Auto in doppia fila, stendini in strada, risse tra baby gang
Pasquale Raicaldo | Nella lunga estate del turismo cafone, in cui Ischia lancia un allarme condiviso a più latitudini dello Stivale (il filmato del sesso orale sulla spiaggia di Gallipoli ha fatto il giro del web) e del Globo (a Barcellona le foto dei turisti nudi ha provocato un forte moto di protesta), c’è un angolo della nostra isola che si riscopre terreno fertile per l’orda – più o meno barbarica – dei tamarri. E’ il litorale della Chiaia, per la verità tradizionalmente incline a estati turbolente alla mercé della Napoli meno «virtuosa». Ma stavolta, di fronte alla sollevazione popolare che accomuna Ischia alla Costa Brava, il Salento alla Sardegna, anche dalla popolosa zona di Forio, che si estende dal porto a Fortino, sembra levarsi un grido di dolore di chi auspicherebbe un turismo più educato, meno caciara e, soprattutto, uno stop forzato a battibecchi e risse. Che invece sono all’ordine del giorno. O meglio, della sera. Come nel week end, quando un ragazzino, di chiaro accento partenopeo, ha alzato le mani nei confronti di una coetanea, a due passi da un’attività commerciale. Il buio, peraltro, si è impossessato di una parte dell’area, e le baby gang scorazzano indisturbate.
Non che vada meglio di giorno, per la verità: si comincia all’alba, con file di ombrelloni e sdraio disposte ad occupare gli arenili. Sono le “prenotazioni” sui generis delle famiglie in villeggiatura di stanza a pochi passi, che – onde evitare il rischio di perdere il proverbiale posto al sole, e in prima fila – agiscono d’anticipo, e in barba al buon senso e all’educazione. Eppure, basterebbe un blitz della Guardia Costiera del solerte comandante Raffaele Muscariello, come accaduto peraltro a Procida, per procedere al sequestro di lettini e ombrelloni, per occupazione abusiva – e “cafona”, aggiungeremmo – di una spiaggia libera che diventa “cosa loro”. Per tacere degli stendini disseminati ovunque, per strada, a mo’ di casbah: il folklore è un’altra cosa, la Chiaia a mezzogiorno ha tutta l’aria d’essere – purtroppo – terra di anarchia e comportamenti sopra le righe. Al punto che anche il Comitato “Chiaia e dintorni”, solitamente molto attivo ed efficace nelle battaglie a tutela dell’area, dovrebbe intervenire, nell’ottica di una maggiore responsabilizzazione delle affittanze. Perché il problema, qui come altrove, è che non v’è selezione alcuna degli inquilini, che non di rado si muovo in blocco trasferendo in questo fazzoletto di Forio microrealtà, non certamente eccelse, della Napoli popolana. Nessuno spirito razzistico, per carità: basterebbe tutelare decoro e ordine pubblico, magari anche con maggiori presidi della Polizia municipale, che da queste parti passa sporadicamente. E senza lasciare il segno. Tant’è vero che un altro fenomeno sempre più marcato, proprio a ridosso dell’arenile, è la presenza costante di auto parcheggiate in doppia fila, come se vigesse – in questo scorcio di isola – una legge sui generis: ci si regola tra cittadini, meglio ancora se villeggianti, e non di rado con auto misteriosamente al seguito in barba al divieto di sbarco.
Non va certo meglio sotto il profilo dell’igiene urbana, con cestini della spazzatura stracolmi in spiaggia già a metà mattinata. L’Ego Eco, che non è competente per il ritiro dell’immondizia, di tanto in tanto interviene – evitando che la situazione degeneri – ma va da sé che l’inciviltà del popolo e l’inefficienza dell’amministrazione convergano creando un cocktail micidiale che finisce con il ripercuotersi su target turistici più attenti alla bellezza del territorio. Che, beninteso, da queste parti non mancherebbe. Basterebbe valorizzarla, prima che lo spirito “cafonal” pervada anche l’identità smarrita di questo spicchio di Forio che ha abbondantemente perso la rotta…