutto e per tutto? «Per la verità bisognerebbe pretendere che Ischia sia una paese a cinque stelle. E su questo le amministrazioni sono assolutamente poco solerti» denuncia un albergatore, stavolta anonimo. E’ una guerra fredda, dunque. Per la tregua c’è bisogno di idee e soluzioni condivise. Perché il salasso ha spazientito tutti, a quanto pare.
Era ora che qualcuno si svegliasse e tirasse fuori la testa dalla sabbia e non dico il resto.
Spero che non sia solo, come tante altre cose, una bolla di sapone.
Visto che le tariffe degli albergatori fanno LETTERALMENTE SCHIFO e che da anni stanno rovinando il prodotto Ischia non capisco il perché di tanta lamentela sulla tassa di soggiorno. La cosa più semplice sarebbe quella di aumentare le tariffe e includerci la tassa famigerata di soggiorno ottuando così anche un principio di riallineamento tra le categorie che non dovrebbero scendere al disotto delle categorie inferiori rispettando di conseguenza il lavoro dei più piccoli. Principio base per una sana economia. Per quanto riguarda la spazzatura basterebbe educare i funzionari delle pubbliche amm.ni a evitare gli sprechi e i conti torneranno